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domenica 16 giugno 2024

Necropoli di San Paolo



Testo tratto dai siti della Sovraintendenza e Associazione culturale L'asino d'oro.

A circa 2 km dalle Mura di Aureliano, sorgeva nell’antichità in una vasta pianura alluvionale sulle rive del Tevere attraversata dalla via Ostiense, il cui percorso fino a questo punto coincideva con quello ricalcato dalla via moderna. Nell’area compresa tra la Rupe di S. Paolo e l’ansa del Tevere, si addensava una grande necropoli le cui tombe si disponevano lungo la via Ostiense e le arterie minori.

Gran parte di questa necropoli che si suppone ancora conservata nel sottosuolo e la cui estensione non è mai stata completamente perimetrata, deve ancora essere indagata. Dal ’700  furono messe in luce alcune tombe, altre ne furono scoperte successivamente in varie riprese. Ma solo negli anni 1917/18 i lavori di allargamento della via Ostiense hanno permesso una più puntuale documentazione del settore della necropoli ancora oggi in parte conservata, un ulteriore intervento di allargamento del 1933 portò lo scavo fino alle pendici della Rupe mettendo in luce i sepolcri attualmente visibili. 

Le tombe seguono l’andamento nord/sud dell’asse della via Ostiense e dimostrano una continuità d’uso dal I sec.a.C. al IV sec.d.C., documentando il passaggio tra l’uso del rito funerario dell’incinerazione e quello dell’inumazione, tra la fine dell’età repubblicana, il I secolo dell’impero ed il successivo II secolo.

I più antichi edifici funerari sono in prevalenza "colombari" a pianta quadrangolare nelle cui pareti interne erano ricavate piccole nicchie, in file di più piani, per la deposizione delle urne cinerarie.

Per una descrizione sommaria del sito  vi consiglio il sito dell' Associazione culturale L'asino d'oro .

Per l'associazione la necropoli rappresenta , con le sue differenti sepolture e le sue delicate pitture, un sito assolutamente da visitare. In esso infatti si può cogliere pienamente il riflesso delle graduali ma significative trasformazioni sociali, economiche e culturali, avvenute a Roma tra l’epoca pagana e l’avvento del Cristianesimo.

Per nformazioni e prenotazioni sia per gruppi che per singoli è necessario rivolgersi allo 060608 dalle 9.00 alle 19.00  (vedi sito della sovraintendenza)


lunedì 23 aprile 2012

Visita Rione Monti - 28 aprile 2012 ore 16.30

L'associazione culturale Edesia ricorda che per sabato 28 è in programma la seconda tappa RIONI di Roma. "Ci attende il RIONE MONTI per una affascinante passeggiata in compagnia di Emilia. Ecco il dettaglio: sabato 28 aprile ore 16.30 appuntamento in P.zza S. Pietro in Vincoli di fronte la Basilica.

Per maggiori informazioni visitate il sito www.edesia.org

giovedì 22 settembre 2011

25 set 2011 COLOSSEO l'Anfiteatro e l'ars gladiatoria

Ricevo dalla mia associazione e pubblico volentieri: 

 Cari Amici si riparte! Scaldiamo i motori per una nuova stagione di divertimento intelligente e (perchè no) anche low cost (che di questi tempi non guasta)... Il primo incontro della stagione sarà il Colosseo con il tema l'Anfiteatro e l'ars gladiatoria. Approfittiamo infatti delle Giornate Europee della Cultura che consente l'ingresso gratuito per effettuare una visita a tema sull'ars gladiatoria e sul luogo principe di queste manifestazioni. Quindi l'appuntamento (per il quale effettueremo specifica prenotazione) è per domenica 25 settembre 2011 nel pomeriggio. Comunicheremo tutti i dettagli tra qualche giorno. 

 A presto. 
 EDESIA

Per maggiori informazioni visitate il sito web www.edesia.org 

lunedì 8 agosto 2011

I profumi della storia fra i sentieri e a tavola



Una full immersion nella storia, fatta di mura, acqua, roccia, vegetazione, sapori e ricordi. E su tutti la 'voce' dell'Aniene che compie il suo salto con la grande cascata tenuta a battesimo da papa Gregorio XVI nel 1835. E' il "Viaggio nel gusto" che si compie a Villa Gregoriana, nel cuore di Tivoli, grazie a Pierreci Codess e al Fai - Fondo ambiente italiano, che ripropongono per il secondo anno un itinerario nella villa passa tra i sentieri del parco, fino ad arrivare ad una tavola imbandita ai piedi dell'Acropoli tiburtina.

E la discesa in quella che veniva chiamata la "Valle dell'inferno", per la sua forma a cono, degna delle migliori rappresentazioni dantesche, scavata ai piedi dell'antica acropoli di Tivoli dall'Aniene, nel luogo in cui il fiume entra nella campagna romana è anche un piccolo viaggio alla scoperta della tavola dei nostri antenati, quali alimenti nelle epoche passate venivano utilizzati in cucina e in che modo venivano consumati.

Tutto inizia all'ora del tramonto.
L'archeologa Sabrina Zampini fa da virgilio e prende come punto di partenza le fondamenta di una casa di epoca romana, è la villa di Manilio Vopisco, celebrata da Publio Papinio Stazio nelle sue Silvae e poco dopo devastata dall'alluvione del 106. Poi l'oblio. I ruderi degli edifici furono sommersi dalla vegetazione. Poi, all'inizio dell'800 furono riportati alla luce e integrati in un magnifico giardino pubblico, che però mantenne la definizione di 'villa'.

Ma la villa è, in realtà, il risvolto 'estetico' dell'opera principale voluta da Gregorio XVI per sistemare il vecchio letto dell'Aniene, stravolto dalla rovinosa piena del 1826. Con la deviazione e la canalizzazione in due cunicoli artificiali delle acque l'Aniene si è così ritrovato a compiere due salti (ma originariamente erano 4), di circa 130 metri.

E la vegetazione rigogliosa a ridosso della nuda roccia che scende nel cuore della terra, la cascata e in alto i due templi del I secolo a. C., uno rettangolare, detto di Tiburno, l'altro rotondo, detto di Vesta o della Sibilla albunea diventano tappa obbligata di uno dei 'must' per i romantici del XVIII secolo: il Grand Tour.

