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domenica 16 giugno 2024

Necropoli di San Paolo



Testo tratto dai siti della Sovraintendenza e Associazione culturale L'asino d'oro.

A circa 2 km dalle Mura di Aureliano, sorgeva nell’antichità in una vasta pianura alluvionale sulle rive del Tevere attraversata dalla via Ostiense, il cui percorso fino a questo punto coincideva con quello ricalcato dalla via moderna. Nell’area compresa tra la Rupe di S. Paolo e l’ansa del Tevere, si addensava una grande necropoli le cui tombe si disponevano lungo la via Ostiense e le arterie minori.

Gran parte di questa necropoli che si suppone ancora conservata nel sottosuolo e la cui estensione non è mai stata completamente perimetrata, deve ancora essere indagata. Dal ’700  furono messe in luce alcune tombe, altre ne furono scoperte successivamente in varie riprese. Ma solo negli anni 1917/18 i lavori di allargamento della via Ostiense hanno permesso una più puntuale documentazione del settore della necropoli ancora oggi in parte conservata, un ulteriore intervento di allargamento del 1933 portò lo scavo fino alle pendici della Rupe mettendo in luce i sepolcri attualmente visibili. 

Le tombe seguono l’andamento nord/sud dell’asse della via Ostiense e dimostrano una continuità d’uso dal I sec.a.C. al IV sec.d.C., documentando il passaggio tra l’uso del rito funerario dell’incinerazione e quello dell’inumazione, tra la fine dell’età repubblicana, il I secolo dell’impero ed il successivo II secolo.

I più antichi edifici funerari sono in prevalenza "colombari" a pianta quadrangolare nelle cui pareti interne erano ricavate piccole nicchie, in file di più piani, per la deposizione delle urne cinerarie.

Per una descrizione sommaria del sito  vi consiglio il sito dell' Associazione culturale L'asino d'oro .

Per l'associazione la necropoli rappresenta , con le sue differenti sepolture e le sue delicate pitture, un sito assolutamente da visitare. In esso infatti si può cogliere pienamente il riflesso delle graduali ma significative trasformazioni sociali, economiche e culturali, avvenute a Roma tra l’epoca pagana e l’avvento del Cristianesimo.

Per nformazioni e prenotazioni sia per gruppi che per singoli è necessario rivolgersi allo 060608 dalle 9.00 alle 19.00  (vedi sito della sovraintendenza)


lunedì 23 aprile 2012

Visita Rione Monti - 28 aprile 2012 ore 16.30

L'associazione culturale Edesia ricorda che per sabato 28 è in programma la seconda tappa RIONI di Roma. "Ci attende il RIONE MONTI per una affascinante passeggiata in compagnia di Emilia. Ecco il dettaglio: sabato 28 aprile ore 16.30 appuntamento in P.zza S. Pietro in Vincoli di fronte la Basilica.

Per maggiori informazioni visitate il sito www.edesia.org

mercoledì 27 luglio 2011

GEOPARC Bletterbach


Durante le vacanze in Val di Fiemme abbiamo effettuato una fantastica escursione nel canyon del GEOPARC Bletterbach.
Grazie anche alla nostra guida, Vincenzo, ex direttore di miniera, abbiamo percorso insieme un viaggio attraverso milioni di anni di storia della terra (dal Permico inferiore – circa
280 milioni di anni fa – al Medio Triassico – circa 235 milioni di anni fa).

Dopo aver lasciato il pulmino abbiamo intrapreso una facile strada nel bosco per arrivare alla scala che ci portava in fondo al canyon.

Vincenzo lungo il percorso ci ha illustrano, i diversi strati delle rocce, i numerosi e preziosi
reperti di piante e legni carbonizzati, i microrganismi fossilizzati, i crostacei e i cefalopodi, ma anche le tracce dei diversi tipi di sauri.
Ha intrattenuto i bimbi in un0interessante ricerca di pietre di diversi materiali, catturando la nostra attenzione con mille particolari.

La prima tappa è stata il “Taubenleck” per poi proseguire, seguendo il letto del torrente, fino alla grande cascata vicino al “Butterloch”, dove abbiamo consumato il nostro pranzo al sacco e rinfrescando i piedi nella fredda acqua del torrente.


Per scaricare l'opuscolo clicca qui

martedì 26 aprile 2011

sulle orme di Caravaggio

Sabato scorso abbiamo partecipato alla visita guidata "sulle orme di Caravaggio".
La visita si prenota telefonicamente al numero ............... e la ricevuta (non i biglietti) si ritirano presso la biglietteria di fortuna a Palazzo Venezia in via del Plebiscito. Il costo è di 8 euro, gratuito per i bambini al di sotto dei sette anni.

Appuntamento alle 16.00 nell'androne del Museo di Palazzo Venezia dove si presenta puntuale la nostra guida Silvia D.. Partiamo quasi subito in corteo (25 persone) per raggiungere la prima tappa, che a differenza del depliant e degli articoli pubblicati su internet non è la chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza ma da Piazza Navona dove Silvia inizia a raccontarci i primi anni di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio a Roma.
Peccato il frastuono della piazza che copriva la voce di Silvia.

Trascorso un quarto d'ora partiamo con destinazione San Luigi dei Francesi dove troveremo tre fantastici quadri dell'artista: il Martirio di San Matteo, San Matteo e l'angelo e Vocazione di san Matteo.

La guida ci ha illustrato sapientemente i quadri davanti a dei poster sistemati all'ingresso della chiesa ad hoc per la visita per poi lasciarci ammirare gli originali nella cappella Contarelli . Anche qui la sfortuna (!!) ha voluto che ci fosse una folla incredibile a voler vedere le opere e quindi avendo due bimbi ho preferito soprassedere.

Terza tappa alla chiesa di Sant'Agostino dove è esposta l'opera (olio su tela) la
Madonna di Loreto . Proseguiamo per le ultime tre tappe: chiesa di Sant'Agostino dei Portoghesi in via dei portoghesi , in vicolo del Divino Amore, casa del Caravaggio e in via della Pallacorda. In quest'ultimo tratto ascolteremo solo le storie e gli aneddoti della vita dell'artista.

