Domenica prendendo spunto dalla fantastica giornata di sole sono uscito con tutta la famiglia per una passeggiata in centro, soprattutto per far ammirare ai bimbi i presepi delle chiese.
Sulla parete esterna era esposta la Forma Urbis Romae, pianta marmorea della città della quale, a partire dal XVI secolo, sono stati ritrovati numerosi frammenti e che a tutt'oggi rimane fonte insostituibile per la conoscenza della topografia di Roma antica.
La basilica fu costruita riadattando un paio di ambienti del Tempio della Pace, a cui si accedeva dal lato del Foro Romano tramite un atrio di ingresso a pianta circolare, già trasformato da Massenzio in un tempio che,secondo una tradizione medievale messa in dubbio dal molti, era dedicato al proprio figlio divinizzato, morto prematuramente (tempio del Divo Romolo).
L'intero complesso fu ceduto da Amalasunta, figlia di Teodorico, nel 526 al pontefice Felice IV, per erigervi una chiesa, che venne realizzata trasformando l'antica aula delle udienze del Praefectus Urbis, e si trattò, a due secoli dall'editto di Costantino, del primo edificio di culto cristiano sorto nel centro monumentale della città, poiché in precedenza probabilmente era risultata insormontabile l'ostilità dell'ancor potente aristocrazia senatoria pagana. La basilica fu dedicata ai due santi greci, Cosma e Damiano, in contrasto con l'antico culto dei Dioscuri, Castore e Polluce, che erano stati venerati sino alla chiusura nel vicino tempio situato nel Foro Romano.
Nel IX secolo vennero collocati nella chiesa i busti dei santi Marco e Marcello, che vennero riscoperti nel 1583 durante il pontificato di papa Gregorio XIII.
Nel 1947 la vecchia entrata attraverso il c.d. tempio di Romolo venne chiusa e sostituita da un nuovo ingresso realizzato su via dei Fori Imperiali. Contemporaneamente il c.d. tempio di Romolo fu ripristinato nello stato di epoca romana.
Molto interessante è il mosaico dell'abside che è considerato un testo figurativo fondamentale in quanto è ancora impregnato dello stile monumentale e aulico dell'arte imperiale tardoromana, il che può riscontrarsi nelle figure solide e voluminose dei santi, o nel carattere quasi di ritratto di S. Cosma sulla destra, come nella presenza di un superbo fondo di colore blu cobalto,al contrario dell'astrazione figurativa e dell'ultraterreno fondo oro dei mosaici bizantini di poco successivi.
La prima chiesa che incontriamo sul nostro percorso è la basilica dei Santi Cosma e Damiano.
La basilica è dedicata ai due fratelli greci, dottori, martiri e santi Cosma e Damiano. I due santi sono anche noti anche come Santi Medici e sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba, medici in Siria e martiri sotto l'impero di Diocleziano. Cosma e Damiano, medici militari martirizzati, saranno oggetto di una particolare devozione nel mondo bizantino, invocati per la guarigione delle malattie.
Il blocco della chiesa e del convento appare subito evidente come sia inserito in poderose murature di età romana, che in origine erano parte del Forum Pacis o Foro di Vespasiano, eretto dopo la fine della guerra giudaica e delle guerre civili susseguenti alla morte di Nerone. L'ambiente su cui insiste la chiesa era adibito a biblioteca, ricostruito dopo un incendio da Settimio Severo e in parte trasformato in aula delle udienze del Praefectus Urbis.
Sulla parete esterna era esposta la Forma Urbis Romae, pianta marmorea della città della quale, a partire dal XVI secolo, sono stati ritrovati numerosi frammenti e che a tutt'oggi rimane fonte insostituibile per la conoscenza della topografia di Roma antica.
La basilica fu costruita riadattando un paio di ambienti del Tempio della Pace, a cui si accedeva dal lato del Foro Romano tramite un atrio di ingresso a pianta circolare, già trasformato da Massenzio in un tempio che,secondo una tradizione medievale messa in dubbio dal molti, era dedicato al proprio figlio divinizzato, morto prematuramente (tempio del Divo Romolo).
L'intero complesso fu ceduto da Amalasunta, figlia di Teodorico, nel 526 al pontefice Felice IV, per erigervi una chiesa, che venne realizzata trasformando l'antica aula delle udienze del Praefectus Urbis, e si trattò, a due secoli dall'editto di Costantino, del primo edificio di culto cristiano sorto nel centro monumentale della città, poiché in precedenza probabilmente era risultata insormontabile l'ostilità dell'ancor potente aristocrazia senatoria pagana. La basilica fu dedicata ai due santi greci, Cosma e Damiano, in contrasto con l'antico culto dei Dioscuri, Castore e Polluce, che erano stati venerati sino alla chiusura nel vicino tempio situato nel Foro Romano.
Nel IX secolo vennero collocati nella chiesa i busti dei santi Marco e Marcello, che vennero riscoperti nel 1583 durante il pontificato di papa Gregorio XIII.
Nel 1947 la vecchia entrata attraverso il c.d. tempio di Romolo venne chiusa e sostituita da un nuovo ingresso realizzato su via dei Fori Imperiali. Contemporaneamente il c.d. tempio di Romolo fu ripristinato nello stato di epoca romana.
Molto interessante è il mosaico dell'abside che è considerato un testo figurativo fondamentale in quanto è ancora impregnato dello stile monumentale e aulico dell'arte imperiale tardoromana, il che può riscontrarsi nelle figure solide e voluminose dei santi, o nel carattere quasi di ritratto di S. Cosma sulla destra, come nella presenza di un superbo fondo di colore blu cobalto,al contrario dell'astrazione figurativa e dell'ultraterreno fondo oro dei mosaici bizantini di poco successivi.
Nel vestibolo abbiamo potuto ammirare un grandioso Presepe Napoletano del Settecento , donato nel 1939 da una famiglia monticiana di origine napoletana, Cataldo Perricelli: lungo 15 metri, alto 9 e profondo 7, presenta le statuine su uno splendido scenario impreziosito dalle pittoresche case e una monumentale grotta incorniciata tra colonne in rovina.
Le notizie e le foto sono state prese da www.wikipedia.org e www.romeguide.it
Nessun commento:
Posta un commento