giovedì 24 giugno 2010

Li santi (o le streghe) de Roma

da Il Tempo.it un simpatico articolo sull'antica festa che si tiene intorno alla Basilica di San Giovanni.


«Me feci un bell’insogno l’altra notte/ che annamio tutt’e dua a San Giovanni». Canta Gigi Proietti, stornella sulla festa dell’estate che mischia sacro e profano. Oggi è il giorno del Battista, è la notte più corta, secondo tradizione più che per il calendario astronomico. Le streghe devono sbrigarsi ad andarsene. Il sole fa capolino prestissimo, e le acceca. Una manciata di giorni, ed ecco la gloria degli altri santi de Roma, i patroni Pietro e Paolo. Venerate aureole della porta accanto, quelli che i pischelli, giocando nel vicolo, apostrofavano: «San Pietro e san Paolo, opritece le porte!». E i ragazzetti della squadra opposta: «Le porte stanno aperte pe' cchi ce vòle entrà».

L'intrigo delle credenze e dei simboli s'accumula nel giorno di San Giovanni, che quest'anno la Capitale ricorda rispolverando l'antica festa attorno alla Basilica, con bancarelle, canti, cantastorie che resteranno fino a domenica.
Su Pietro e Paolo la tradizione si nutre di imprecisioni. I due venuti dalla Giudea si salutarono nei pressi della Piramide di Caio Cestio. Il Carcere Mamertino si dice fosse la loro prigione. Ma non furono martirizzati lo stesso giorno. Pietro fu crocifisso a testa in giù (come nel dipinto di Cavaraggio a Santa Maria del Popolo) presumibilmente nel 64 dopo Cristo, durante la persecuzione neroniana dei cristiani. Paolo nel 67.
Da cittadino romano, non gli toccò l'onta della croce, fu decapitato. Abbinarli nella devozione è tornare alle origini di Roma.
Travasare in loro i fondatori dell'Urbe, Romolo e Remo. Principi pagani e principi della Chiesa, le fondamenta della caput mundi.


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