Che dire. La visita è stata molto interessante soprattutto per la bravura della guida e nonostante le opere ammirate siano state solo quattro.
Il disappunto deriva soprattutto dalla differenza tre quello pubblicizzato e la realtà (comunque la visita è durata più di due ore).
Infine, faccio presente che la guida non è dipendente dei Beni Culturali ma di un'associazione culturale privata www.flumen.it , cosa c'è di male ? Nulla ma sarebbe stato utile saperlo prima.

In conclusione, se avete la fortuna di avere Silvia come guida si può partecipare , sapendo però le criticità.



giovedì 24 marzo 2011

Domu romane a Palazzo Valentini

Dopo quasi tre anni torno a visitare le domus romane di Palazzo Valentini. Infatti, io e Giuliana abbiamo ritenuto che i bimbi fossero grandi abbastanza per apprezzare la visita.

L'emozione che abbiamo provato è stata identica a tre anni fa. Da allora qualcosa nel percorso è cambiato, ma sia ben chiaro, in meglio. Infatti, oltre a visitare le varie sale (terme, villa e strada romana) è possibile, tra le altre novità, anche assistere seduti ad una riproduzione virtuale della piantina di Roma imperiale e attuale che permette al visitatore di comprendere perfettamente il contesto spaziale della visita.

Suggestivi e perfetti gli effetti luminosi e il commento esplicativo che ti immerge nella Roma Imperiale del IV secolo d.C..

DA NON PERDERE

Gli scavi di Palazzo Valentini
Info e prenotazioni: telefono 06.32810, oppure il sito internet di Civita
Dal lunedì al venerdì dalle ore 09.00 alle 18.00 sabato dalle 09.00 alle 13.00.
Prenotazione obbligatoria consigliata, per motivi di sicurezza gli ingressi sono limitati
Biglietti: intero € 6,00; ridotto € 4,00 per i visitatori di età compresa tra 6 e 25 anni e over 65 anni e quelli convenzionati (Feltrinelli, Coop, ecc..)


mercoledì 2 marzo 2011

Palazzo Valentini, alla scoperta della «domus» romana del IV secolo d. C.

Articolo di Manuela Pelati pubblicato sul sito corriere.it

Non solo i reperti archeologici, ma la ricostruzione dei pezzi mancanti attraverso foto e video. La domus romana di età imperiale posta sotto Palazzo Valentini, appartenente a una potente famiglia dell'epoca (forse un senatore) ora si può ammirare per come realmente era. Nei sotterranei dove si trovano i reperti, infatti, è stata operata una ricostruzione multimediale, su indicazioni di archeologi, architetti e storici dell'arte. Sulle tracce degli ambienti e dei reperti venuti alla luce dopo gli scavi iniziati nel 2006, la visita guidata offre alla vista i mosaici, le pareti decorate, i pavimenti in marmo, le statue, i giardini e le terme che erano parte di una struttura di alcune migliaia di metri quadrati. Sulle pareti degli ambienti tornano magicamente i colori, le finestre scomparse, le colonne distrutte e le decorazioni che hanno lasciato solo frammenti.

GLI SCAVI E I RESTAURI - I restauri iniziati nel 2006 dall'allora presidente di Provincia Ernico Garbarra, quando era ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli, si sono conclusi nel 2010 sotto la presidenza di Nicola Zingaretti. Sono ora una mostra permanente, primo esempio di visita multimediale tra le rovine dell'antica Roma, realizzata in collaborazione con Piero Angela e l'equipe di esperti e tecnici come Paco Lanciano e Gaetano Capasso.

IL VIAGGIO: PROTAGONISTAE' IL VISITATORE - Una visita guidata che è come un viaggio nel tempo e nella storia ricco di reperti e immagini ricostruire, dove il visitatore è il protagonista che lo compie. Entrando dall'ingresso di Palazzo Valentini si scende nei sotterranei e si accede alla domus camminando su pavimenti trasparenti che permettono di guardare non solo intorno, ma in basso dove le luci illuminano e la videografica ricostruisce pavimenti in marmo e mosaici. Piccoli gruppi di massimo 15 persone sono accompagnati da archeologi che come registi accompagnano nei vari ambienti dove dal buio partono le proiezioni. Il viaggio è narrato dalla voce calda e familiare di Piero Angela che racconta la vita dell'ex padrone di casa, tra i saloni dei ricevimenti, la biblioteca, le abitudini nel mangiare che sono state scoperte anche grazie ai reperti di cibo, tornati alla luce dopo gli scavi. O come erano costruite le strade nelle migliaia di chilometri dell'Impero, che si chiamavano così perchè erano formate da strati: in fondo grossi massi, poi piccoli, quindi ghiaia e infine le lastre lisce. Per le visite, della durata di poco meno di un'ora, è preferibile prenotare (anche online) sul sito di Civita o della Provincia di Roma.

LA STORIA DI PALAZZO VALENTINI - Palazzo Valentini fu edificato a partire dalla fine del Cinquecento su iniziativa del Cardinale Michele Bonelli, nipote del papa Pio V, il porporato aveva promosso una vasta operazione di bonifica della zona dei Fori imperiali. A questa fase della fabbrica, diretta forse dal frate Domenica Paganelli che impostò l’impianto trapezoidale dell’edificio, chiuso verso la piazza SS.apostoli da un’elegante facciata, seguirono nel XVII sec. una serie di ristrutturazioni e ampliamenti su committenza del card. Carlo Bonelli. Nei primi del Settecento il Palazzo venne dato in affitto ai principi Ruspoli che vi ospitarono, tra gli altri, il compositore G.F. Haendel. Alla metà del secolo, l’intero stabile fu acquistato dal cardinale Giuseppe Spinelli cui si deve la sistemazione nel Palazzo della ricchissima biblioteca dell’imperiali - composta da oltre ventiquattromila volumi - e destinata alla pubblica fruizione. Nel 1827 l’edificio venne acquistato dal banchiere Vincenzo Valentini che stabilì qui la sua dimora, promuovendo il completamento dei lavori verso il Foro. Nel 1873, dopo che il Palazzo passò alla Deputazione Provinciale di Roma, furono realizzati ulteriori ampliamenti e trasformazioni per renderlo idoneo ad ospitare i propri uffici e il Consiglio provinciale.