Tutto questo si intreccia nel racconto dell'archeologa, che parla del "galateo" in voga nelle diverse epoche, delle abitudini alimentari e delle ricette. Alcune delle quali si 'materializzeranno al termine della risalita dalla valle, su una tavola apparecchiata con riproduzioni di ceramiche storiche ai piedi del tempio della Sibilla. Fra l'enunciazione della ricetta originale, aneddoti e curiosità, si susseguono un antipasto dell'antica Roma, un piatto medioevale, uno rinascimentale, per chiudere con un dolce ottocentesco preparati dallo chef Roberto Fantini. Tutti piatti con una loro bibliografia accertata e accompagnati con un loro vino. E compiere, per la seconda volta in poche ore, un nuovo viaggio nel tempo.

martedì 17 maggio 2011

La Resistenza a Roma. Fatti, luoghi e simboli

In programma presso la Casa della Memoria e della Storia dal 26 maggio al 2 luglio 2011 "La Resistenza a Roma. Fatti, luoghi e simboli", la mostra che racconta con le immagini gli intensi e drammatici avvenimenti vissuti dalla Capitale, dai bombardamenti anglo-americani del luglio 1943 fino all'arrivo delle truppe alleate l'anno successivo.

I sedici pannelli della mostra fotografica propongono circa 70 immagini tra fotografie, stampe e riproduzione di documenti originali dell'epoca, tratta da archivi storici italiani ed esteri. L'esposizione si divide in sezioni tematiche "Bombardamenti su Roma"; "25 luglio e caduta del regime fascista"; "8 settembre e battaglia di Porta San Paolo"; "Deportazione e rastrellamenti del ghetto ebraico e del Quadraro"; "Fucilazioni di Forte Bravetta"; "Attacco di Via Rasella"; "Strage delle Fosse Ardeatine"; "Partiti e movimenti della Resistenza romana"; "Carcere di Via Tasso"; "Stampa clandestina"; "Arrivo degli Alleati e Liberazione di Roma".

All'inaugurazione prevista il 25 maggio ore 18.00 saranno presenti Massimo Rendina, Presidente dell'ANPI di Roma e Lazio e i due curatori Davide Conti e Michela Ponzani.

Dopo tre anni di guerra e le dure sconfitte militari in Jugoslavia, Grecia e Unione Sovietica, la situazione politico-militare dell'Italia precipita e il 19 luglio 1943 Roma subisce un pesante bombardamento da parte dell'aviazione anglo-americana. Si contano oltre 4000 morti.

Il 25 luglio il Gran Consiglio del Fascismo si riunisce a Palazzo Venezia per discutere delle sorti della guerra: a seguito della votazione per la destituzione di Mussolini, Vittorio Emanuele III costringe il Duce alle dimissioni e conferisce al generale Pietro Badoglio l'incarico di formare un nuovo governo. Il fascismo è morto e per le strade di Roma la gente si lascia andare a manifestazioni di gioia, irrompe nelle sedi del Partito nazionale fascista e distrugge i simboli del regime.

Durante i "45 giorni" del governo Badoglio viene proclamato lo stato di guerra su tutto il territorio nazionale e le funzioni d'ordine pubblico passano sotto controllo delle autorità militari, si costituiscono corti marziali e si pone il divieto a scioperi o manifestazioni di piazza.

Il 13 agosto 1943 un nuovo bombardamento colpisce San Giovanni e la zona della Tuscolana.

L'8 settembre 1943 viene annunciato l'armistizio con gli Alleati e il ritiro dell'Italia dalla guerra; l'esercito, rimasto del tutto privo di direzione, si sfalda e resta in balìa della rappresaglia tedesca. Oltre 600.000 militari vengono deportati in Germania.

Con la fuga del re e del governo e il collasso dei comandi dello Stato maggiore italiano, il paese viene abbandonato se stesso.

Roma è aggredita dalle armate naziste, senza aver mai chiesto né ottenuto una resa. Il feldmaresciallo Albert Kesselring, comandante delle forze tedesche nell'Italia del sud, viola l'atto di resa firmato il 10 settembre col generale Calvi di Bergolo. I nazisti entrano a Roma e la città viene dichiarata territorio in stato di guerra. Iniziano le razzie nelle case, i rastrellamenti di uomini da inviare come manovalanza al fronte di Cassino o in Germania, le deportazioni di renitenti alla leva militare o del lavoro e le taglie sulle teste dei resistenti. Al coprifuoco e ai posti di blocco, si aggiunge la fame.

La mostra è ideata dall'ANPI di Roma e del Lazio ed è curata da Davide Conti ricercatore della Fondazione Lelio Bassi sezione Internazionale e Michela Ponzani ricercatrice dell'Istituto Storico Germanico di Roma. In collaborazione con Zètema Progetto Cultura.

Casa della Memoria e della Storia - Spazio mostre
Indirizzo: Via San Francesco di Sales, 5
Trastevere
Genere: mostra
Data: Dal 26 maggio al 2 luglio
Inaugurazione 25 maggio 2011 alle ore 18.00
Orario: dalle 10.00 alle 19.00
Chiusura: per festività giovedì 2 giugno e mercoledì 29 giugno 2011
Accesso: Ingresso libero
Telefono: 0039 06 6876543 - 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00)
Organizzatore: ANPI di Roma e del Lazio
Promotore: Roma Capitale Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico Casa della Memoria e della Storia

dal sito www.culturaroma.it

giovedì 12 maggio 2011

lunedì 9 maggio 2011

Il grande ritorno di Nerone

Articolo di Gian Piero Orsingher pubblicato su www.noiroma.it

Tra i 76 uomini che, in circa 500 anni, hanno ricoperto il ruolo di uomo più potente del mondo antico, ce ne è uno che, più di tutti gli altri, continua suscitare sentimenti contrapposti, una micidiale miscela di ammirazione e raccapriccio, ancora ai giorni nostri: Lucio Domizio Enobarbo, meglio noto come Nerone, nato nel 37 d. C, divenuto imperatore nel 54 e morto poco più che trentenne, nel 68 d.C.
E a lui Roma ha dedicato una mostra, aperta al pubblico fino al 18 settembre, che si snoda nel cuore del più importante e delicato parco archeologico del mondo.
Il Foro Romano, il Palatino e il Colosseo, infatti, costituiscono gli spazi espositivi dove i ritratti dell’imperatore, i dati archeologici più recenti provenienti dalle campagne di scavo condotte nella Città Eterna, le ricostruzioni virtuali di edifici ormai perduti, si alternano per fornire un quadro d’insieme di questo imperatore, troppo spesso e facilmente liquidato come pazzo sanguinario, matricida e feroce persecutore dei cristiani.
Nel corso della conferenza di presentazione, l’archeologo Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali, ha evidenziato alcuni tratti della personalità di questo ragazzo che a 17 anni si è ritrovato sul trono di Roma, ultimo esponente della dinastia giulio-claudia. Per il noto archeologo, l’imperatore era un uomo di elevata e raffinata cultura, nonché di acuta intelligenza: purtroppo questi tratti positivi e affascinanti sono stati messi anche “al servizio” degli aspetti più crudeli del complesso carattere di Nerone, offrendo così agli storici antichi, esponenti della classe aristocratica o di rango senatorio, tutto il materiale possibile per distruggere la figura di un imperatore molto amato dal popolo, talmente benvoluto dalla plebe che la sua tomba, situata probabilmente nella zona di Piazza del Popolo, era meta di pellegrinaggio ancora nel medioevo.

