Visualizzazione post con etichetta cultura. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cultura. Mostra tutti i post

domenica 16 giugno 2024

Necropoli di San Paolo



Testo tratto dai siti della Sovraintendenza e Associazione culturale L'asino d'oro.

A circa 2 km dalle Mura di Aureliano, sorgeva nell’antichità in una vasta pianura alluvionale sulle rive del Tevere attraversata dalla via Ostiense, il cui percorso fino a questo punto coincideva con quello ricalcato dalla via moderna. Nell’area compresa tra la Rupe di S. Paolo e l’ansa del Tevere, si addensava una grande necropoli le cui tombe si disponevano lungo la via Ostiense e le arterie minori.

Gran parte di questa necropoli che si suppone ancora conservata nel sottosuolo e la cui estensione non è mai stata completamente perimetrata, deve ancora essere indagata. Dal ’700  furono messe in luce alcune tombe, altre ne furono scoperte successivamente in varie riprese. Ma solo negli anni 1917/18 i lavori di allargamento della via Ostiense hanno permesso una più puntuale documentazione del settore della necropoli ancora oggi in parte conservata, un ulteriore intervento di allargamento del 1933 portò lo scavo fino alle pendici della Rupe mettendo in luce i sepolcri attualmente visibili. 

Le tombe seguono l’andamento nord/sud dell’asse della via Ostiense e dimostrano una continuità d’uso dal I sec.a.C. al IV sec.d.C., documentando il passaggio tra l’uso del rito funerario dell’incinerazione e quello dell’inumazione, tra la fine dell’età repubblicana, il I secolo dell’impero ed il successivo II secolo.

I più antichi edifici funerari sono in prevalenza "colombari" a pianta quadrangolare nelle cui pareti interne erano ricavate piccole nicchie, in file di più piani, per la deposizione delle urne cinerarie.

Per una descrizione sommaria del sito  vi consiglio il sito dell' Associazione culturale L'asino d'oro .

Per l'associazione la necropoli rappresenta , con le sue differenti sepolture e le sue delicate pitture, un sito assolutamente da visitare. In esso infatti si può cogliere pienamente il riflesso delle graduali ma significative trasformazioni sociali, economiche e culturali, avvenute a Roma tra l’epoca pagana e l’avvento del Cristianesimo.

Per nformazioni e prenotazioni sia per gruppi che per singoli è necessario rivolgersi allo 060608 dalle 9.00 alle 19.00  (vedi sito della sovraintendenza)


sabato 2 marzo 2024

Ukiyoe. Il mondo fluttuante. Visioni dal Giappone



Da martedì 20 febbraio il Museo di Roma a Palazzo Braschi fino a domenica 23 giugno 2024 ospita la grande mostra “Ukiyoe. Il mondo fluttuante. Visioni dal Giappone”.


L’esposizione, a cura di Rossella Menegazzo, propone un percorso nell’arte giapponese tra il XVII e il XIX secolo attraverso centocinquanta capolavori provenienti da vari musei firmati dai maestri del periodo Edo.

Filo conduttore del percorso espositivo è il filone artistico conosciuto come ukiyoe, parola giapponese che letteralmente significa “immagini del mondo fluttuante”, che restituisce un ritratto culturale del Giappone tra Seicento e Ottocento la cui influenza sopravvive ancora oggi attraverso manga, anime e un’estetica che ha trasformato il nostro vivere contemporaneo.

Mi aspettavo più opere di Utagawa Hiroshige e in generale, devo ammettere, che la mostra mi ha deluso perchè l'ho trovata un po' monotona.

Sicuramente può essere interessante per gli appasionati di questo tipo di arte ma evidenzio, anche, che il prezzo del biglietto (15 euro) è troppo alto.

venerdì 26 gennaio 2024

Gigi Proietti recita il monologo di Marco Antonio dal "Giulio Cesare"



Nobili romani! Amici, concittadini romani! Prestatemi orecchio. Sono venuto a seppellire Cesare, non a farne l’elogio. Il male che un uomo fa, gli sopravvive, il bene, spesso,  resta sepolto con le sue ossa. E così sia di Cesare.

Il nobile Bruto vi ha detto che Cesare era ambizioso: se era, ebbe grave colpa; e Cesare l’ha gravemente scontata.

Qui, col beneplacito di Bruto e degli altri – che Bruto è un uomo d’nore, e anche gli altri, tutti uomini d’onore – sono venuto a parlare al funerale di Cesare.

Fu un mio amico, leale e giusto con me.

Ma Bruto dice che era ambizioso: e Bruto è uomo d’onore.

Egli portò un gran numero di prigionieri in Patria, a Roma, che empirono col prezzo del riscatto le casse dell’erario; fu questa, forse, in Cesare ambizione? Quando vedeva piangere un pezzente, Cesare lacrimava: sembrerebbe, l’ambizione, di ben più dura scorza.

Ma Bruto dice – e Bruto è uomo d’onore – che era ambizioso.

Tutti vedeste come per i Lupercali tre volte gli offersi la corona di re ed egli per tre volte la respinse: è ambizione questa?

Eppure Bruto dice  che Cesare era ambizioso, e Bruto è, lo sappiamo, un uomo d’onore.