Gli scavi di Palazzo Valentini
Info e prenotazioni: telefono 06.32810, oppure il sito internet di Civita
Dal lunedì al venerdì dalle ore 09.00 alle 18.00 sabato dalle 09.00 alle 13.00.
Prenotazione obbligatoria consigliata, per motivi di sicurezza gli ingressi sono limitati
Biglietti: intero € 6,00; ridotto € 4,00 per i visitatori di età compresa tra 6 e 25 anni e over 65 anni


giovedì 1 aprile 2010

Visite guidate alla Pinacoteca Capitolina




Istituita nel 1749 per volontà di papa Benedetto XIV per l'acquisizione delle collezioni di dipinti dei marchesi Sacchetti e del principe Pio di Savoia, comprende oggi anche importanti opere raccolte grazie a donazioni e acquisti. Le opere dei maestri del Rinascimento (Bellini, Tiziano, Savoldo, ecc.), i due Caravaggio, i capolavori del Guercino e del Domenichino, la rassegna dei Guido Reni e Pietro da Cortona, le vedute orizzontali di Van Wittel, gli intensi ritratti di Van Dyck e Velàzquez, rendono celebre la Pinacoteca Capitolina.

L'Amministrazione Comunale di Roma promuove all'interno degli spazi museali, il secondo ciclo dei Racconti di Storia dell'Arte, dedicati questa volta al Rinascimento e al Barocco. E' proprio in questo periodo, infatti, che Roma si arricchisce di opere di inestimabile valore, confermandosi capitale mondiale della cultura e luogo di incontro dei maestri dell'Arte.
I Racconti di Storia dell'Arte, oltre a presentare le ricchezze della Città, intendono far rivivere queste grandi figure, il loro talento, le loro passioni e il messaggio delle loro opere. Un'eredità culturale ancora oggi viva, che rende Roma la Città ideale per ogni nuova forma di sperimentazione e di espressione artistica.

Programma:

- Domenica 4 aprile dalle ore 12.30 alle 18.30
Visite guidate alla Pinacoteca Capitolina
Prenotazione obbligatoria allo 060608


Visita guidata gratuita con biglietto di ingresso al museo
Intero € 11,00
Ridotto € 9,00

lunedì 2 novembre 2009

Con Edesia a S.Maria in Trastevere


L'Associazione Culturale Edesia organizza per la prossima domenica la visita della basilica di S. Maria in Trastevere (per leggere mio post).

La bravissima Emilia, guida ufficiale dell'Associazione, ci illustrerà dettagliatamente la storia del primo luogo ufficiale di culto cristiano edificato a Roma e sicuramente il primo dedicato al culto della Vergine.
Appuntamento di fronte alla Chiesa alle ore 15.00 in Piazza S.Maria in Trastevere.

Si raccomanda come al solito di inviare la propria adesione a info@edesia.org

mercoledì 7 ottobre 2009

Visita al parco degli Acquedotti


L'associazione culturale Edesia organizza per domenica 11 ottobre prossimo la visita al Parco degli Acquedotti. Si tratta, come noto, di una vasta area archeologica che ci consentirà di approfondire un tema assai rilevante nella storia dell'antica Roma (e non solo): l'acqua.

Modalità e tecniche dell'approvvigionamento idrico sono infatti tra le eccellenze dell'eredità romana in tutto l'occidente. http://it.wikipedia.org/wiki/Parco_degli_Acquedotti
La visità verrà svolta in mattinata con inizio alle 10.30 con una durata di circa h 2.30.

In caso di prevedibile pioggia (36/48 h. prima) la visita potrebbe essere svolta in un itineriario alternativo probablmente (SS.Cosma e Damiano o S. Maria in Domnica).


Per maggiori informazioni http://www.edesia.org/

giovedì 28 maggio 2009

Tempio di Ercole Vincitore

Secondo appuntamento con la manifestazione Roma Nascosta al Tempio di Ercole Vincitore o Ercole Oleario.

Il tempio, chiamato anche Rotondo, sorge in Piazza Bocca della Verità a Roma, poco distante dal Tempio di Portuno all'interno del foro Boario. A causa di un'attribuzione errata, il tempio è talvolta ancora indicato popolarmente come Tempio di Vesta; l'errore è dovuto alla sua forma circolare che lo rende simile al vero tempio di Vesta situato nel Foro romano.
Risalendo al 120 a.C. circa, si tratta del più antico edificio di Roma di marmo conservatosi (il più antico in assoluto era il tempio di Giove Statore nel portico di Metello, del 146 a.C., andato perduto).

La prima cosa che colpisce è il degrado in cui si trova la struttura, sia nello spazio esterno che interno. Un vera vergogna che i siti archeologici della Capitale d'Italia siano ridotti in questo modo. Alemanno dove sei??
Passiamo alla visita.
All'entrata del monumento, dove dormiva indisturbato un barbone, un ragazzo della Pierreci (società esterna) controllava le prenotazioni e incassava i soldi per il biglietto (5 euro).

La guida, molto giovane, mi è sembrata che ripetesse a memoria la storiella ma quando alcuni visitatori hanno chiesto informazioni è stata brava e professionale.

Per impegnare i 45 minuti, però, le spiegazioni sono partite dalla Roma arcaica mentre ha sorvolato la leggenda dei motivi per i quali fu costruito il tempio.

Si è riusciti a determinare a chi fosse dedicato il tempio (Hercules Olivarius) e il nome dello scultore della statua, il greco Skopas minore, grazie ad un blocco che probabilmente era la base della statua venerata e che riportava dell'iscrizione.

Le fonti antiche parlano di un tempio di Hercules Victor fuori dalla Porta Trigemina e parlano della sua costruzione, risalente al 120 a.C. circa. Fu commissionata da un ricco mercante romano, Marco Ottavio Erennio (Caio Marcus Octavius Hersennus), che la dedicò ad Ercole protettore degli oleari, corporazione a cui il mercante apparteneva.

La leggenda (www.liceoclassicotivoli.it/Ercole.doc ) racconta che Erennio, prima di dedicarsi al commercio era un flautista; poi, stanco del suo mestiere, divenne un commerciante: gli affari gli andarono bene e così consacrò la decima parte dei suoi guadagni ad Ercole. In seguito, durante un viaggio d'affari, fu attaccato dai pirati in mare e si difese con vigore fino ad avere la meglio; il dio Ercole gli apparve in sogno rivelandogli che era stato per merito suo che si era salvato dall'attacco dei pirati. Per questo motivo quando Marco Erennio tornò a Roma, una volta ottenuto il terreno dai magistrati, consacrò un tempio ad Ercole.