Come ha ribadito anche Anna Maria Moretti, soprintendente per i Beni archeologici di Roma, la mostra non ha lo scopo di rivalutare o condannare la figura di Nerone, ma offre sicuramente l’opportunità di rendersi conto della grande attività edilizia promossa da Nerone nella capitale, soprattutto all’indomani dell’incendio del luglio del 64 d. C.
Come raccontano gli autori antichi, in particolare Tacito, l’incendio, scoppiato nei pressi del Circo Massimo (probabilmente in una delle tabernae presenti nelle strutture esterne del Circo), in nove giorni si propagò in più della metà di Roma, interessando edifici pubblici, palazzi imperiali, proprietà private e abitazioni povere.

Nerone, successivamente indicato come responsabile dell’incendio, diede vita al più grandioso progetto edilizio mai concepito: la Domus Aurea, il vastissimo complesso architettonico che, in modo organico, occupava ben tre dei sette colli, ossia il Palatino, il Celio e l’Esquilino, ruotando intorno al lago artificiale che Nerone fece realizzare là dove Vespasiano farà costruire il Colosseo.
Un complesso enorme, costituito da giardini, viali alberati, padiglioni di grande eleganza nei quali erano esposti capolavori dell’arte greca e dove le decorazioni dipinte, in marmo o i mosaici si seguivano senza soluzione di continuità, catturando l’occhio del visitatore, un occhio costantemente immerso nella luce del sole che entrava nella nuova residenza imperiale e veniva propagata attraverso un complicato sistema di riflessi grazie alla presenza di castoni vitrei e applicazioni in foglia d’oro sapientemente messi in opera sui soffitti e lungo le pareti.
La mostra costituisce anche l’opportunità per riscoprire alcuni angoli del Palatino, dove le strutture delle dimore imperiali, precedenti e successive alla vicenda neroniana, vengono alla luce restituendo una lontana eco degli splendori di una delle più grandi civiltà delle storia.
La presentazione della mostra ha rappresentato anche l’occasione per annunciare due grandi progetti. Francesco Giro, sottosegretario ai Beni culturali, ha infatti dichiarato che è in cantiere una mostra per il bimillenario di Ottaviano Augusto, morto nel 14 d. C.; il rappresentante di governo, inoltre, ha affermato che si stanno tracciando le linee-guida per intervenire in modo definitivo sul Colle Oppio per salvaguardare e condurre nuove ricerche nel padiglione della Domus Aurea chiuso al pubblico da circa un paio di anni. In questo caso, Giro ha parlato di un intervento a 360 gradi (scavi, restauri, consolidamenti, nuovi interventi sul parco del colle Oppio, etc.), quantificabile in un investimento di 50 milioni di euro.

Questo nuovo appuntamento con la storia di Roma offre, inoltre, l’ennesima occasione per ringraziare i funzionari della Soprintendenza, ad iniziare da Maria Antonietta Tomei e Rossella Rea, curatrici della mostra e del catalogo (edito dalla Electa), gli archeologi, i restauratori, e tutti gli addetti che, ciascuno nel proprio settore, con le proprie competenze e con scarsi mezzi, difendono e valorizzano l’oro nero dell’Italia e della sua capitale.

Tutti i giorni, fino al 31 agosto: 8,30 – 19,15 (ultimo ingresso: ore 18,15); dal 1° settembre al 18 settembre: 8,30 – 19,00 (ultimo ingresso: ore 18,00).
Biglietti: intero, € 12,00; ridotto, € 7.50. Lo stesso biglietto consente l’accesso al Colosseo, al Foro Romano e al Palatino.
Info e visite guidate: Pierreci, tel: 06 39967700. www.pierreci.it
pubblicato il 29/04/2011

giovedì 5 maggio 2011

Tesori intorno a Roma

da www.repubblica.it

Centottanta beni tra centri abitati, beni storico-artistici, archeologici e paesaggistici del Lazio. E' il tesoro che i siti della regione offrono ai visitatori sulle tracce di dodici itinerari lungo le principali 13 Vie Consolari romane.
Il sito "Tesori intorno a Roma" illustra (in italiano, inglese e tedesco) i percorsi da scoprire lungo le vie Flaminia, Cassia, Claudia Braccianese, Aurelia, Portuense, Salaria, Ardeatina, Appia, Latina, Prenestina, Tiburtina, Nomentana e Severiana.
Il progetto, promosso da Civita, è racchiuso anche nel volume "Tesori lungo le Vie Consolari romane. Infine, l'applicazione iPhone "Tesori in un palmo di mano" (in italiano e in inglese) è un invito al "viaggiare lento", al "vivere" la cultura con attenzione, curiosità e gusto dell'esplorazione di un'Italia "museo diffuso a cielo aperto" di cui in molti hanno scritto, a cominciare dai grandi viaggiatori del XVIII e XIX secolo, spesso collocato in un contesto paesaggistico e naturale straordinario.

martedì 3 maggio 2011

il New York Times esalta le Domus sotto Palazzo Valentini


Articolo pubblicato su www.repubblica.it

Continuano a riscuotere grandi consensi le Domus Romane di Palazzo Valentini. Anche il New York Times esalta in un articolo gli scavi archeologici e le ricostruzioni virtuali curate da Piero Angela, Paco Lanciano e Gaetano Capasso, che permettono al visitatore di rivivere i fasti dell'Antica Roma. Una preziosa opera di riqualificazione e ricerca portata avanti da storici dell'arte, archeologi e architetti della Provincia.