Non parlo io già per contestare quello che Bruto ha detto; sono qui per dire soltanto quello che so. Tutti lo amaste un tempo; e non senza motivo. Quale motivo vi impedisce oggi di piangerlo? O senno,tu sei fuggito tra le bestie brute e gli uomini hanno perduto nil bene dell’intelletto!

Scusate, il mio cuore è lì, con Cesare, in quella salma.; devo interrompermi finché non sia tornato in me.

“Giulio Cesare” di William Shakespeare (composto intorno al 1599) .

 

mercoledì 24 gennaio 2024

Fare il giro delle sette chiese



Il detto "fare il giro delle sette chiese" è ampiamente conosciuto e comunemente utilizzato per indicare il tempo sprecato o i tentativi infruttuosi di incontrare qualcuno. Tuttavia, il suo significato originario risale a un pellegrinaggio cristiano organizzato a Roma, noto come il "giro delle sette chiese," reso celebre da San Filippo Neri nel XVI secolo.

L'origine del pellegrinaggio risale al medioevo, con i pellegrini "Romei" che visitavano Roma per pregare sulle tombe di San Pietro e San Paolo. Il primo Giubileo cristiano nel 1300 sancì l'inizio di un pellegrinaggio strutturato. San Filippo Neri, trasferitosi a Roma nel 1534, organizzò un itinerario di circa 20 chilometri, toccando sette basiliche importanti.

Da un modesto gruppo di 5-6 fedeli, il pellegrinaggio guadagnò popolarità, attirando 6mila partecipanti in pochi anni. Il percorso iniziava da San Pietro il giovedì grasso per contrastare il Carnevale. 

Nella sua forma originaria, il giro consiste in un percorso ad anello di circa 20 chilometri (ovvero 16 miglia) che tocca le quattro basiliche papali maggiori e le tre più importanti basiliche minori:

Basilica di San Giovanni in Laterano

Basilica di San Pietro in Vaticano

Basilica di San Paolo fuori le mura

Basilica di Santa Maria Maggiore

Basilica di San Lorenzo fuori le mura

Basilica di Santa Croce in Gerusalemme

Basilica di San Sebastiano fuori le mura

Ogni tappa rappresentava un momento significativo nella vita di Gesù. Ad esempio, San Paolo fuori le Mura simboleggiava il viaggio da Cenacolo a Getsemani. Il pellegrinaggio attuale, pur mantenendo lo spirito originario, ha subito modifiche nelle date e nel percorso. Oggigiorno si svolge nella notte tra l'11 e il 12 maggio, con la visita al Santuario della Madonna del Divino Amore al posto di San Sebastiano dal Giubileo del 2000.

Oltre al significato religioso, il percorso ha attirato anche turisti che seguono l'itinerario a piedi o in bicicletta, apprezzando i monumenti e i luoghi turistici attraversati. Così, il "giro delle sette chiese" continua a essere un richiamo spirituale e culturale nella contemporaneità.


Foto da https://it.wikipedia.org/ 

lunedì 22 gennaio 2024

Il culto di Mitra


Oggi tratteremo il culto di Mitra, un antico misterioso rito religioso che si diffuse nell'Impero Romano tra il I e il IV secolo d.C., ma con radici ancor più antiche. 

Mitra, il dio persiano della luce, era spesso raffigurato nell'atto di sacrificare un toro per liberarlo dal male, offrendo l'immortalità ai suoi seguaci al termine del mondo. Questa visione bellica della cosmologia e il carattere settario del culto contribuirono a guadagnarsi il favore delle legioni romane stanziate in Oriente, radicandosi principalmente in zone con una forte presenza militare, tra cui Roma, Ostia, Germania, Danubio, Bretagna, Gallia, Hispania e Africa.

Il mitraismo si distingueva per la sua dottrina, prevalentemente trasmessa attraverso immagini, rendendola accessibile a credenti di ogni ceto sociale, con l'esclusione delle donne. Nonostante il favore di alcuni imperatori romani, come Diocleziano, che riconobbe Mitra come protettore dell'impero nel 307 d.C., il culto non divenne mai parte dei riti pubblici e fu praticato da piccole comunità di iniziati nei mitrei, le strutture di culto sotterranee.

Nonostante alcune somiglianze apparenti con il cristianesimo, come la figura del sacrificio e della salvezza, le due religioni differivano profondamente nel messaggio divino: il cristianesimo era universale, mentre il mitraismo era fortemente settario.

L'accesso ai culti mitraici, noti come "misterici", richiedeva prove iniziatiche, e una volta superate, gli iniziati entravano in una struttura gerarchica divisa in sette ordini,  I sette gradi iniziatici, associati a divinità e corpi celesti, come Mercurio, Venere, Marte, Giove, Luna, Sole e Saturno, rappresentavano un percorso di progresso spirituale e specializzazioni rituali. 

Per le versioni più accreditate i sette gradi iniziatici erano:

Corax (il corvo; Mercurio)

Cryphius o Nymphus (l'occulto o lo sposo, Venere)

Miles (il soldato, Marte)

Leo (il leone, Giove)

Perses (il Persiano, Luna)

Heliodromus (il corriere del sole, Sole)

Pater (il Padre, Saturno).

Proprio la simbologia, la sua struttura iniziatica e l'accesso previsto solo agli uominie favorì a tal punto il legame tra i membri che la studiosa Jacqueline Champeaux si è spinta a definirla una sorta di «massoneria dell’antichità».