Il tempio di Ercole Vittore fu successivamente restaurato sotto l'imperatore Tiberio (verosimilmente dopo l'inondazione del 15 d.C.) e deve la sua conservazione, come molti altri monumenti romani, al fatto di essere stato trasformato in chiesa nel medioevo: venne infatti consacrato nel 1132 e dedicato a Santo Stefano delle Carrozze, per poi essere trasformato nel XVII secolo nella chiesa di Santa Maria del Sole, perché poco distante dalla chiesa, sui margini del Tevere, fu ritrovata un'immagine della Madonna da cui partiva un raggio di sole.




tempio di Ercole

martedì 26 maggio 2009

Piramide Cestia

Primo appuntamento con la manifestazione Roma Nascosta alla Piramide Cestia.
Arrivo all'ingresso in anticipo per poter tranquillamente fare il biglietto di 5 euro (3,5 l'ingresso e 1,5 la visita).
Puntuale alle ore 19.00 il gruppo di 18 persone (prenotazione obbligatoria) varca il cancello aperto straordinariamente per l'iniziativa (di solito è aperto solo il secondo e quarto sabato del mese) e che corrisponde ad una posterula che immetteva su una strada secondaria , il cui basolato è ancora ben visibile.
La guida non è eccezionale ma comunque riesce a spiegare gli avvenimenti principali:
la piramide fu costruita tra il 18 e il 12 a.C. come tomba per Gaio Cestio Epulone, un membro dei Septemviri Epulonum ed è in calcestruzzo, con cortina di mattoni e copertura di lastre di marmo bianco di Carrara.

All'esterno è possibile leggere, su entrambi i lati verso oriente e verso occidente, a due terzi dell'altezza, l'iscrizione che registra il nome e titoli di Cestio e la descrizione delle circostanze della costruzione del monumento.

La presenza di un monumento funebre in forma di piramide a Roma si deve probabilmente al fatto che l'Egitto era divenuto provincia romana alcuni anni prima, nel 30 a.C., e la cultura sontuosa di questa nuova provincia stava venendo di moda anche a Roma.

Nel III secolo la piramide di Cestio fu incorporata nelle Mura Aureliane, delle quali venne a costituire un bastione.
Nel 1663, furono intrapresi degli scavi per ordine di Alessandro VII, che ne fece incidere la memoria sulla facciata: all'esterno furono trovate le basi di due statue dedicate a Cestio e fu scavata un'apertura nella piramide stessa, scoprendo la camera sepolcrale. Esiste anche un progetto del Borromini per trasformare la cella funeraria in chiesa, che fortunatamente non ebbe seguito.

Dopo un breve e tentennante introduzione siamo entrati (in gruppi da 5) nell'unica camera sepolcrale, di 5,95 x 4,10 ed alta 4,80 metri, la cui cubatura costituisce poco più dell'1% del volume complessivo del monumento.
La camera sepolcrale con volta a botte - originariamente murata al momento della sepoltura, come nelle piramidi egizie - è dipinta in bianco, con sottili cornici e figure decorative (sacerdotesse ed anfore alle pareti, 4 figure di Nike sulla volta) di stile pompeiano.


È relativamente ben conservata, ma completamente nuda, e sulla parete di fondo, dove doveva esserci il ritratto del defunto, ora c'è un buco, praticato da scavatori alla ricerca di tesori. Curiosa la galleria costruita nel Medio Evo dai primi "tombaroli".

La visita è stata emozionante, non certo per la guida, ma per la curiosità che nutrivo da decenni per un monumento che vedo giornalmente da quando ero bambino.

lunedì 11 maggio 2009

Scavi archeologici di Ostia Antica

Finalmente, ieri, dopo il nubrifagio del 19 aprile scorso l'associazione culturale Edesia è riuscita a portare a termine l'agoniata visita agli scavi di Ostia Antica.

Appuntamento alle 9.30 alla biglietteria.

Cominciamo con la storia dell'antica Ostia (dal latino Ostium - foce)
Secondo la tradizione la data della nascita di Ostia e il 633 a.C. affidandone la creazione ad Anco Marzio, quarto re di Roma.
Studi più approfonditi fanno ritenere che il periodo esatto sia nel IV secolo a.C.. Teoria rafforzata dal ritrovamento del Castrum, un piccolo nucleo abitativo cinto da mura, datato 330 a.C..

Il grande sviluppo però, inizia solo poco dopo, quando fu istituita la Questura Ostiense, nel 266 a.C.. È il primo passo che permetterà in pochi anni un radicale cambiamento di Ostia, sia sotto il profilo edilizio e urbanistico, sia per quello che riguarda il commercio e i collegamenti con altre civiltà.
Ostia era importante per il porto, che riceveva navi cariche di cereali, olio e di garum provenienti da tutto l'impero e in primo luogo dalle province della Sicilia, dell'Egitto antico, dell'Africa e della Sardegna. Le merci venivano trasportate su imbarcazioni più piccole che le trasportavano a Roma risalendo il fiume e in genere venivano stivate agli Horrea di Testaccio.
In periodo repubblicano la città era considerata l'emporium di Roma, dove fare acquisti nei numerosi negozi e depositi. Furono costruite eleganti case ad atrium e peristilio, con strade fiancheggiate da colonne. Vennero costruite le fogne che correvano sotto le strade e creata una necropoli fuori dalle mura.

Seguendo la nostra superba guida, Emilia, abbiamo iniziato la nostra visita percorrendo la via delle tombe, una necropoli i cui sepolcri più vetusti risalgono al II sec. d.C..
Superata velocemente l'area cimiteriale, posta all'esterno della cinta muraria di Ostia antica , giungiamo a Porta Romana, accesso principale della città.
La Porta, costruita con blocchi di tufo quadrato, risale all'epoca repubblicana, ma fu restaurata e rivestita di marmi in epoca imperiale.
Superata la porta incontriamo il piazzale della Vittoria , così denominato per la scoperta di una statua, databile al periodo di Domiziano, raffigurante la Minerva Vittoria.