"Come da copione - si legge nel pezzo del New York Times intitolato 'Under Rome, a Trip Back to Imperial Times' - scavando sotto la superficie della Roma moderna riemergono antichi edifici. Gli scavi condotti nel 2007, a pochi passi dal traffico di piazza Venezia, hanno portato alla luce due ville di epoca imperiale impreziosite da mosaici, rivestimenti a parete policrome, fontane e affreschi [...]. Le visite alle Domus Romane forniscono la rara opportunità di vedere gli elementi dell'antica vita romana all'interno delle mura domestiche. Una delle case conserva una stanza da bagno, completa di impianto idraulico, e l'altra un colorato mosaico fatto di quasi 100mila lastre di pietra".

"Non è la prima volta che la stampa straniera descrive le meraviglie delle Domus di Palazzo Valentini - ricorda il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti - e questo per noi è un motivo di grande soddisfazione.

Gli scavi sono la dimostrazione di come le nuove tecnologie possano valorizzare l'immenso patrimonio artistico della nostra città, una sapiente miscela di tradizione e innovazione che rende possibile un vero e proprio viaggio virtuale nel passato". Gli scavi, visitabili dal mercoledì al lunedì al costo di 6 euro, sono stati riaperti al pubblico il 16 ottobre 2010 e da allora hanno fatto registrare quasi 20mila visite.

martedì 12 aprile 2011

Sulle tracce dell'imperatore Nerone


Articolo di Manuela Pelati pubblicato su www.corriere.it

Una grande mostra per un grande imperatore. Sono 200 i pezzi da ammirare tra sculture, rilievi, affreschi, dipinti e reperti di scavi recenti. Tutti dedicati alla figura di Nerone, l'imperatore che regnò dal 54 al 68 d. C. «tra luci e ombre», come ha sottolineato il sovrintendente Francesco Maria Giro, Sottosegretario ai Beni e alle Attività Culturali, durante la presentazione alla stampa. «Un personaggio controverso, amante di architettura e arte, ma autore di gesti violenti come l'uccisione della madre e l'incendio di Roma, a lui attribuito. Era amato dal popolo e odiato dall'aristocrazia».


TRA CULTURA E VIOLENZA - Uomo di notevole talento, grande ingegno ed intensa energia, Nerone fu adottato dall'imperatore Claudio nel 50 d. C., quando quest'ultimo aveva sposato la madre Agrippina, discendente di Augusto. Il suo regno ebbe due fasi: nei primi 5 anni in accordo con il Senato, il suo governo lasciò un segno positivo, negli anni successivi mostrò un nuovo volto. Fece uccidere la madre (nel 59 d. C.), ruppe con il senato e provocò diversi scandali, fra i quali esibirsi in pubblico cantando e suonando. Nel 65 d. C. una prima grave congiura portò all'esecuzione capitale di diversi senatori, nel 64 d. C., poi, l'incendio di Roma pose sulla sua figura sospetti che ne causarono la fine. Nel 68 d. C., dopo una ribellione dell'esercito fu proprio il Senato che lo costrinse a dimettersi inducendolo a uccidersi. Nerone non lasciò eredi e con lui finì la dinastia Giulio-Claudia. Dopo la sua morte molte delle statue che lo raffiguravano furono distrutte, il suo nome fu cancellato dalle iscrizioni, la sua testa radiata sul Colosseo.

LE TRACCE NEI LUOGHI DOVE VISSE - La mostra, (dal 12 aprile al 18 settembre 2011) è sulle tracce dell'architettura e l'urbanistica dove Nerone visse e operò. Il percorso inizia dalla Curia Iulia con i ritratti dell’imperatore e della famiglia e la leggenda nera: Nerone nella pittura storica, con dipinti e sculture di età moderna che ne dimostrano la fama nei secoli. Si prosegue nel tempio di Romolo con un video dove viene proiettata un’antologia cinematografica che ha come protagonista Nerone nelle celebri interpretazioni, solo per citarne alcune, di Petrolini, Peter Ustinov e Alberto Sordi. Nel Criptoportico neroniano si affronta il tema del lusso sfrenato profuso nei palazzi neroniani e la propaganda attraverso iscrizioni e rilievi che ne raccontano le gesta. Nel Museo Palatino è illustrata la fastosità della Domus Transitoria, il palazzo costruito da Nerone prima dell’incendio, non solo attraverso affreschi e marmi policromi, ma anche, e per la prima volta, con un video che ne ipotizza una ricostruzione in 3D. La mostra si conclude al II ordine del Colosseo con la storia del grande incendio del 64 d.C. e la costruzione della Domus Aurea, la vasta residenza rimasta incompiuta.

FOTOGRAFIE E VIDEO - Il percorso della mostra si apre e si chiude con video che propongono, all’ingresso, le più recenti ipotesi ricostruttive in 3D della Domus Aurea e, all’uscita, una selezione di immagini tratte dalla cinematografia cui si deve, in gran parte, il radicarsi nell’immaginario collettivo di un Nerone folle, istrionico, a tratti patetico. L’evolversi del disastroso incendio è seguito, sulla base del resoconto di Tacito, dal primo focolaio divampato nel Circo Massimo nella notte tra il 18 e il 19 luglio del 64 fino all’estinzione, nove giorni dopo, e alla constatazione dei danni: le cospicue tracce dell’incendio rinvenute nella valle del Colosseo e lungo le pendici orientali del Palatino nel corso degli scavi condotti dal 1986 a oggi, sono per la prima volta offerte al grande pubblico.

Nerone
Colosseo, Foro romano e Palatino
Dal 12 aprile al 31 agosto
Orario 8.30-19.15 (ultimo ingresso un'ora prima)
Euro 12, ridotti 7,50
Informazioni e visite guidate tel. +39.06.39967700

venerdì 1 aprile 2011

I Daci nell’esercito di Settimio Severo, da “barbari” a legionari


Una grande festa animerà il museo e mostrerà al pubblico, attraverso coinvolgenti rappresentazioni e visite speciali, gli antichi costumi daci e romani.

Due appuntamenti di archeologia sperimentale per spiegare al pubblico le armature utilizzate, le tecniche di combattimento e il ruolo dei Daci nell’esercito romano. Successivamente, negli spazi esterni lungo via Biberatica, si svolgeranno delle vere e proprie esercitazioni di scuola gladiatoria e rappresentazioni di spaccati di vita negli accampamenti militari.

per saperne di più

Locandina (JPG - 324,21 kB)

info

Orario
alle ore 11.00 e alle 16.30

Biglietto d'ingresso
Evento gratuito con acquisto del biglietto d'ingresso al museo secondo la tariffazione vigente

Informazioni
060608 (tutti i giorni ore 9.00-21.00)


martedì 29 marzo 2011

Roma. Sulle orme di Caravaggio


Stralcio del comunicato del Ministero dei beni e delle attività culturali

Nell’ambito delle iniziative realizzate per il IV Centenario della morte di Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610), Rossella Vodret – Soprintendente Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale di Roma – ha ideato e curato “Roma. Sulle orme di Caravaggio”, un itinerario che dal 31 marzo al 19 giugno 2011, in collaborazione con il Comune di Roma, ripercorre e racconta i fatti salienti del pittore nella Roma in cui visse tra il 1596 e il 1610, ricostruiti dai documenti d’archivio e dalle mappe del ‘600.