Le strutture di culto, chiamate mitrei, erano spesso sotterranee e caratterizzate da un'architettura specifica. Con l'ascesa del cristianesimo e la sua adozione come religione di stato alla fine del IV secolo d.C., il culto di Mitra scomparve gradualmente, ma lasciò un'impronta duratura evidenziata dalle numerose testimonianze archeologiche dei mitrei rinvenute in diverse regioni dell'Europa.


Foto tratta dal sito https://www.storicang.it/

venerdì 19 gennaio 2024

Mausoleo di Marco Tullio Cicerone


Molti non sanno che nella città di Formia, lungo la Via Appia in direzione Roma al Km. 139, si trova uno dei complessi archeologici più rilevanti della zona: il mausoleo di Marco Tullio Cicerone, rinomato oratore, politico e filosofo romano. 

Sebbene restino incertezze sull'autenticità della Tomba di Cicerone, è noto che il grande oratore romano trascorreva gran parte del suo tempo nella lussuosa villa di Vindicio a Formia, dove trovò la morte nel 43 a.C. a causa della vendetta di Marco Antonio.

La tomba, risalente all'età augustea e situata nella Villa di Cicerone a Formia, si compone di una base quadrata di 18 metri di lato, sormontata da una torre cilindrica di oltre 24 metri, costruita con anelli di pietra e probabilmente rivestita di lastre di marmo. La torre, pur aumentando l'imponenza del monumento, potrebbe non essere direttamente associata a Cicerone. All'interno della base quadrata si trova una spaziosa cella funeraria circolare, circondata da sei nicchie perimetrali e un pilone centrale.

Il muro di recinzione, rifinito con pietra calcarea ondulata, dell'area circostante, lungo l'Appia per 80 metri e profondo 70 metri, contribuisce a conferire fascino al mausoleo. 

Approfondimenti e foto dal sito https://www.formiae.it/siti/la-tomba-di-cicerone/







venerdì 12 gennaio 2024

Nuova apertura: Parco archeologico del Celio


Da oggi riprende vita il mio vecchio blog e riprendo con una bellissima notizia: il 12 gennaio 2024, apre al pubblico il Parco Archeologico del Celio e il nuovo Museo della Forma Urbis a Roma. 

Il recupero del sito, finanziato tramite fondi per il Giubileo e il PNRR, mira a valorizzare l'identità storica e ambientale del Colle Celio. 

Il museo ospita la preziosa "mappa marmorea" di Roma, realizzata sotto Settimio Severo, esposta insieme alla pianta del Nolli del Settecento. 

Tutte le informazioni potete trovarle al link  https://www.sovraintendenzaroma.it/content/parco-archeologico-del-celio


martedì 28 giugno 2011

A Palazzo Barberini l'Arte Antica italiana trova casa


Si conclude oggi con l’inaugurazione di dieci nuove sale il lungo capitolo della Galleria Nazionale di Arte Antica a palazzo Barberini che, dopo sessant’anni di attesa, trova la sua definitiva sistemazione. Per anni il ministero per i Beni culturali ha dovuto attendere il trasloco del Circolo Ufficiali dalle prestigiose sale del Palazzo. Poi, il capitolo della progettazione del nuovo allestimento e dei finanziamenti.


Oggi, nell’ambito delle celebrazione dei 150 anni dell’Unità, Roma e l’Italia si arricchiscono di un nuovo, grandioso museo che illustra ai visitatori tutta la storia dell’arte antica italiana tra il XII secolo (ci sono anche pitture sacre su legno romane dell’XI secolo) e il Neoclassicismo, passando – solo per citare alcuni capolavori- attraverso straordinarie opere come Giuditta e Oloferne di Caravaggio, La Fornarina di Raffaello e i ritratti di Urbano VIII di Gian Lorenzo Bernini, sia su tela che in marmo La magnifica residenza voluta da Maffeo Barberini, salito al soglio pontificio col nome di Urbano VIII, per la sua famiglia porta l’orma di Carlo Maderno, del Bernini, di Borromini, di Pietro da Cortona.


LA COLLEZIONE -
Ora ospita gli antichi lasciti Chigi, Torlonia, Odescalchi, del Monte di Pietà, solo per citare i fondi più illustri. Nelle nuove sale, allestite dal direttore del museo Anna Lo Bianco, trovano posto anche i più recenti legati dei coniugi Fabrizio e Fiammetta Lemme, e la raffinata collezione del duca di Cervinara. Gli ambienti, restaurati dall’architetto Laura Cherubini, citano volutamente i colori tipici del Settecento romano proprio perché le nuove dieci sale ospitano opere databili tra la fine del Seicento e la seconda metà del Settecento. Conclusa la visita, idealmente si può passare alla Galleria nazionale di Arte moderna dove comincia un viaggio che si chiude nella contemporaneità.

Articolo di Paolo Conti pubblicato su www.corriere.it

venerdì 24 giugno 2011

E...State nei Musei

mercoledì 22 giugno 2011

Estate Romana 2011


dalla Newsletter del sito www.culturaroma.it

Si apre la 34° edizione dell’Estate Romana, promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale, con un agenda ricca di eventi culturali dislocati in tutta la città dal centro alle periferie, in programma fino al 30 settembre 2011.

Sono 161 gli appuntamenti tra eventi artistici e letterari, performance teatrali, rassegne di danza, cinema, eventi speciali e rassegne per bambini.

