lunedì 2 febbraio 2009

Teatro di Marcello e Portico d'Ottavia

Domani alle 15.00 sarà possibile partecipare alla visita guidata, a cura della dott.ssa Marialetizia Buonfiglio, al Portico d'Ottavia e del teatro di Marcello.
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La visita partirà dal Portico d'Ottavia, costruito, al posto del più antico portico di Metello, da Augusto (tra il 27 ed il 23 a. C.) e dedicato dall'imperatore a nome della sorella Ottavia.
Era una costruzione grandiosa (circa m 140 sulla fronte) che prospettava sul Circo Flaminio e probabilmente costituiva con il contiguo portico di Filippo un insieme unitario.
All'interno si trovavano i due templi di Giove Statore e Giunone Regina, due biblioteche, greca e latina, e la curia.


Nell'VIII secolo, parte del colonnato posteriore del propileo, viene inglobata nella facciata della chiesa di S. Angelo. Lo spazio del porticato frontale, tende a divenire, già in questo periodo, l'asse viario più importante della zona, anche perché agibile durante le fasi di piena del Tevere.
Avanti alla chiesa, all'interno dell'antico propileo, si insedia il mercato del pesce, da qui la denominazione dell'edificio di culto come "S. Angelo Piscium" o "in foro piscium". La struttura del propileo viene così a sommare sia la funzione di area commerciale, sia quella di accesso monumentale alla chiesa.

Durante tutto il medioevo, l'intera zona è oggetto di una massiccia urbanizzazione, con la costruzione di torri, fortezze e abitazioni, alcune delle quali si addossano al portico ed al propileo.
La diversa destinazione urbanistica dell'area - da monumentale ad abitativa - subisce un ulteriore incremento, nel 1555, quando papa Paolo IV formalizza nella zona limitrofa al Portico d'Ottavia, la costituzione del ghetto degli ebrei.


Del tempio di Apollo Sosiano, o più correttamente tempio di Apollo in Circo, si possono ammirare solo tre colonne rialzate che appartengono al rifacimento di epoca augustea.
Sui precedenti templi Gaio Sosio opera una radicale ricostruzione, probabilmente poco dopo un suo trionfo nel 34 a.C.

In epoca successiva dopo il crollo dell'alzato, i resti del tempio furono occupati da costruzioni medioevali e se ne perse traccia fino agli anni 1930: nel corso dei lavori di isolamento del teatro di Marcello (1926-1932), furono rinvenuti in posizione di caduta i resti del colonnato, crollati all'interno dei fornici del teatro. Nel 1940 le colonne crollate furono rialzate nella posizione che hanno tuttora, diversa tuttavia da quella originaria.

Il tempio di Bellona sorgeva vicino al tempio di Apollo Sosiano e al teatro di Marcello.
Era dedicato a Bellona, dea della guerra italica e fu promesso in voto nel 296 a.C. da Appio Claudio Cieco dopo una vittoria sugli Etruschi, nella zona conosciuta come in circo Flaminio.
Il tempio si trovava al di fuori del pomerium cittadino, in prossimità delle mura e ospitò diverse riunioni del Senato quando queste coinvolgevano stranieri (ricevimento di ambascerie di popoli non alleati) o comandanti militari (come nel caso del saluto ai proconsoli in partenza per la provincia loro assegnata).
I resti del podio sono costituiti dal riempimento in cementizio tra le strutture portanti dell'elevato che erano costruite in blocchi (opera quadrata), asportati dopo l'abbandono per essere reimpiegati e quindi ora mancanti. Sul podio inoltre insiste attualmente la struttura della chiesa di Santa Rita, di Carlo Maderno, qui spostata dalle pendici del Campidoglio durante i lavori degli anni 1930.
Il teatro di Marcello fu iniziato da Giulio Cesare, il quale espropriò per largo tratto la zona, demolendo gli edifici esistenti tra cui il tempio della Pietà, per cui venne ampiamente criticato. Augusto riprese il progetto, procedendo a nuovi espropri per ampliare la superficie ed erigere un edificio più grande.

Probabilmente completato già nel 17 a. C. quando venne utilizzato in occasione dei ludi secolari, fu dedicato nel 13 o 11 a.C., dandogli il nome di Marcello, il nipote dell'imperatore, destinato alla successione, morto a Baia nel 27 a. C..

Ancora in funzione probabilmente nel IV secolo, successivamente subì delle trasformazioni strutturali. Data la posizione elevata nei pressi del fiume, in un punto in cui era facile il guado, fu mutato in fortezza di proprietà dei Pierleoni e dei Fabi.

Nel '500 Baldassarre Peruzzi eresse il palazzo tuttora esistente per conto dei Savelli che due secoli dopo venne acquistato dagli Orsini.

La parte inferiore, corrispondente alle strutture romane, fu acquisita negli anni '30 dal Comune di Roma, scavata e restaurata dopo aver proceduto ad un'opera di radicale liberazione dell'area.

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