Il centro storico di Roma, intensamente vissuto, ora come nel ‘600, è miracolosamente rimasto inalterato, ed è quindi possibile ritrovare i luoghi in cui Caravaggio ha vissuto, trionfato e sofferto e creato i suoi straordinari capolavori,. Muoversi in una parola sui suoi passi, penetrando con lui nell’ambiente e nella vita dell’epoca.

Dal 31 marzo al 19 giugno, “Roma. Sulle orme di Caravaggio”, guidati da storici dell’arte, i visitatori potranno passeggiare per le vie del centro storico di Roma, ripercorrendo la vita tormentata del grande Maestro e riscoprirne i capolavori nelle chiese di Sant’Agostino e di San Luigi dei Francesi.

Nei circa dieci anni trascorsi intensamente nella capitale, Caravaggio visse avvenimenti straordinari e drammatici che hanno avuto per scenario le strade, le piazze, i palazzi e le chiese di Roma, esattamente gli stessi in cui oggi viviamo, lavoriamo e trascorriamo la nostra vita di tutti i giorni.

Il percorso - primo di una serie che verrà dedicata ai grandi artisti attivi nella città papale e realizzata in collaborazione con Roma Capitale, è studiato per ripercorrere le tappe della tormentata vita di Caravaggio, non solo attraverso i capolavori che ci ha lasciato, ma anche e soprattutto nei luoghi che sono stati teatro della sua inquieta, violenta, ma straordinariamente creativa vita:

L’itinerario parte da Sant’Ivo alla Sapienza, dove è in corso la mostra “Caravaggio a Roma. Una vita dal vero”, per procedere verso Palazzo Madama, residenza del Cardinal Del Monte (e di Caravaggio nei suoi anni giovanili). Si raggiunge Piazza Navona, teatro di numerosi aggressioni e arresti che vedono Caravaggio protagonista: qui infatti viene fermato dagli sbirri per detenzione d’armi in luogo pubblico nel 1598 e aggredisce, qualche anno dopo, il notaio Pasqualoni in difesa di Lena Antognetti, “donna di Caravaggio” e sua modella prediletta.
Passando per il vicolo del Salvatore e via della Dogana Vecchia si arriva alla chiesa di San Luigi dei Francesi, che custodisce tre grandi capolavori: Il Martirio di San Matteo, San Matteo e l’angelo, La Vocazione di San Matteo, commissionati per la cappella del Cardinal Contarelli. Dalla chiesa di Sant’Agostino, nella quale è possibile ammirare la famosa Madonna dei Pellegrini, si passa per via della Scrofa dove si trovavano le botteghe più frequentate da Caravaggio, in particolare quelle del barbiere, del sellaio, del pellaio Sinibaldi e soprattutto del pittore Lorenzo Carli primo vero punto di riferimento romano per il Maestro. Da via del Corso si costeggia la Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso, la zona in quell’epoca era malfamata e frequentata da balordi e cortigiane.
Si prosegue per piazza della Torretta, dove Caravaggio studiò con il Cardinal D’Arpino, si avanza poi su via della Lupa, sede un tempo dell’”Osteria della Lupa” frequentata dal Merisi. Procedendo per via della Pallacorda dove Caravaggio uccise Ranuccio Tomassoni si giunge, infine, all’ultima sosta in vicolo del Divino Amore per scoprire ancora intatta la casa dove Caravaggio abitò nel 1605. Il percorso termina con Palazzo Venezia, attualmente sede di due mostre “La bottega del genio” e “Caravaggio. La Cappella Contarelli”.

Un percorso attraverso Roma, una città che riesce ad usare, quasi fosse una macchina del tempo, i propri luoghi come testimonianze di un passato che ci è stato tramandato intatto. Tre visite giornaliere durante la settimana e cinque nei giorni festivi, con durata di circa due ore, partiranno tutti i giorni da Sant’Ivo alla Sapienza per terminare a Palazzo Venezia.


Redattore: ANNA LORETA VALERIO
Informazioni Evento:

Data Inizio:30 marzo 2011
Data Fine: 19 giugno 2011
Costo del biglietto: 8e a persona con visita guidata. 100e per la scuola con visita guidata. 140e gruppi con visita guida;

Per informazioni 06 95 55 75 14
Prenotazione: Telefono prenotazioni: 0695 55 75 14
Luogo: Roma,

Orario:
GIORNI FERIALI 3 partenze al giorno: ore 10.00; 15.00; 16.00.
FESTIVI : 10.00;15.00;15.30;16.00.
Telefono: 06 6893 806
Fax: 06 6880 8671
E-mail: sspsae-rm.uffstampa@beniculturali.it
Sito Web: http://poloromano.beniculturali.it/index.php?it/22/archivio-eventi/72/roma-sulle-orme-di-caravaggio

venerdì 11 febbraio 2011

Lorenzo Lotto alle Scuderie del Quirinale


dal sito della provincia di Roma

Nel 1509 giunge a Roma, chiamato da papa Giulio II, il talentuoso ma schivo trentenne Lorenzo Lotto. Si è lasciato alle spalle la tranquilla provincia veneta e marchigiana per il grande cantiere del classicismo rinascimentale in cui erano attivi i lombardi Bramante, Bramantino e Cesare da Sesto, i senesi Sodoma e Domenico Beccafumi, l'eccelso Michelangelo e, soprattutto, Raffaello con i suoi allievi, a fianco del quale il veneziano avrebbe dovuto lavorare.


Dopo neppure un anno, però, colui che si racconterà sessantaduenne "solo, senza fedel governo e molto inquieto nella mente", abbandonerà ogni incarico, riprendendo quel vagabondare che lo condurrà all'emarginazione, subita in parte ma anche provocata, fino a spegnersi da oblato nella Santa Casa di Loreto, nelle Marche. Intanto la grande impresa vaticana era stata affidata per intero alla responsabilità di Raffaello.