In questa edizione anche le piazze della movida capitolina si trasformano in luoghi della cultura, veri e propri palcoscenici ‘sotto le stelle’ con esibizioni letterarie, teatrali e musicali. Inoltre, grandissima attenzione è rivolta alle proposte che celebrano i 150 anni dell’Unità d’Italia. Tante sono poi le iniziative dei giovani artisti che valorizzano tutte le zone ma che coinvolgono anche le case di cura, gli ospedali e le carceri.

Tra le novità di quest’anno, l’apertura serale tutti i sabati, dalle 20 all’una, di 19 musei civici della Sovraintendenza di Roma Capitale, tra i quali il Museo Civico di Zoologia del Dipartimento Cultura, gestiti in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.

Fra i tanti eventi in programma, da segnalare anche la stagione estiva al Silvano Toti Globe Theatre a Villa Borghese dal 1° luglio al 18 settembre e il progetto del Teatro Villa Pamphilj che presenta, a partire dal 23 giugno, nell’area antistante la Casa dei Teatri, un ricco cartellone di musica, danza e spettacoli teatrali per adulti e ragazzi.

Confermata anche per quest’estate, il 29 giugno, La Girandola di Castel Sant’Angelo, lo spettacolo di fuochi d’artificio in scena in occasione della festa dei Santi Patroni di Roma Pietro e Paolo.

Ancora un ricco cartellone di mostre ed eventi è in programma presso gli spazi della cultura quali la Casa dei Teatri, la Casa delle Letterature, la Casa della Memoria e della Storia, la Sala Santa Rita, la Casa del Cinema e la Casa del Jazz a cui si affiancano le attività in programma a cura dell’Istituzione Biblioteche di Roma.

Per il programma completo dell’Estate Romana consulta il sito ufficiale www.estateromana.comune.roma.it

lunedì 20 giugno 2011

I musei aperti il sabato sera

Articolo pubblicato su roma.repubblica.it

E' una movida diversa che quest'estate Roma offrirà agli avventori della notte. Oltre alle discoteche e alle scorribande nei pub, il sabato sera la Capitale terrà spalancate le porte dei suoi musei, proponendo nella maggior parte dei casi spettacoli, teatro e musica dal vivo.
Dal 25 giugno al 3 settembre, diciannove spazi espositivi, dai Musei Capitolini al Macro di Testaccio, saranno aperti al pubblico fino all'una di notte e la formula, annuncia l'assessore Dino Gasperini, potrebbe diventare permanente nell'offerta culturale capitolina.

"Metteremo insieme musica, teatro, poesia, tutte le arti in dialogo, per rendere Roma ancora più bella - spiega Gasperini - e questa iniziativa sarà anche un volano per il turismo perchè coinvolgerà anche le migliaia di visitatori che continuano ad affollare i nostri spazi museali. Offriremo un'alternativa credibile ai soliti sabati persi nelle bevute sostituendo con la cultura il nulla che anima alcune strade della nostra città".

Tra gli eventi in programma: il 27 e 28 giugno uno spettacolo di musica e teatro nel museo di Villa Torlonia; il 7 luglio danza, letture e sfilate nel cortile di Palazzo Braschi, il 22 e 23 luglio Jazz alla Centrale Montemartini; e dal 1 al 18 settembre l'Odysseus Dance Opera al Foro di Traiano. In questi casi il biglietto per assistere allo spettacolo comprenderà anche la visita al museo.

"Durante la 'Notte dei musei' - commenta l'assessore alla cultura - ci siamo ritrovati di fronte a strutture strapiene e gente seduta per terra e abbiamo pensato: 'Abbiamo fatto qualcosa di grande'. Oggi riteniamo di aver fatto qualcosa di ancora più grande e se va bene la sperimentazione di quest'estate vogliamo rendere questa iniziativa permanente". I costi, per l'esordio nell'Estate Romana, sono di 44 mila euro, ma l'obiettivo è autofinanziare il progetto attraverso la vendita dei biglietti.

domenica 19 giugno 2011

Festa della cultura di Garbatella

Articolo di Veronica Altimari pubblicato su www.paesesera.it


È arrivata alla sua 18esima edizione, la “Festa della cultura di Garbatella”. Un evento voluto e sentito da tutti gli abitanti del quartiere, che dal primo pomeriggio di ieri, hanno invaso le strade e le piazze del rione passeggiando tra gli stand, ascoltando la musica dal vivo degli artisti intervenuti, seguendo letture poetiche e portando i propri figli alla zona creata apposta per i bambini a piazza Longobardi.
“Un paese dentro la città”, come la definiscono i residenti, i quali attraverso delle sottoscrizioni, hanno permesso che la manifestazione fosse quasi totalmente auto finanziata.

“I tagli alla cultura ci hanno creato non poche difficoltà in questi ultimi anni – racconta Guido Rossi, presidente dell'associazione 'Controchiave”, primo promotore della festa – ma noi andiamo avanti con le nostre attività quotidiane e non possiamo assolutamente rinunciare a questo appuntamento, sopratutto ora che la festa è diventata 'maggiorenne' è importante difendere la cultura e l'arte.
In questa occasione ci sono moltissimi artisti che in maniera spontanea si fermano e si uniscono alla manifestazione, facendo slittare la sua fine fino alle due di notte. Stasera ci saranno anche i ragazzi che hanno occupato recentemente il Teatro Valle, che saliranno sul palco e racconteranno la propria esperienza”.

