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giovedì 14 luglio 2011

hic manebimus optime

Hic manebimus optime ("Qui staremo benissimo") . Ieri al termine della conferenza stampa il ministro Tramonti ha citato la famosa frase latina, diventata celebre come espressione d'una decisione finale di fermarsi in un posto. È riportata da Tito Livio nella sua Storia romana (Ab Urbe condita libri, V, 55).

Sul sito www.wikipedia.com si legge che la frase è attribuita a un centurione che dopo la definitiva vittoria su Veio, i plebei premevano per abbandonare Roma e trasferirsi nella città sconfitta, in opposizione alle angherie dei patrizi. Furio Camillo, in un appassionato discorso, cerca di convicere i concittadini a non abbandonare la patria. Ma tutta la sua eloquenza forse non sarebbe bastata. Però qualcosa avvenne per spostare la volontà dei superstiziosi romani. Ce lo racconta lo stesso Tito Livio:
« ...quello che risultò decisivo in quella situazione di incertezza fu una frase pronunciata al momento giusto. Mentre il Senato era in riunione nella Curia Ostilia per dibattere la questione, poco dopo le parole di Camillo, transitarono per caso nel Foro delle coorti in ordine di marcia di ritorno dal presidio e il centurione esclamò proprio nel luogo del comizio: "Pianta l'insegna qui, alfiere; questo è il posto giusto per noi!". I senatori usciti dalla curia udirono la frase e dissero che la interpretarono come un presagio; la plebe, accorsa tutto intorno, approvò. »

martedì 8 febbraio 2011

"perinde ac cadaver"

Oggi sul giornale ho letto che la Lega sostiene il governo come "perinde ac cadaver". La frase latina significa : allo stesso modo di un cadavere.


venerdì 10 settembre 2010

Ad hoc

(Esclusivamente) per questo.
Creato "ad hoc", pensato "ad hoc", soluzione "ad hoc" pubblicazioni "ad hoc" sono alcuni dei tanti modi di dire in cui si trova usata questa citazione latina, contesto in cui diviene quasi sinonimo di personalizzazione, di cosa fatta o pensata per un ristretto gruppo di appassionati o di utenti. Nell'arte oratoria invece, un esempio, un paragone o la citazione di una frase che vengono "ad hoc" acquistano il significato di chiarimento, in senso positivo o negativo, per l'argomento che si sta dibattendo.

dal sito www.pievedirevigozzo.org

giovedì 3 giugno 2010

tiranni e servi per Tacito

«La vocazione all’ossequio e alla servitù crea più tiranni di quanti servi non creino, con la forza, i tiranni».

Tacito

martedì 11 maggio 2010

Male irato ferrum committitur

È un errore affidare la spada ad un uomo in collera (Seneca, De ira, Libro I , XIX, 8).
"Haec cui expendenda aestimandaque sunt, vides quam debeat omni perturbatione liber accedere ad rem summa diligentia tractandam, potestatem vitae necisque: male irato ferrum committitur."

È evidente che la persona, cui compete il soppesare e valutare queste situazioni, deve essere assolutamente libera da ogni turbamento, quando s’accinge a questo compito, che deve essere svolto con la massima diligenza: il decidere su vita e morte. È un errore affidare la spada ad un uomo in collera.

venerdì 26 marzo 2010

Sicario deriva dal latino Sica

Il sicario è l'esecutore materiale di un omicidio, tipicamente perpetrato dietro incarico di un mandante e per denaro. Oggi si usa più spesso l'inglese killer ("assassino", derivato dal verbo to kill, "uccidere") per indicare l'assassino prezzolato, anche se il termine più usato ed esatto in quella lingua è hitman.

Il termine sicario deriva dal latino "sica", che indica un pugnale appuntito e curvo usato prevalentemente dai Traci, considerati dei briganti mercenari dagli antichi romani.