All'interno della città il nostro percorso si snoda intorno alla via principale il Decumano Massimo. Infatti il nucleo primordiale di Ostia antica era costituito dal "Castrum" quadrangolare il quale circondato da mura - entro le quali si aprivano quattro porte per lato - era attraversato al suo interno dal Decumano Massimo e dal Cardine Massimo.[

Tra i moltissimi reperti Emilia si è soffermata sulle terme di Nettuno, edificio di età antonina che fu così denominato dal ritrovamento, all'ingresso delle terme, di un mosaico in cui compariva la figura di Nettuno.
Il teatro, costruito sotto il principato di Augusto e ingrandito da Commodo, con gli evidenti restauri attuati nel 1927 nella zona delle gradinate.
Il Capitolium, il tempio più importante di Ostia, di epoca adrianea, dedicato alla triade di Giove, Giunone, Minerva.
Le terme del foro, o grandi terme, come tutti gli edifici termali erano dotate di varie sale usate per i diversi tipi di bagni (calidarii, tiepidarii e frigidarii) e della palestra che doveva servire per rinforzare il fisico dopo che era stato ritemprato dalla balneazione.
La Porta Marina, fiancheggiata da due torri, costruita in epoca sillana utilizzando blocchi di tufo quadrangolari.
La Domus dei Pesci, dove si trova un importante mosaico dove sono raffigurati il calici ed i pesci la cui simbologia sembrerebbe attestarci che il padrone di casa doveva essere di fede cristiana.

Fantastica mattinata immersi nel verde e nella storia di una civiltà.

L'unico neo, come ormai ritrovo ormi in ogni sito archeologico, è la gestione del sito: tranne i due dipendenti cassieri (biglietteria e parcheggio) non abbiamo visto l'ombra di un custode e nessuno controllava i biglietti per l'ingresso!! Chi pagava lo faceva per semplice generosità!!
All'interno ognuno era libero di andare dove meglio credeva, non c'era un'indicazione (se non superficiale) di un percorso, un cartello esplicativo, nulla! Sembrava un Safari dell'archeologia.

I nostri siti, unici al Mondo, sono gestiti dai (in)competenti uffici in modo vergognoso per un paese civile ed è una tristezza vedere come delle Miniere d'oro sono abbandonate alla volontà di pochi.......
visita agli scavi di Ostia Antica

giovedì 12 marzo 2009

visite guidate Edesia

La associazione culturale Edesia ha pubblicato sul suo sito www.edesia.org il programma di questa primavera.

Ricordandovi la bravura di Emilia, guida ufficiale, vi riporto gli appuntamenti.

15 marzo - visita di Santa Prassede ore 16
5 aprile - Foro Olitorio - Foro Boario Templi di San Nicola in Carcere ore 15.30
19 aprile - Ostia Antica ore 10.30

Non mancate!

sabato 7 marzo 2009

Calendario visite del Comune di Roma

Mi scuso per il ritardo, causa settimana bianca, nel pubblicare il calendario delle visite del Comune di Roma

Domenica 8 Marzo ore 11.00
LE PENDICI DEL CAMPIDOGLIO DA PIAZZA DELL’ARACOELI FINO AL VICO JUGARIO
Appuntamento: Presso la scalinata dell’Aracoeli davanti alla casa romana
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Venerdì 13 Marzo ore 15.00
VIA DELLE SETTE CHIESE E IL QUARTIERE DELLA GARBATELLA
A cura della dott.ssa Silvana Ciocca
Appuntamento: via Ostiense, angolo via delle Sette Chiese
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Domenica 15 Marzo ore 10.00
L’EXCUBITORIUM DELLA VII
A cura della dott.ssa Simonetta Serra
Appuntamento: Via della VII Coorte
Ingresso: Euro 3,00 (ridotto €. 1,50)
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Sabato 21 Marzo ore 9.30
IL MITREO DEL CIRCO MASSIMO
A cura della dott.ssa Ersilia Maria Loreti
Appuntamento: davanti alla chiesa di Santa Maria in Cosmedin
Ingresso: Euro 3,00 (ridotto €. 1,50)
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Martedì 24 Marzo ore 15.00
AQUA ALSIETINA AUGUSTA: UN PERCORSO
A cura della dott.ssa Silvana Ciocca
Appuntamento: piazza Sidney Sonnino (presso il Cinema Reale)
Ingresso: gratuito
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Domenica 29 Marzo ore 10.00
Il NINFEO DEGLI ANNIBALDI
A cura della dott.ssa Carla Termini
Appuntamento: Via degli Annibaldi s.n.c. (angolo Via del Fagutale - inizio verso Colosseo)Ingresso: Euro 3,00 (ridotto €. 1,50)

lunedì 2 febbraio 2009

Teatro di Marcello e Portico d'Ottavia

Domani alle 15.00 sarà possibile partecipare alla visita guidata, a cura della dott.ssa Marialetizia Buonfiglio, al Portico d'Ottavia e del teatro di Marcello.
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La visita partirà dal Portico d'Ottavia, costruito, al posto del più antico portico di Metello, da Augusto (tra il 27 ed il 23 a. C.) e dedicato dall'imperatore a nome della sorella Ottavia.
Era una costruzione grandiosa (circa m 140 sulla fronte) che prospettava sul Circo Flaminio e probabilmente costituiva con il contiguo portico di Filippo un insieme unitario.
All'interno si trovavano i due templi di Giove Statore e Giunone Regina, due biblioteche, greca e latina, e la curia.


Nell'VIII secolo, parte del colonnato posteriore del propileo, viene inglobata nella facciata della chiesa di S. Angelo. Lo spazio del porticato frontale, tende a divenire, già in questo periodo, l'asse viario più importante della zona, anche perché agibile durante le fasi di piena del Tevere.
Avanti alla chiesa, all'interno dell'antico propileo, si insedia il mercato del pesce, da qui la denominazione dell'edificio di culto come "S. Angelo Piscium" o "in foro piscium". La struttura del propileo viene così a sommare sia la funzione di area commerciale, sia quella di accesso monumentale alla chiesa.