Molte le associazioni intervenute all'evento: “Hagape 2000” che si occupa del recupero ed inserimento dei ragazzi disabili, i quali attraverso la musica e la danza “riescono ad esprimersi in questa piazza, portando all'esterno quello che imparano nelle case famiglia in cui sono stati accolti”. “Il tempo ritrovato” associazione di fumetti che mette in piedi un banchetto di promozione e vendita per i giovani fumettisti.
“La Garbatella è un quartiere che al suo interno possiede moltissime realtà associative e di volontariato, quindi è importante conservare nel tempo una festa come questa – racconta Marco Conserva dell'associazione 'Progetto laboratorio onlus' – Stiamo creando una grande 'casa' dove riunire tutte le associazioni più piccole, per diventare ancora più efficienti e fornire al cittadino un servizio migliore. Dal 19 al 24 settembre ci sarà il primo festival delle associazioni, contiamo in un grande successo”.
Oltre alle associazioni locali, erano presenti anche gli stand di Emergency, Amnesty international, Greenpeace e del comitato dell'acqua pubblica.
Tanta musica, interventi e promozione di volontariato. Molti gli artisti che decidono di parteciparvi a titolo gratuito. Il quartiere, fino a notte fonda, è stato completamente “risucchiato” dal vortice della cultura.
Un buono esempio di partecipazione cittadina e di appartenenza.


lunedì 4 aprile 2011

Roman e il suo cucciolo


Venerdì abbiamo assistito all'ultimo spettacolo del nostro abbonamento al Quirino per questa stagione.


"Roman e il suo cucciolo" di una piece teatrale ispirata al testo “Cuba & His Teddy Bear” di Reinaldo Povod riadattata nella periferia di Roma, in una comunità di cittadini stranieri e italiani..


Al centro della trama c'è un dramma familiare e al contempo sociale che si sviluppa nella comunità di immigrati romena: Roman, arrivato a Roma da bimbo con la madre scappata dal regime comunista di Ceauşescu, è uno spacciatore di droga che vive la sua drammatica esistenza nella speranza che il figlio – amato ma profondamente incompreso - possa, con i suoi soldi, riscattarsi dalla miseria e dalla povertà.Tutto qui è iperrealistico a cominciare dalla recitazione, dalla gestualità, dal modo in cui gli attori si propongono ma dovrei dire si "impongono" con una forza incredibile al pubblico.

Tutto lo spettacolo è iperrealistico: la violenza, l'angoscia, l'emarginazione, la solitudine.

IL dramma è ambientato uno spaccato di casa a due altezze in modo da permetterci la visione simultanea di situazioni diverse ma contemporanee. Una casa ai margini della tangenziale dove sfrecciano i fari luminosi delle macchine e dove regna una fisicità fortissima.

Tutto è esasperato, tutto palesemente sbagliato, come sbagliata è la droga, coca, eroina che si vende, che si sniffa anche se per un avvenire migliore del "cucciolo".
Uno spaccato di vita terribile nel contrasto fra il padre prevaricatore e il figlio timido.
Attorno a loro ruotano Geco, un socio in affari di Roman, Che, un intellettuale eroinomane, che trascina Cucciolo sulla strada della droga, un altro romeno spacciatore e la sua giovane prostituta.

Lo spettacolo affronta due temi molto impegnativi: il rapporto padre e figlio e il dramma dell'immigrazione, molto attuale in questo momento.

Anche questa volta Gassman dimostra di apprezzare la compresenza e sovrapposizione di teatro e cinema, con videoimmagini e videografie che scandiscono il tempo teatrale, grazie a un impianto di retroproiezione su un grande tulle nero posto a copertura del boccascena: lo aveva già utilizzato nello spettacolo precedente: La Giuria.

Lo spettacolo, però, risulta troppo caotico e dinamico, come detto, iperrealistico. Anche i suoni erano troppo alti, dandomi quella sensazione, forse voluta, di caos ed ansia che mi ha disturbato.
Alla fine non sono riuscito a soffermarmi sulla morale della serata (rapporto padre-figlio ed emarginazione) ma solo sulla bravura degli attori. Perché i protagonisti sono stati tutti eccezionali.
Alessandro Gassman ormai è una certezza per come riesce ad accentrare su di se tuta la scena. Sopra agli altri ricordiamo Giovanni Anzaldo (Cucciolo), fragile e imcompreso adolescente e Manrico Gammarota ( Geco), malvivente sprovveduto con forte accento pugliese.

Sono molto combattuto se consigliarlo.



venerdì 18 marzo 2011

Ecco il museo della repubblica romana


Il posto è tra i più suggestivi di Roma: Porta San Pancrazio, in cima a Via Garibaldi. Nel grande arco è aperto dal 17 marzo – con una lunga fila di visitatori già dalle 11 di questa mattina – il Museo della repubblica romana e della memoria garibaldina. Un nuovo museo a Roma, finalmente moderno, con touch screen e plastici (molto bello quello che illustra al secondo piano la battaglia del 1849), ma anche con la riscoperta sui muri del primo piano di graffiti molto accurati dei detenuti del 1872-74 con scene e monumenti romani come la Piramide di Caio Cestio. E poi soprattutto con i cimeli che sono collegati a nomi, in carne ed ossa, di patrioti che come ricorda un pannello avevano spesso meno di vent’anni e venivano da tutta Italia ma anche dall’estero (uno dei più vecchi, Daverio, aveva 34 anni).