"Sicari" era anche il nome attribuito dagli antichi romani ad una fazione estremista del partito ebraico degli Zeloti che ricorrevano sistematicamente all'omicidio terroristico come loro principale strategia politica.

martedì 9 febbraio 2010

Amici

Absentem qui rodit amicum, qui non defendit alio culpante, solutos qui captat risus hominum famamque dicacis, fingere qui non visa potest, commissa tacere qui nequit: hic niger est, hunc tu, romane, caveto. (Quinto Orazio Flacco)


"Chi parla male alle spalle dell'amico assente, chi non lo difende quando altri lo incolpa, chi si diverte con le feroci denigrazioni per accaparrarsi la fama di uomo di spirito, chi giunge ad inventarsi ciò che non ha mai visto, chi non sa tenere un segreto: costui è di animo nero e spregevole; da questi, o cittadino Romano, dovrai sempre guardarti e diffidare".

lunedì 18 gennaio 2010

Giulio Cesare

Meglio vivere osando che non conoscere ne vittoria né sconfitta.
Giulio Cesare

giovedì 14 gennaio 2010

I sei errori dell'uomo di Cicerone

I sei errori dell'uomo
1 - L'illusione che il proprio vantaggio si ottenga dalla rovina degli altri
2 - La tendenza a preoccuparsi di cose che non possono essere né mutate né corrette
3 - La convinzione che una cosa è impossibile solo perché non si è in grado di farla
4 - Il rifiuto di mettere da parte preferenze ignobili
5 - Il trascurare lo sviluppo e l'affinamento della mente e il non acquisire l'abitudine alla lettura e allo studio
6 - Il tentativo di costringere gli altri a credere e a vivere secondo le nostre regole.

Marco Tullio Cicerone

lunedì 21 settembre 2009

A communi observantia non est recedendum

A communi observantia non est recedendum significa "Non ci si deve allontanare dall'opinione comune".
È una norma di comportamento fondata sul principio che, in caso di dubbio, ci si deve attenere nei giudizi e nelle azioni ai pareri e agli usi condivisi dal sensus communis (senso comune), senza discostarsene troppo ("non est recedendum", non bisogna allontanarsi).

giovedì 16 aprile 2009

Marco Porcio Catone


I ladri di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli di beni pubblici nelle ricchezze e negli onori .


Marco Porcio Catone

(Marcus Porcius Cato, nelle epigrafi M·PORCIVS·M·F·CATO; Tusculum, 234 a.C. circa – 149 a.C.) è stato un politico e generale della Repubblica romana romano, soprannominato "il Censore" (Censor), Sapiens, Priscus, o maior (l'anziano), per distinguerlo da Catone il giovane, il suo bis-nipote.

Catone è tra le principali personalità della letteratura latina arcaica: egli fu oratore, storiografo e trattatista. Fu autore di una vasta raccolta di manuali tecnico-pratici, con i quali intendeva difendere i valori tradizionali del mos maiorum contro le tendenze ellenizzanti dell'aristocrazia legata al circolo degli Scipioni, indirizzata al figlio Marco, i Libri ad Marcum filium o Praecepta ad Marcum filium, di cui si conserva per intero soltanto il Liber de agri cultura.

Affrontò inoltre la tematica dei valori tradizionali romani anche in un Carmen de moribus di cui sono ad oggi pervenuti pochissimi frammenti.
Fin dalla giovinezza si dedicò, inoltre, all'attività oratoria: pronunciò in tutta la sua vita oltre centocinquanta orazioni, ma sono attualmente conservati frammenti di varia estensione riconducibili a circa ottanta orazioni diverse. Si distinguono tra esse orationes deliberativae, ovvero discorsi pronunciati in senato a favore o contro una proposta di legga, e orationes iudiciales, discorsi giudiziari di accusa o difesa.
Fu inoltre autore nella vecchiaia della prima opera storiografica in lingua latina, le Origines, il cui argomento era la storia romana dalla leggendaria fondazione fino al II secolo a.C. Dell'opera, pur significativa dal punto di vista ideologico, si conservano scarsi frammenti.

mercoledì 21 gennaio 2009

A communi observantia non est recedendum

"Non ci si deve allontanare dall'opinione comune"
È una norma di comportamento fondata sul principio che, in caso di dubbio, ci si deve attenere nei giudizi e nelle azioni ai pareri e agli usi condivisi dal sensus communis (senso comune), senza discostarsene troppo ("non est recedendum", non bisogna allontanarsi).

martedì 2 dicembre 2008

Non è latino ma...................

Una mia amica mi ha inviato questa frase di Simonide di Ceo (poeta greco) da utilizzare nei momenti di crisi durante il concorso di domani:


“io non perseguo
ciò che è impossibile che avvenga
e non sprecherò il mio tempo….”