Le Scuderie del Quirinale - dopo le grandi mostre monografiche dedicate a Lorenzo Lotto da Venezia nel 1963 e da Bergamo, Parigi e Washington nel 1998 - si accingono a narrare compiutamente, con un serrato percorso che ne contempli tutta la produzione dalle opere devozionali alle grandi pale d'altare, l'arte di questo straordinario artista che visse da solitario in quella Roma che non riuscì mai a comprenderlo pienamente.


La mostra - a cura di Giovanni Carlo Federico Villa - prenderà in considerazione tutta la vicenda pittorica ed esistenziale di Lorenzo Lotto (racchiusa entro il triangolo Treviso, Bergamo e alcune piccole cittadine delle Marche) evidenziando ed esaltando la poetica di un artista che, nato nel Quattrocento, è riuscito, in modo del tutto originale e autonomo, a conciliare gli elementi tradizionali della grande pittura della sua epoca con elementi che già anticipano l'età barocca.


Lorenzo, infatti, partendo dalle suggestioni compositive di Giovanni Bellini impara da Antonello da Messina (per il tramite di Alvise Vivarini) a guardare l'animo umano per narrarlo in una messa in scena ove è il grande artista tedesco Albrecht Dürer a fare da riferimento primo. Basti pensare a quegli sprazzi di luce fredda o al modo di tagliare i piani prospettici che, per esempio, sono agli antipodi della morbidezza e della fusione coloristica del contemporaneo Giorgione.
La sua composizione si svolge, invece, secondo ritmi serrati, sottolineati dall'intrecciarsi di sguardi e dalle attitudini variate dei personaggi, spesso immersi in atmosfere trascoloranti ma legate dal realismo dei particolari e con una visione della natura sentita come misteriosa e inquietante (e in questo senso i suoi riferimenti sono artisti come Grünewald e Hans Holbein).

Una vicenda umana complessa, dunque, quella di Lorenzo Lotto che la mostra alle Scuderie del Quirinale narrerà tramite una scelta di opere fondamentali per comprendere il suo percorso artistico.

Lorenzo Lotto

Quando: 2 marzo 2011 - 12 giugno 2011

Dove: Scuderie del Quirinale - Via XXIV Maggio 16, Roma
Info: www.scuderiequirinale.it
Biglietti: Intero € 10,00 - Ridotto € 7,50

Biglietto integrato Scuderie del Quirinale + Palazzo delle Esposizioni:Intero € 18,00 - Ridotto € 15,00

martedì 25 gennaio 2011

Chagall. Il mondo sottosopra



Dal 22 dicembre scorso fino al prossimo 27 marzo al Museo dell’Ara Pacis sono in mostra 140 opere tra dipinti e disegni, alcuni dei quali inediti, del pittore russo naturalizzato francese, Chagall.
Da Wikipedia si può leggere che Chagall nei suoi lavori si ispirava alla vita popolare della Russia europea e ritrasse numerosi episodi biblici che rispecchiano la sua cultura giudaica.
Le opere di Chagall si inseriscono in diverse categorie dell'arte contemporanea: prese parte ai movimenti parigini che precedettero la prima guerra mondiale e venne coinvolto nelle avanguardie. Tuttavia, rimase sempre ai margini di questi movimenti, compresi il cubismo e il fauvismo. Fu molto vicino alla Scuola di Parigi e ai suoi esponenti, come Amedeo Modigliani.
I suoi dipinti sono ricchi di riferimenti alla sua infanzia, anche se spesso preferì tralasciare i periodi più difficili. Riuscì a comunicare felicità e ottimismo tramite la scelta di colori vivaci e brillanti. Il mondo di Chagall era colorato, come se fosse visto attraverso una vetrata di una chiesa.

Questa mostra ha scelto, si legge sul sito dell'Ara Pacis, di indagare le affinità che l’artista condivise con i Surrealisti e il forte legame con la sua identità religiosa.
Osservando le opere di Chagall si può cogliere la peculiarità che contraddistingue l’universo dell’artista: i personaggi, gli animali, gli oggetti che popolano paesaggi complessi spesso sfidano la legge di gravità. Il mondo che Chagall raffigura è, nel vero senso del termine, un mondo “sottosopra” in cui «il tempo non ha sponde», per riprendere il titolo di un quadro degli anni Trenta, nel quale fidanzati, sposi, rabbini, musicisti, orologi a pendolo, carretti, asini, galli e il pittore stesso - che si è ritratto tante volte nelle sue tele - si abbandonano ad audaci acrobazie come i circensi, altro soggetto che l’artista raffigura tanto volentieri.


mercoledì 5 gennaio 2011

Orazi e Curiazi ai Musei Capitolini



Continuo il mio tour ai Musei Capitolini lasciando lo scalone monumentale ed entrando nell'aula grande, detta degli Orazi e Curiazi dal soggetto di uno degli affreschi. Questa grande sala era destinata alle udienze del Consiglio Pubblico dei Conservatori.

La decorazione fu affidata nel 1595 a Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d'Arpino, esponente di spicco del manierismo romano.

Osservare la sala da un angolo ti da sensazione di grandezza e di spaziosità enorme. Il visitatore viene subito sopraffatto dai dipinti enormi e soprattutto dai due sul lato lungo opposti alle finestre.

Importanti e bellissime sono le due statue onorarie di Papi commissionate dai Conservatori: l'una, in marmo, scolpita da Gian Lorenzo Bernini tra il 1635 e il 1640, raffigura Urbano VIII Barberini (1623-1644); l'altra, realizzata in bronzo tra il 1645 e il 1650 in onore di Innocenzo X Pamphilj (1644-1655), è opera dello scultore bolognese Alessandro Algardi.

Oggi vi descrivo della scena che ha dato il nome alla sala: combattimento tra gli Orazi e Curiazi (1612-1613).

Secondo la versione riportata da Tito Livio (Hist. I, 24-25), durante il regno di Tullo Ostilio (VII secolo AC) Roma ed Alba Longa entrarono in conflitto, affrontandosi con gli eserciti schierati lungo le Fossae Cluiliae (sull'attuale via Appia Antica), al confine fra i loro territori.

Roma ed Albalonga condividevano attraverso il mito di Romolo una sacra discendenza che rendeva empia questa guerra, perciò i rispettivi sovrani decisero di affidare a due gruppi di rappresentanti le sorti del conflitto fra le due città, evitando ulteriori spargimenti di sangue.
Furono scelti per Roma gli Orazi, tre fratelli figli di Publio Orazio, e per Albalonga i tre gemelli Curiazi, che si sarebbero affrontati a duello alla spada.