BANDI E BANDIERE - Al primo piano si parte con l’evoluzione che porterà alla Repubblica Romana: i moti europei del ’48, la fase liberale di Pio IX, la fuga del pontefice a Gaeta e la proclamazione della repubblica sino al suo drammatico epilogo del luglio ’49. I bandi, le incisioni, stampe, dipinti, giornali e poi i volti dei triumviri. Al secondo piano si viene accolti dalla battaglia del 30 aprile contro le forze soverchianti francesi e un grande panorama del belga Léon Philippet ripreso da Villa Savorelli (oggi Villa Aurelia) che in 12 tele fa rivivere le varie fasi del cruento scontro. Nelle sale tutt'intorno gli artefici della difesa di Roma e poi il testo della Costituzione romana che come è noto ha costituito un riferimento preciso per la costituzione italiana. Infine bandiere (c’è anche quella dei Mille), giubbe e uniformi accompagnano le vicende garibaldine degli anni successivi.

BIBILIOTECA - L’allestimento è della Sovrintendenza ai beni culturali di Roma capitale, la direttrice è Federica Pirani, i cimeli provengono da varie istituzioni (Museo del risorgimento, Istituto del Risorgimento, Associazione nazionale veterani e reduci garibaldini che avrà la sua sede nell’edificio). Un ruolo speciale per la Biblioteca di storia moderna e contemporanea di via Caetani che grazie a Paola Gioia e Maria Pia Critelli ha fornito un’importante documentazione (anche un prezioso acquerello sulla proclamazione della repubblica in Campidoglio), le foto molto rare di Stefano Lecchi che costituiscono il primo reportage fotografico di guerra e soprattutto il collegamento con la banca dati della biblioteca in cui sono conservati digitalizzati i documenti del ’49. Il museo sarà visitabile su prenotazione dal lunedì al venerdì, aperto al pubblico sabato e domenica dalle 10 alle 19.

giovedì 17 marzo 2011

17 marzo 1861


Nel 1861 l'Italia è unita, scompaiono i ducati e i granducati in Emilia e Toscana, ridotto il dominio pontificio alla sola zona del Lazio, tramontate da Napoli a Palermo le fortune dei Borboni, solo il Veneto e Roma mancano a completare l'unità della Penisola.
Il 17 marzo 1861 "Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e per i suoi Successori il titolo di Re d'Italia". Questa è considerata la legge con la quale ufficialmente si proclama regno d'Italia e diventerà la legge n.1 del Regno nel successivo mese d'aprile-


sabato 26 febbraio 2011

Gaia Terra di mezzo


Vi invito di cuore ad assistere allo spettacolo teatrale pensato e recitato da una mia amica speciale, Stefania Ventura.

Stefania, oltre ad essere una bravissima attrice , ha l'ambizione di arrivare a superare i pregiudizi nei confronti delle "diversità" grazie allo strumento del teatro e della recitazione come palcoscenico della vita in cui ognuno di noi si può rispecchiare, ma soprattutto ritrovare il senso e la bellezza della vita.

Il Tema è il disagio emotivo: la fatica umana in generale, ed in questo caso di una donna, ad adegurasi alla società in cui vive. In un buffo, naif, tragicico, ridicolo, comico percorso tra vita e morte, Gaia dovrà decidere fra le due possibiltà

Il progetto nasce dall’interesse a lavorare sul “femminile” con una sana leggerezza ma spingendosi in profondità, a scandagliare le zone d’ombra e le componenti meno stereotipate e convenzionali dell’essere donna, nell’intento di dar vita con il personaggio di Gaia ad una creatura sfaccettata e sorprendente, ma comunque legata al dato reale, in sarcastica antitesi con i modelli femminili di matrice pubblicitario-televisiva quotidianamente rimandatici dal gran circo massmediologico.

Potrete partecipare allo spettacolo GAIA TERRA DI MEZZO al Teatro "Casa delle Culture" da Martedì 8 Marzo a Domenica 13 MARZO tutte le sere alle ore 21.30 mentre la domenica si anticipa alle 18.00





Per info più approfondite sullo spettacolo cliccare qui:


ORARIO PER LE PRENOTAZIONI

telefonicamente allo 06.58333253 tel fax 06.58157182 tutti i giorni di spettacolo dalle 18,30 la domenica dalle 16,30.

per e.mail botteghinocasaculture@interfree.it indicando cognome, giorno e numero dei posti. riceverete conferma.

la prenotazione sarà valida se il biglietto verrà ritirato entro e non oltre la mezz'ora prima dell'inizio dello spettacolo.

COSTO DEI BIGLIETTI
Intero € 14.00 - ridotto € 10.00 - universitari € 6.00

RIDUZIONI A a 10 euro: anziani, carta giovani, tesserati Emergency, Bibliocard, allievi scuole di recitazione (con presentazione tesserino), a chi porta un libro da scambiare per la biblioteca di libero scambio.

lunedì 21 febbraio 2011

Dona Flor ed i suoi due mariti


Venerdì sera di nuovo al teatro Quirino per assistere alla prima di "Dona Flor ed i suoi due mariti", uno dei romanzi più conosciuti dello scrittore brasiliano Jorge Amado, che lo pubblicò nel 1966.