Durante tutto il medioevo, l'intera zona è oggetto di una massiccia urbanizzazione, con la costruzione di torri, fortezze e abitazioni, alcune delle quali si addossano al portico ed al propileo.
La diversa destinazione urbanistica dell'area - da monumentale ad abitativa - subisce un ulteriore incremento, nel 1555, quando papa Paolo IV formalizza nella zona limitrofa al Portico d'Ottavia, la costituzione del ghetto degli ebrei.


Del tempio di Apollo Sosiano, o più correttamente tempio di Apollo in Circo, si possono ammirare solo tre colonne rialzate che appartengono al rifacimento di epoca augustea.
Sui precedenti templi Gaio Sosio opera una radicale ricostruzione, probabilmente poco dopo un suo trionfo nel 34 a.C.

In epoca successiva dopo il crollo dell'alzato, i resti del tempio furono occupati da costruzioni medioevali e se ne perse traccia fino agli anni 1930: nel corso dei lavori di isolamento del teatro di Marcello (1926-1932), furono rinvenuti in posizione di caduta i resti del colonnato, crollati all'interno dei fornici del teatro. Nel 1940 le colonne crollate furono rialzate nella posizione che hanno tuttora, diversa tuttavia da quella originaria.

Il tempio di Bellona sorgeva vicino al tempio di Apollo Sosiano e al teatro di Marcello.
Era dedicato a Bellona, dea della guerra italica e fu promesso in voto nel 296 a.C. da Appio Claudio Cieco dopo una vittoria sugli Etruschi, nella zona conosciuta come in circo Flaminio.
Il tempio si trovava al di fuori del pomerium cittadino, in prossimità delle mura e ospitò diverse riunioni del Senato quando queste coinvolgevano stranieri (ricevimento di ambascerie di popoli non alleati) o comandanti militari (come nel caso del saluto ai proconsoli in partenza per la provincia loro assegnata).
I resti del podio sono costituiti dal riempimento in cementizio tra le strutture portanti dell'elevato che erano costruite in blocchi (opera quadrata), asportati dopo l'abbandono per essere reimpiegati e quindi ora mancanti. Sul podio inoltre insiste attualmente la struttura della chiesa di Santa Rita, di Carlo Maderno, qui spostata dalle pendici del Campidoglio durante i lavori degli anni 1930.
Il teatro di Marcello fu iniziato da Giulio Cesare, il quale espropriò per largo tratto la zona, demolendo gli edifici esistenti tra cui il tempio della Pietà, per cui venne ampiamente criticato. Augusto riprese il progetto, procedendo a nuovi espropri per ampliare la superficie ed erigere un edificio più grande.

Probabilmente completato già nel 17 a. C. quando venne utilizzato in occasione dei ludi secolari, fu dedicato nel 13 o 11 a.C., dandogli il nome di Marcello, il nipote dell'imperatore, destinato alla successione, morto a Baia nel 27 a. C..

Ancora in funzione probabilmente nel IV secolo, successivamente subì delle trasformazioni strutturali. Data la posizione elevata nei pressi del fiume, in un punto in cui era facile il guado, fu mutato in fortezza di proprietà dei Pierleoni e dei Fabi.

Nel '500 Baldassarre Peruzzi eresse il palazzo tuttora esistente per conto dei Savelli che due secoli dopo venne acquistato dagli Orsini.

La parte inferiore, corrispondente alle strutture romane, fu acquisita negli anni '30 dal Comune di Roma, scavata e restaurata dopo aver proceduto ad un'opera di radicale liberazione dell'area.

sabato 31 gennaio 2009

Visite guidate del Comune di Roma

PROGRAMMA DI FEBBRAIO 2009
La Sovraintendenza organizza visite guidate, condotte da esperti archeologi e storici dell’arte, ai più significativi monumenti e alle aree archeologiche comunali.
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Martedì 3 febbraio ore 15.00
IL PORTICO D’OTTAVIA ED IL TEATRO DI MARCELLO
Nel cuore del Ghetto, una passeggiata nell’area archeologica alla scoperta di resti del Portico d’Ottavia, dei templi di Apollo Sosiano e di Bellona e del Teatro di Marcello.
A cura della dott.ssa Marialetizia Buonfiglio
Appuntamento: Via del Portico d’Ottavia 29
Ingresso: gratuito
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Sabato 7 febbraio ore 10.00
VILLA ROMANA DELL’AUDITORIUM
In prossimità della via Flaminia, durante i lavori per la realizzazione dell’Auditorium progettato da Renzo Piano, sono stati rinvenuti i resti di una grande villa suburbana in uso tra la seconda metà del VI secolo a. C. e il II secolo d.C.A cura della dott.ssa Paola Chini
Appuntamento: ingresso Auditorium – Viale P. De Coubertin
Ingresso: gratuito
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Sabato 7 febbraio ore 11.30
STADIO DI DOMIZIANO
Costruito nell’86 d.C. per ospitare i giochi atletici, poteva contenere fino a 30.000 spettatori e l’odierna Piazza Navona ne ricalca perfettamente la forma.
A cura della dott.ssa Ersilia Maria Loreti
Appuntamento: piazza di Tor Sanguigna, 13
Ingresso: euro 3,00 (ridotto 1,50)
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Domenica 8 febbraio ore 10.00
PORTA ASINARIA
Presso la basilica di s. Giovanni in Laterano, una delle porte del recinto difensivo della città, realizzata nel III secolo dall’imperatore Aureliano e ristrutturata due secoli dopo dagli imperatori Arcadio ed Onorio.
A cura della dott.ssa Marialetizia Buonfiglio
Appuntamento: piazza s. Giovanni in Laterano, presso ingresso area archeologica
Ingresso: Euro 3,00 (ridotto 1,50)
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Sabato 14 febbraio ore 15.00
EXCUBITORIUM DELLA VII COORTE DEI VIGILI
Situato nel cuore di Trastevere a 8 m di profondità, la caserma dei Vigili del Fuoco della Roma antica, venne in luce nel 1865 e si data verso la fine del II secolo d. C.
A cura della dott.ssa Carla Termini
Appuntamento: via della VII Coorte, 9
Ingresso: Euro 3,00 (ridotto 1,50)
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Giovedì 19 febbraio ore 15.00
ACQUEDOTTO IN VIA DEL MANDRIONE E DI PORTA FURBA
Presso Porta Furba le arcate degli acquedotti romani della Marcia, Tepula, Iulia, Claudia e Anio novus e del rinascimentale acquedotto Felice.
A cura della dott.ssa Silvana Ciocca
Appuntamento: Via Tuscolana angolo Via di Porta Furba
Ingresso: gratuito
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Sabato 21 febbraio ore 9,30
COLOMBARIO DI POMPONIO HYLAS
All’interno del Parco degli Scipioni, una piccola tomba sotterranea ancora perfettamente conservata con affreschi e mosaici del I secolo d. C.
A cura della dott.ssa Simonetta Serra
Appuntamento: via di Porta Latina – ingresso Parco degli Scipioni
Ingresso: Euro 3,00 (ridotto 1,50)
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Sabato 28 Febbraio ore 10.00
AUDITORIUM DI MECENATE
Nel quartiere Esquilino un’ampia aula semisotterranea, con pareti affrescate, ultima testimonianza della grandiosa residenza di Mecenate.
A cura della dott.ssa Simonetta Serra
Appuntamento: Largo Leopardi 2
Ingresso: Euro 3,00 (ridotto 1,50)
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Martedì 24 febbraio ore 15.00
NECROPOLI OSTIENSE
Posta all’incrocio tra via delle Sette Chiese e la via Ostiense nei pressi della basilica di s. Paolo, la necropoli venne utilizzata tra il II a.C. e il IV d.C. e costituisce l’unica testimonianza visibile di un sepolcreto originariamente molto più vasto.A cura della dott.ssa Silvana Ciocca
Appuntamento: Parco Schuster (ingresso area archeologica)
Ingresso: Euro 3,00 (ridotto 1,50)