Grazie

lunedì 24 novembre 2008

Amicus Plato, sed magis amica veritas

Mi è amico Platone, ma mi è più amica la verità,
è una locuzione latina tradotta, citata da Ammonio nella Vita di Aristotele, dall'originale del filosofo greco Aristotele. Aristotele, che era stato discepolo di Platone, ammirava del suo maestro la profondità dei pensieri e dei ragionamenti filosofici, la correttezza morale, ma giudicava ancora più importante di tutto ciò la ricerca della verità, intesa come conoscenza stessa della natura umana, e l'applicazione di essa, in tutte le sue molteplici forme, all'esistenza stessa dell'uomo, ai suoi sentimenti ed alla sua morale di vita. Va ricordato che la filosofia di Aristotele è piuttosto critica nei confronti di quella del maestro verso il quale nutriva un profondo rispetto; molti autori hanno tuttavia sottolineato la presenza di forti linee di continuità e similarità che rendono il complesso di tali dottrine sufficientemente coeso di fronte per esempio agli atomisti. La frase indica che Aristotele, nonostante apprezzasse e stimasse Platone, non avrebbe rinunciato a criticare le sue dottrine perché nutriva un rispetto ancora maggiore verso la verità.

lunedì 20 ottobre 2008

Tabula rasa

Tavoletta ripulita.
Non conoscendo la carta e non potendo usare il papiro o la pergamena per il costo troppo elevato i romani usavano per prendere appunti delle tavolette ricoperte di cera che veniva incisa dalla punta di uno stilo mentre per cancellare veniva utilizzata una piccola spatola posta all'altra estremità dello stilo stesso ripristinando lo strato di cera. Nel momento in cui quanto scritto non aveva più interesse alcuno, sempre con la spatola si rasava la cera su tutta la tavoletta rendendola riutilizzabile. Per traslato, la locuzione entrò nell'uso della terminologia filosofica ad indicare lo stato della mente umana che nasce vuota di idee che solo l'esperienza creerà tramite i sensi. Dall'uso filosofico a quello giornalistico: far "tabula rasa" equivale a rubare, sottrarre ogni cosa il passo è stato breve.

venerdì 8 febbraio 2008

Pecunia non olet


Significa letteralmente «Il denaro non puzza».

È una frase che viene cinicamente usata per indicare che, qualunque sia la sua provenienza, il denaro è sempre denaro.

La leggenda vuole questa frase attribuita a Vespasiano, a cui il figlio Tito aveva rimproverato di avere messo una tassa sui servizi igienici pubblici, denominati da allora vespasiani, dalla quale provenivano cospicue entrate per l'erario. La tassa era dovuta dai "fullones" (coloro che lavavano e smacchiavano le vesti) che dai residui organici ricavavano ammoniaca.

Le latrine comuni erano amministrate da appaltatori del fisco, i conductores foricarum, che riscuotevano il pagamento del servizio dagli utilizzatori.


sabato 2 febbraio 2008

ad interim

Dall'avverbio latino intěrim: frattanto, intanto, per ora. E' una locuzione d'origine latina utilizzata comunemente nella lingua italiana per indicare l'assunzione temporanea di un incarico rimasto vacante.

martedì 22 gennaio 2008

Modus operandi

E' una locuzione latina, traducibile approssimativamente come "modo di operare" o "modalità operativa".
Il termine, il cui plurale è modi operandi, viene utilizzato in numerosissimi contesti, in particolare lavorativi, per indicare delle specifiche modalità operative relative a procedure o a generiche operazioni di lavoro, oppure a modi di agire.
L'espressione viene a volte usata ad esempio nel lavoro dei poliziotti per descrivere i tratti caratteristici e lo stile di operazione di un criminale

domenica 20 gennaio 2008

Date a Cesare quel che è di Cesare.....

DATE A CESARE QUEL CHE E' DI CESARE E A DIO QUEL CHE E' DI DIO
(reddite quae sunt Caesaris, Caesari et quae sunt Dei, Deo) Così nel Vangelo di Matteo (cap.22 v.21) viene riportata la risposta data da Gesù ai Farisei, i quali speravano di metterlo contro il governo romano in Palestina. Egli con le sue parole fece ben capire che è doveroso essere soggetti, onestamente, all' autorità, distinguendo però il potere temporale da quello spirituale.

venerdì 4 gennaio 2008

Ad hoc

letteralmente "per questo".
L'espressione è utilizzata con il significato di "appropriato al contesto".
Per esempio, "citare un verso ad hoc" significa riportare un verso appropriato al contesto del discorso. "Indossare un abito ad hoc" significa scegliere un abito per un'occasione particolare. "Ad hoc" vuol dire anche "per un determinato scopo".

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