Iniziato il combattimento, quasi subito due Orazi furono uccisi, mentre due dei Curiazi riportarono solo lievi ferite; il terzo Orazio, che non avrebbe potuto affrontare da solo tre nemici, vistosi in difficoltà pensò di ricorrere all'astuzia e finse di scappare verso Roma. Come aveva previsto, i tre Curiazi lo inseguirono, ma nel correre si distanziarono fra loro.
Per primo fu raggiunto dal Curiazio che non era stato ferito e, voltandosi a sorpresa, lo trafisse. Ripreso che ebbe a correre, fu inseguito dagli altri due Curiazi, che però, essendo feriti, si stancarono notevolmente e gli fu facile, uno alla volta, ucciderli.
La vittoria dell'Orazio fu la vittoria di Roma, cui Albalonga si sottomise.

Camilla Orazia, sorella dell'Orazio superstite, era promessa sposa di uno dei Curiazi uccisi, e rimproverò violentemente del delitto il fratello, tanto che questi la uccise per farla tacere. Per purificarsi, offrì poi un sacrificio a Giunone Sororia, divinità tutelare della sorella. Inoltre per il processo al delitto di 'perduellio' (tradimento contro lo Stato) di cui si era macchiato l'uccisore dei Curiazi e di Camilla Orazia, Tullio Ostilio istituì giudici appositi: i 'duumviri perduellionis'. Le parentele erano ulteriormente intrecciate, secondo versioni successive della leggenda, essendo Sabina sorella di uno dei Curiazi e moglie di Marco Orazio.

Fantastico!!!

martedì 4 gennaio 2011

Scalone monumentale del Palazzo dei Conservatori


Dopo il cortile d'ingresso saliamo su per lo Scalone monumentale costruito intorno al 1570, mentre si lavorava alla nuova facciata del Palazzo.

Molto interessante, al primo piano, sono i quattro grandi rilievi storici romani derivanti da monumenti in onore degli imperatori Adriano (117-138 d.C.) e Marco Aurelio (161-180 d.C.). sistemati sulle pareti tra il 1572 ed il 1573 .

A cominciare da sinistra si trovano:

Adventus di Adriano: rappresenta Adriano che entra a Roma (probabilmente di ritorno dalla guerra giudaica nel 134 d.C.), attraverso una porta nelle mura, accolto dalla dea Roma e dalle personificazioni del Senato e del Popolo romano.

Gli altri tre rilievi storici derivano probabilmente da un arco trionfale dedicato a Marco Aurelio in occasione delle sue vittorie sui Sarmati ed i Germani nel 176 d.C..

Clemenza imperiale: Marco Aurelio è a cavallo, in tenuta militare, con il braccio destro proteso, esercita la sua clemenza nei confronti dei prigionieri barbari inginocchiati.

Vittoria imperiale: Marco Aurelio celebra il trionfo sulle popolazioni vinte.

Religiosità imperiale: Marco Aurelio, in abiti civili e col capo velato, celebra un sacrificio davanti al tempio di Giove Capitolino, ove si concludevano tutte le processioni trionfali.

Superato il primo piano, di passaggio e buio arriviamo al piano nobile del palazzo dei Conservatori. Questa parte è impreziosita dai raffinatissimi stucchi che decorano le volte, realizzati da Luzio Luzi nel 1575, con soggetti relativi alla glorificazione di Roma attraverso le sue virtù e i monumenti della sua civiltà.

Al secondo piano si entra negli appartamenti dei Conservatori e si inizia la visita dalla Sala degli Orazi e dei Curiazi.........

lunedì 3 gennaio 2011

Musei capitolini - Cortile del palazzo dei Conservatori



Per il mio compleanno mi sono regalato una mattinata ai Musei Capitolini. Alle 9,15 in piazza del Campidoglio ancora non c'era nessuno e non ho trovato fila per entrare. Il costo dell'ingresso è di 9,00 euro (ridotto) mentre il noleggio dell'audioguida è di 5 euro (ma è possibile scaricarla anche dal sito ufficiale del museo).

Il museo si articolo in tre parti principali: l'esposizione all'interno del Palazzo dei Conservatori, la Galleria sotterranea e Palazzo Nuovo.

Vi racconterò la mia visita in varie puntate soffermandomi sulle opere che mi hanno più colpito.

Iniziamo con Palazzo Conservatori costruito nel 1400 e così chiamato perché sede della magistratura elettiva che aveva il compito di amministrare la città.

L'ideatore della facciata attuale fu Michelangelo che la ridisegnò completamente scandendola con paraste giganti di ordine corinzio su alti piedistalli, fiancheggiate da colonne nel portico del pianterreno.
Subito dopo aver superato il controllo di sicurezza la prima tappa è il cortile, piccolo quasi schiacciato dalle facciate del palazzo.


La prima sensazione che ho avuto è di uno spazio affollato senza molta cura.

Di un certo rilievo è la facciata che si vede appena entrati, costruita nel 1720 del portico progettato da Alessandro Specchi (1668-1729) per
accogliere un gruppo scultoreo di notevole importanza: la Dea Roma e i due Barbari prigionieri della collezione Cesi, acquistati per il Campidoglio da papa Clemente XI (1700-1721).


Sulla sinistra si possono ammirare i rilievi con Provincie e trofei d’armi provenienti dal tempio dedicato all’imperatore Adriano divinizzato tutt’ora esistente a Piazza di Pietra sistemati alla fine dell’ottocento. I rilievi raffigurano le personificazioni delle Provincie assoggettate all’Impero Romano all’epoca della sua massima espansione.

Sulla destra, invece, si possono ammirare i resti della grande statua marmorea di Costantino (testa, mani, piedi e parte delle braccia) rinvenuta nel 1486, sotto il pontificato di Innocenzo VIII, nella Basilica di Massenzio nel Foro Romano.

Possiamo ora continuare salendo ai piani superiori.......

mercoledì 29 dicembre 2010

Van Gogh a Roma




Finalmente io e Giuliana, a causa dei innumerevoli impegni famigliari, siamo riusciti a visitare la mostra “Vincent van Gogh. Campagna senza tempo – Città moderna”.
L'esposizione, organizzata presso il Complesso del Vittoriano, ha avuto inizio l’8 ottobre scorso e terminerà il prossimo 6 febbraio.
Il biglietto intero costa 12 euro mentre il noleggio dell'audio-guida per due persone 7 euro.