Lo spettacolo è realizzato dalla regista-autrice Emanuela Giordano.

Ambientato nella capitale dello stato di Bahia, nei primi anni ’60, il libro è un affresco nostalgico della vivace vita dei quartieri popolari baiani.
Appena si apre il sipario inizia a recitare la madre di Flor durante la veglia funebre del genero Vadinho, allegro e scapestrato giocatore che muore improvvisamente, moglie innamoratissima ma in continua tribolazione per la vita sregolata del marito.
Nella prima parte è raccontata in flash back la storia dell'amore fra Flor e Vadinho, fra tradimenti, fughe e dissipatezze di lui, alternati con rari momenti di fortuna e splendore.
Nella seconda parte viene rappresentato il ritorno ad una vita pacata ed ordinata della vedova ma anche il crescendo di nostalgia per gli amplessi appassionati del marito, carenza di cui Flor, pudica e morigerata, si vergogna moltissimo e di cui soffre in silenzio.
Grazie all'intervento di tre amiche conosce un farmacista pacato e religioso. I due finiscono per sposarsi. Ma, benché innamoratissimo e pieno di premure, dal punto di vista sessuale il nuovo marito non soddisfa del tutto Dona Flor, che sempre più rimpiange Vadinho. Nell'ultima parte, gli eventi si ribaltano e prendono un andamento fantastico, quando lo spirito di Vadinho ritorna sulla terra e incomincia a stuzzicare Dona Flor. Solamente lei vede Vadinho, che quando sta con Dona Flor sembra essere capace di realizzare le stesse cose che faceva a letto quando era vivo. Dona Flor esita, se rimanere fedele al suo nuovo marito o cedere allo spirito del primo.

Riuscita la prova di far interpretare il cuore pulsante del popolo brasiliano, caloroso e colorato alle tre tre attrici, Simonetta Cartia, Claudia Gusmano e Laura Rovetti.
La voce del popolo viene riassunto magistralmente dalle tre amiche della protagonista. Sono loro che risaltano, per la loro bravura interpretativa.
Sono le tre ragazze che non solo sono il trait d'union di tutte le scene, ma anche il vero nerbo della narrazione, la frizzante ironia e la malizia di cui è rivestita l’intera trama.

Spartane ma efficaci le scenografie.

Nell'opera sono stati trattati con estrema apertura e sincerità dei vari aspetti della vita amorosa, sia dal punto di vista fisico che da quello emotivo.


Non perfetta l’interpretazione di Caterina Murino che riesce però a destreggiarsi discretamente tra le varie emozioni della protagonista.
Più convincenti Vadinho e Teodoro, interpretati dal promettente Max Malatesta e da Paolo Calabresi. Evidente è la diversità estrema dei due personaggi palesemente agli antipodi che sollecitano la riflessione su che cosa realmente significhi sentirsi appagati sentimentalmente e spiritualmente.

Una serata divertente!

ORARI
dal martedì al sabato ore 20.45
giovedì 17, mercoledì 23 e sabato 26 febbraio ore 16.45
tutte le domeniche ore 16.45
INFO
botteghino 06/6794585
numero verde 800013616
PREZZI: platea € 30,00 (ridotto € 26,00), I balconata € 25,50 (ridotto € 23,00), II balconata € 22,00 (ridotto € 19,00), galleria € 16,00 (ridotto € 14,00)

lunedì 17 gennaio 2011

" il Ritrovamento della lupa con Romolo e Remo" ai Musei Capitolini


Dopo il fantastico dipinto Orazi e Curiazi Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d'Arpino (1568-1640), esponente di spicco del manierismo romano sul lato corto in fondo possiamo ammirare il
Ritrovamento della lupa con Romolo e Remo (1596): Faustolo scopre sotto i rami di un fico, sulla riva del Tevere, la Lupa che allatta Romolo e Remo.
Nella figura della lupa è evidente il richiamo alla Lupa capitolina conservata nel palazzo e simbolo della città.


Trent'anni dopo la fondazione di Lavinio, il figlio di Enea, Ascanio fonda una nuova città, Albalonga, sulla quale regnarono i suoi discendenti per numerose generazioni (dal XII all'VIII secolo a.C.) come ci racconta Tito Livio.
Molto tempo dopo il figlio e legittimo erede del re Proca di Alba Longa, Numitore, viene spodestato dal fratello Amulio, che costringe sua nipote Rea Silvia, figlia di Numintore, a diventare vestale e a fare quindi voto di castità onde impedirle di generare un possibile pretendente al trono.
Il dio Marte però s'invaghisce della fanciulla e la rende madre di due gemelli, Romolo e Remo.
Il re Amulio, saputo della nascita, ordina subito l'assassinio dei gemelli per annegamento, ma il servo a ciò incaricato non trova il coraggio di compiere un tale misfatto e li abbandona sulla riva del fiume Tevere. Rea Sivia non subirà la pena di morte riservata alle vestali che infrangevano il voto di castità in quanto di stirpe reale, ma verrà confinata in isolamento dal re. La cesta nella quale i gemelli erano stati adagiati si arenerà, presso la palude del Velabro tra Palatino e Campidoglio (nei pressi dell'attuale foro romano) alle pendici di una delle creste del palatino, il Germalus, sotto un fico, il fico ruminale o romulare, nei pressi di una grotta detta Lupercaledove i due vengono trovati e allattati da una lupa che aveva perso i cuccioli ed era stata attirata dal pianto dei gemelli (probabilmente una prostituta, all'epoca chiamate anche lupae, di cui si ritrova oggi traccia nella parola lupanare), e da un picchio (animale sacro per i Latini) che li protegge, entrambi animali sacri ad Ares. In quei pressi portava al pascolo il gregge il pastore Faustolo (porcaro di Amulio) che trova i gemelli ed insieme alla moglie Acca Larenzia (detta lupa dagli altri pastori in quanto dedita alla prostituzione) li cresce come suoi figli.