giovedì 15 gennaio 2009

mausoleo di Lucilio Peto


Sabato prossimo alle 12.00 ci sarà la visita guidata organizzata dal Comune di Roma al mausoleo di Lucilio Peto, noto anche come sepolcro dei Lucilii.

Il monumento, risalente probabilmente alla fine del I secolo si trova al confine del quartiere Pinciano, ma l'ingresso è su via Salaria, benché il pavimento si trovi a circa sei metri sotto il livello stradale.

L'area archeologica, antistante l'arco orientale del sepolcro nasconde un filare di blocchi in tufo, che corre quindici metri ad est del monumento, raggiungibile mediante due rampe di scale costruite nel 1925.
La tomba è a pianta circolare, costituita da un tamburo (circa 34 metri di diametro per una altezza di 16 metri) con il nucleo in opera cementizia, rivestito da un paramento in blocchi di travertino compreso tra due semplici comici a dentelli.

La copertura era con buona probabilità costituita da un tumulo di terra conico. Al centro del fronte principale, incisa su una lastra marmorea, inquadrata da un kima lesbio con palmette agli angoli, è una grande iscrizione che attribuisce il mausoleo ad un facoltoso membro della Gens Lucilia: Lucilio Peto, tribuno militare, prefetto dei fabbri e della cavalleria che costruì la tomba, quando era ancora in vita, per sé stesso e per la sorella Lucilia Polla.

Da un ingresso posteriore si accede all'interno del mausoleo. Un corridoio coperto a volta, rivestito di fine intonaco bianco e pavimentato con un battuto di calce, conduceva alla cella sepolcrale: questa presenta una pianta cruciforme, coperta a crociera, con tre nicchie nelle quali erano collocati altrettanti letti funerari (uno soltanto è ancora conservato), del tipo a kline schematica con l'estremità destra rialzata per l'appoggio della testa.

Il mausoleo fu successivamente abbandonato ed in epoca Traianea quasi completamente interrato.

Rodolfo Lanciani, che seguì gli scavi di fine Ottocento, ipotizzò che l' interro del sepolcreto Salario, sarebbero avvenuto con le terre provenienti dallo sbancamento della sella che congiungeva Campidoglio e Quirinale; operazione funzionale alla realizzazione del Foro progettato da Apollodoro di Damasco.

venerdì 9 gennaio 2009

I trofei di Mario

Domani alle 9,30 appuntamento con la dott.ssa Letizia Buonfiglio, archeologa del Comune di Roma, nell'angolo nord del giardino di piazza Vittorio Emanuele II dove si trova la monumentale struttura laterizia denominata fin dal Medioevo "Trofei di Mario".

Il nome deriva dai due trofei marmorei, erroneamente attribuiti a Caio Mario, che si trovavano sotto gli archi laterali fino al 1590, quando furono trasportati sulla balaustra del Campidoglio dove tuttora si trovano.

I “Trofei di Mario” non hanno niente a che fare con il console, in realtà rappresentano le vittorie di Domiziano sui Catti e sui Daci, sono dunque dell’'89 d.C. (i Catti erano una popolazione germanica e i Daci gli attuali romeni).

I trofei erano stati spostati dalla loro sede originaria entro la mostra di una fontana costruita da Alessandro Severo (222-235 d.C.), che oggi vediamo a Piazza Vittorio,ma il destino dei trofei era quello di finire in Campidoglio.

L'edificio, datato con precisione al 226 d.C. da una moneta dell'Imperatore Alessandro Severo che lo rappresenta, è in realtà una fontana monumentale e un castello di distribuzione dell'acqua, costruito appunto da Alessandro Severo al termine di una diramazione di acquedotto che, a causa dell'altezza dello speco d'entrata, si può identificare solo con l'acqua Claudia o con l'Anio Novus. La costruzione, che occupa la parte più alta dell'Esquilino, deve deve la sua forma trapezoidale alla posizione sulla confluenza delle vie Labicana e Tiburtina, ed è articolata su tre piani, con vari ambienti e canalizzazioni.
Al terzo piano è una facciata a nicchia centrale fiancheggiata da due archi aperti; una vasca raccoglieva l'acqua che scendeva dall'alto, e la convogliava ai piani inferiori, da dove veniva distribuita alle zone più basse della città.

martedì 6 gennaio 2009

Parco di torre fiscale


Appuntamento domani alle ore 15.00 per la visita organizzata dal Comune di Roma al Parco di Tor Fiscale a cura della dott.ssa Silvana Ciocca.

Il Parco prende il nome dalla medievale Torre del Fiscale, ben conservata, edificata sulla linea degli acquedotti romani Claudio ( 52 d.C.) e Felice (1585 d.C.) che corrono parallelamente lungo tutto il Parco, creando una forte suggestione visiva.