Nell'intenzione degli organizzatori (Comunicare Organizzando S.r.l.) il percorso analizza le due inclinazioni contraddittorie che spesso guidarono il pittore nella scelta dei soggetti dei suoi dipinti: il suo amore per la campagna, come ambiente fisso e immutabile, e il suo legame con la città, centro della vita moderna e del suo rapido movimento.

Durante la visita abbiamo potuto ammirare oltre settanta capolavori tra dipinti, acquarelli e opere su carta del maestro olandese e circa quaranta opere dei grandi artisti che gli furono di ispirazione (tra i quali Millet, Pissarro, Cézanne, Gauguin e Seurat).

Per una completa descrizione dell'esposizione consultate il sito www.vangoghgallery.it.

Nonostante i più vedano Van Gogh come un artista maledetto e guardino alle sue opere come al prodotto stupendo della sua follia, egli era, invece, un uomo di grande cultura, un pensatore raffinato che parlava perfettamente varie lingue, come il francese e l’inglese, e che aveva studiato per diventare mercante d’arte.


Van Gogh costruisce, da un lato, un’immagine idealizzata della vita rurale, dimostrando così di credere che la natura e la vita dei contadini, dura ma onesta, fossero valori senza tempo; d’altro canto, anche la città era importante per il pittore dal punto di vista visivo, perché era il luogo dell’esperienza contemporanea, in cui era possibile venire a contatto con i più recenti sviluppi in campo artistico e progredire nella propria carriera.

L'artista olandese era fermamente convinto di dover realizzare un’opera radicalmente moderna, che però resistesse ai mutamenti del tempo per poter essere per sempre attuale.

La mostra mi è piaciuta anche se devo ammettere che che sono rimasto deluso quando mi sono accorto che alcuni dei quadri più famosi non erano esposti. Peccato!
Un'altra critica è per l'organizzazione un po' confusionaria con pochi pannelli esplicativi .



In conclusione, per chi non ha visitato il Van Gogh Museum di Amsterdam, è d'obbligo visitare l'esposizione nonostante i prezzi alti e la mancanza di alcuni capolavori!!

mercoledì 1 dicembre 2010

Il carcere di San Pietro apre ai turisti


da www.beniculturali.it

Rinvenute le prove storiche che datano la prigionia del primo Papa di Roma nel sito Tullianum del Foro Romano.
Una campagna di scavi ha rintracciato le trasformazioni nel corso della storia. Roma non finisce mai di stupire. Ogni giorni restituisce un frammento della secolare storia e ieri anche la prova che la leggenda sulla prigionia del primo Papa di Roma è verità. Almeno per gli archeologi.

Secondo la tradizione cristiana, infatti, l'antico carcere Tullianum (o Mamertino) nel Foro Romano, al di sotto della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami, è stato il luogo di detenzione dell'apostolo Pietro. Ora, alla conclusione di una lunga e complessa campagna di scavi condotta dalla Soprintendenza speciale archeologica di Roma, la leggenda ha un suo riscontro concreto.

Secondo quanto si apprende, sono state infatti rintracciate nel dettaglio le varie fasi di trasformazione del sito, dall'epoca arcaica a quella paleocristinana, focalizzando la conversione del luogo da carcere a luogo di culto.

La complessa stratigrafia del sito del "Carcer Tullianum" è stata oggi riletta dagli archeologi, che possono avallare l'agiografia cristiana medievale legata alla prigionia di San Pietro. Secondo quanto l'agenzia di stampa Omniroma ha ricostruito da fonti della sovrintendenza speciale archeologica, la campagna di scavo ha rintracciato le varie fasi storiche del sito: il primo insediamento che risale all'età arcaica come luogo di culto legato alla fonte d'acqua sorgiva; l'età Repubblicana, quando è stato trasformato in carcere per poi subire in epoca paleocristiana una trasformazione in chiesa. D'interesse per gli archeologi sono quindi le tracce precise di questa conversione "particolarmente rapida" in luogo di culto (scortata anche da frammenti di affreschi) che avvalorerebbero la tradizione cristiana del carcere di San Pietro.

venerdì 5 novembre 2010

Gioventù Ribelle - L'Italia del Risorgimento

articolo pubblicato su roma.corriere.it

Una mostra per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia dal titolo «Gioventù Ribelle - L'Italia del Risorgimento» è una delle molteplici iniziative che si svolgeranno dal novembre 2010 al dicembre 2011 e lungo l’intero territorio italiano. Al Vittoriano di Piazza Venezia dal 4 novembre la mostra testimonia come le idee e le gesta di alcuni giovani protagonisti del nostro Risorgimento – da Goffredo Mameli a Luciano Manara, da Ippolito Nievo a Nino Bixio - riescano a parlare ancora oggi alle nuove generazioni combinando l’uso di nuove tecnologie, interazioni video, filmati, con cimeli originali, quadri, incisioni, e vere e proprie “reliquie” laiche.

LA MOSTRA - Goffredo Mameli, Luciano Manara, Ippolito Nievo, Nino Bixio, la Contessa di Castiglione, Maria Sofia di Borbone, Carlo Pisacane, i Fratelli Cairoli. Questi e altri «giovani ribelli» che spesero la propria esistenza nel tentativo di vedere realizzato un ideale. Le loro azioni, tra tentativi insurrezionali e combattimenti nelle guerre d'Indipendenza, fanno rivivere il Risorgimento, un periodo carico di forti passioni, di inquietudini ed irrequietezza moderna. La loro vita fu spesso errabonda con viaggi che si spinsero fino agli estremi confini del mondo. I loro pensieri riuscirono comunque, anche nel caso in cui le loro imprese furono destinate al fallimento, ad imprimere dei segni profondi nella vita della nostra Nazione. Tra di loro moltissimi giovani, poco più che ventenni, che non esitarono a scendere in piazza e a correre sulle piazze e sulle barricate del ‘48 o alla difesa della Repubblica Romana. Rischiando la vita e, spesso, trovando la morte: basta scorrere gli elenchi dei partecipanti all’impresa dei Mille o passare in rassegna i nomi dei difensori della Repubblica Romana del 1849. La mostra si rivolge alle nuove generazioni combinando l’uso di nuove tecnologie, interazioni video, filmati, con cimeli originali, quadri, incisioni, e vere e proprie “reliquie” laiche.

«Gioventù Ribelle - L'Italia del Risorgimento»
Complesso del Vittoriano
Piazza Venezia - Roma
Orario: dal lunedì al giovedì: 9.30 – 18.30; venerdì, sabato e domenica: 9.30 – 19.30
fino al 18 dicembre 2010

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