martedì 28 dicembre 2010

Il ritratto di Musico di Leonardo da Vinci



Fino al 27 febbraio prossimo sarà possibile ammirare presso i Musei Capitolini di Roma il meraviglioso dipinto di Leonardo da Vinci "il Ritratto di Musico".
L'opera, un dipinto a olio su tavola di 43 x 31 cm realizzato nel 1486,. è conservata da circa cinquecento anni presso Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano ed eccezionalmente sarà esposta nella Capitale.

Secondo il sito Wikipedia non si conoscono la collocazione originaria e le circostanze della commissione del dipinto. Un'ipotesi è che fosse stato donato nel 1637 dal marchese Galeazzo Arconati con il Codice Atlantico, oppure potrebbe essere il ritratto "del duca Gio. Galeazzo Visconti" ricordato nella donazione di Federico Borromeo assieme a una fantomatica "Testa del Petrarca" come opere di Leonardo.
Successivamente, nel XIX secolo, venne interpretato come ritratto di Ludovico il Moro, in dittico con quello (presunto) di Beatrice d'Este (inv. 100). Solamente nel 1904, a seguito di una pulitura si riscoprì lo spartito musicale, coperto da una ridipintura, che contiene la scritta "Cant... Ang...", seguita da una partitura musicale.
Da questo indizio si è risaliti all'identificazione con Francesco Gaffurio, maestro di cappella del Duomo di Milano dal 1484 nonché compositore di un "Cantum Angelicum", cioè l'Angelicum ad divinum opus.
Altre ricerche hanno ipotizzato che il soggetto del quadro possa essere il compositore franco-

Sempre da Wikipedia è possibile leggere la descrizione e lo stile dell'opera. Il soggetto, un giovane dalla folta capigliatura, è ritratto a mezzo busto di tre quarti, girato verso destra. Lo sguardo è distante, ma vivo e intelligente, trattato con un forte chiaroscuro che lo fa emergere in tutta la sua plasticità. Particolarmente espressivi sono gli occhi, indagati con finezza fin nelle pupille, con diverso passaggio di luci e ombre. La capigliatura è abbondante e riccia, di colore biondo ricavato con luminescenze dorate.
I toni si assestano sui bruni e sul nero dello sfondo, con un tocco di colore nella berretta rossa. La veste, di qualità non eccelsa, viene ritenuta un frettoloso intervento posteriore, forse dello stesso Leonardo, così come la mano reggente il cartiglio, che appare in basso a destra come appoggiata a un parapetto, secondo la tipologia del ritratto alla fiamminga allora già popolare in area veneta e non solo.

Per le informazioni utili per il biglietto e l'accesso all' Esedra di Marco Aurelio visitate il sito dei Musei Capitolini.


martedì 30 novembre 2010

Teatro Ambra a Garbatella


Messaggero Cronaca di Roma di sabato 27 novembre 2010

Si chiama Ambra ma non è lo Jovinelli la nuova sala della Garbatella.
Da questa stagione teatrale in poi se vorrete dare a un amico un appuntamento all'Ambra sarete costretti a specificare se state parlando dell'Ambra alla Garbatella o dell'Ambra all'Esquilino, ovvero della sala del popolare quartiere romano o dello storico Jovinclli in procinto di riaprire dopo due anni di chiusura.

Si perché, prima della ripresa delle attività nell'edificio di via Guglielmo Pepe, il Gruppo Ambra ha aperto uno spazio da 250 posti: si trova in piazza san Giovanni da Triora - ovvero a pochi passi dal bar dei Cesaroni, tanto per dare una coordinata precisa - ed è stato inaugurato per la consegna. del Premio Borsellino lo scorso 15 ottobre.

Dall'8 al 12 ospiterà una rassegna di teatro per ragazzi che porta lo stesso nome della sezione giovani della Festa del Cinema di Roma, cioè "Alice nella città": destinata a un pubblico dai 5 ai 15 anni, è a ingresso gratuito.

Per entrare nel vivo nella programmazione dell'Ambra alla Garbatella bisogna aspettare la festa di apertura, che durerà una settimana intera, dal 13 al 19 dicembre, e alla quale parteciperanno- tutti gli artisti della famiglia Dandini-Guzzanti, ovvero - oltre a Serena, ex direttrice artistica dell'Ambra Jovinelli, e a Sabina. Corrado e Caterina - anche Francesca Reggiani, Nicola Piovani, Valerio Mastandrea e Lele Marchitelli.

Insieme a loro anche Fiorella Mannoia, Elio Germano e le Bestie rare, e Carlotta Natoli.

Il numero di telefono per informazioni è 06 3232583.

Archivio blog