Nel punto in cui l’acquedotto Marcio e l’acquedotto Claudio vengono ad incrociarsi, si erge la Torre del Fiscale, alta circa 30 metri.
Risale al XIII sec., ha una struttura quadrata , costruita con blocchetti di tufo e qualche fila di mattoni, piccole finestre rettangolari con cornici di marmo.
L’origine della torre è collegato alla creazione del Campo Barbarico quando nel 539 d.C. i Goti di Vitige strinsero d’assedio la Roma di Belisario accampandosi in quest’area trapezoidale chiudendo le arcate degli acquedotti.
La Torre fu usata come punto strategico di sorveglianza sulla via Latina e cambiò molti nomi fino all’odierno derivante dal tesoriere pontificio “fiscale” Filippo Foppi XVII sec.

Protetto dalla Soprintendenza Archeologica di Roma e dal Parco Regionale dell'Appia Antica, il territorio di Tor Fiscale, ricco di resti storici, testimonia in diversi tratti, il tracciato dell'antica Via Latina, con presenza di Sepolcri e resti di Ville Romane.
Il Parco offre ai visitatori scenari unici. Si possono osservare attraverso le arcate degli Acquedotti Romani, i vecchi e silenziosi casali agricoli e gli orti; passeggiando tra i frutteti, ovunque si volga lo sguardo, si può ammirare il paesaggio dominato dalla maestosa Torre del Fiscale, all'incrocio tra gli acquedotti che un tempo (539 d.C.) furono utilizzati per il Campo Barbarico di Vitige Re dei Goti.
La morfologia del terreno è particolare, infatti seppur ormai invisibili, scorrono nel sottosuolo numerosi corsi d'acqua, facilmente identificabili seguendo la linea dei canneti; ci sono sbalzi di quota rilevanti con presenza di numerose gallerie visitabili (circa 18 km), oggi utilizzate per la coltura dei funghi.
Nella parte bassa del Parco, ingresso di via di Torre Branca, si trovano importanti resti dell'Acquedotto Claudio, c'è un' area giochi con zone d'ombra e panchine; di lato si trova un frutteto aperto al pubblico, che viene utilizzato per laboratori di educazione ambientale.
Uscendo dal Parco in Via di Torre Branca, si raggiunge Via di Torre del Fiscale che attraversa l'area dei Casali dell'antica Vaccheria edificata anch'essa su resti romani.

notizie e foto prese da http://www.torredelfiscale.it/

area sacra di Sant'Omobono


Domani alle ore 15,00 si terrà la visita guidata, organizzata dal Comune di Roma, all'area di Sant'Omobono.

L'area archeologica, scoperta nel 1937 nei pressi della chiesa di Sant'Omobono (all'incrocio tra l'odierna via L. Petroselli e il Vico Jugario, ai piedi del Campidoglio), ha restituito molti documenti di importanza eccezionale per la comprensione della storia di Roma arcaica e repubblicana. Vi sono compresi due templi, il tempio di Fortuna e il tempio di Mater Matuta.
Il Vicus Iuguarius congiungeva anticamente il Foro con il porto fluviale sul Tevere, al confine tra Foro Olitorio e Foro Boario.

Nel secondo quarto del VI secolo a.C. sorsero sull'area già occupata da capanne protostoriche, due templi arcaici gemelli, dei quali solo uno è stato possibile scavare (il secondo è sotto la chiesa). Dalle fonti sono stati indicati come i templi della Fortuna e della Mater Matuta.

Le fonti collegano almeno il tempio della Fortuna a Servio Tullio, che intendeva celebrare con questo edificio la sua divinità protettrice, alla quale dedicò ben 26 templi a Roma, ciascuno con un'epiclesi diversa.
Significativa fu la scelta del luogo: accanto al porto a voler sottolineare la crescente importanza commerciale di Roma.

Anche la Mater Matuta era dopotutto una divinità legata alla navigazione (la "stella mattutina" che salvava dai naufragi e indicava la rotta, simile alla greca Inò), quindi popolare tra i marinari e mercanti stranieri che dovevano frequentare il porto.

L'area sacra, secondo i materiali rinvenuti negli scavi, venne restaurata nel 540 a.C. e abbandonato alla fine del VI secolo a.C., in corrispondenza della fine della monarchia etrusca.
La zona venne riedificata circa un secolo dopo, quando il livello del santuario venne rialzato artificialmente di circa quattro metri, con la costruzione di un unico, grande podio quadrato e con un orientamento nord-sud perfettamente ortogonale.
Il secondo rifacimento viene attribuito dalle fonti a Camillo, situandolo agli inizi del IV secolo a.C., dopo la presa di Veio nel 396 a.C..
Il pavimento venne ulteriormente rifatto dal console Marco Fulvio Flacco dopo la conquista di Volsinii nel 264 a.C., con due nuovi basamenti di donario quadrangolari e uno circolare al centro, dove venivano poste le statuette bronzee saccheggiate nella città etrusca e nel santuario della federazione etrusca, che le fonti calcolano in circa duemila pezzi.
Davanti ai due templi, strettamente collegati alla Porta Triumphalis ed al percorso del trionfo, Lucio Stertinio collocò nel 291 a.C. i primi due archi trionfali coronati da statue dorate.
L'ultimo intervento risale all'epoca di Domiziano, con rifacimenti adrianei, come dimostrano i bolli presenti sui mattoni: i due templi vennero ricostruiti su una platea di travertino, con al centro un arco quadrifronte che fungeva da porta trionfale, come compare anche in alcune monete e in due rilievi aureliani dell'arco di Costantino.

Attualmente nell’area è completamente visibile solo il tempio della Fortuna, dal momento che la cella della Mater Matuta è stata riutilizzata con ogni probabilità alla fine del V secolo d.C. come edificio di culto cristiano, internamente ristrutturata nel Medioevo, con il presbiterio rialzato e decorato da pavimenti cosmateschi. Si tratta della chiesa menzionata nei documenti come S. Salvatore in Portico, sulla quale nel 1482 viene ricostruito un nuovo edificio di culto, con orientamento opposto al precedente e dedicato nel 1575 a S. Omobono, protettore dei sarti.

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