sabato 30 agosto 2008

La buona fortuna

La buona fortuna è ciò che accade quando la preparazione incontra un'opportunità.

Seneca

giovedì 28 agosto 2008

Il Legato Romano



Sono tornato in anticipo dalla mie vacanze che ho passato insieme ai miei bambini al mare e per prima cosa voglio aggiornarvi su un libro (incredibile ma ho anche trovato il tempo di leggere) che ho letto: Il Legato Romano di Guido Cervo.
Mi ricordavo che i libri di Cervo erano stati avvincenti ma evidentemente mi sbagliavo almeno per quanto riguarda quest’opera.
Ammetto che è difficile per gli autori che si cimentano nei romanzi storici su Roma superare dei capolavori come i primi libri della McCullough e “L’ultima legione" di Valerio Massimo Manfredi.
Comunque il Legato romano mi ha deluso.
I riferimenti storici, nonostante siano esatti, sono esigui e non riescono ad incidere nella trama, anzi i personaggi si sarebbero potuti muovere benissimo anche in un altro periodo senza modificare di una virgola il romanzo.
Infatti, l'autore non riesce ad amalgamare la vera storia con quella dei suoi protagonisti e non riesce a farmi partecipe di questo controverso e oscuro periodo fatto di saccheggi, animato da banditismo e atrocità dei barbari ai confini dell'Impero.
Inoltre la parte narrativa e descrittiva a mio parere è decisamente carente. Mentre nei libri scritti da McCullough e Manfredi riesco a vivere "realmente" insieme ai loro protagonisti le storie e l’immagino immersi nella loro epoca (fantastica la descrizione di Manfredi per quanto riguarda l’impero in decadenza) le descrizioni dei personaggi e dei luoghi di Cervo sono superficiali e rendono il tutto freddo e inanimato. Esempio eclatante sono le battaglie che si svolgono in un lampo senza neanche soffermarsi sull’animo e i sentimenti dei protagonisti.
Su un blog ho letto una recensione di una lettrice che condivido: in un romanzo è fondamentale entrare nella storia e riuscire a immaginare nella mente il piccolo mondo di cui si narra, qua abbiamo un uomo rincorso dai suoi fantasmi che tutto un tratto diventa felice e non si sa bene il perché; una schiava che viene amata solo per la sua bellezza perché sinceramente è proprio antipatica e arrivista; tre barbari crocerossini. Ma insomma, dov'è finita la virtus romana, il mondo fatto d'onore, classi e nobiltà?
Negativo anche l’affollarsi di protagonisti (ovvio poi la superficialità) e la conclusione che prelude a un seguito che lo stesso autore richiama nell'epilogo.
Peccato ma forse i successivi libri saranno migliori……..

giovedì 14 agosto 2008

Auguri

Arrivederci a Settembre
Cenni storici
Il termine Ferragosto (dal latino Feriae Augusti = riposo di Agosto) indica una festa popolare antica, che si svolgeva il 15 agosto per festeggiare la fine dei principali lavori agricoli.
Nell'occasione, i lavoratori porgevano auguri ai padroni, ottenendo in cambio una mancia; tale festa era tipicamente romana, tanto che in età rinascimentale fu resa obbligatoria dai decreti pontifici.
La ricorrenza discende direttamente dai "Consualia", il periodo di festa e riposo che nell'antica Roma repubblicana si dedicava al dio Conso, protettore dell’agricoltura.
Agli inizi dell'età imperiale (18 a.C.) tali ferie vennero ribattezzate come "Augustali", in onore dell'imperatore Ottaviano Augusto, da cui deriva l'attuale denominazione del mese di agosto.
Nel corso dei festeggiamenti, in tutto l'impero si organizzavano corse di cavalli e gli animali da tiro (cavalli, asini e muli) venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori.

Rio a Fregene


Gran finale del mio periodo di single a Roma: cena con Michele, Maria Luisa e i loro bimbi (non proprio da single vero?).
Appuntamento alle 19.30 e partenza per il Lungomare di Levante a Fregene .

Il ristorante scelto per l'occasione è il Rio all'interno dell'omonimo stabilimento.

Il tavolo si trova nella veranda sulla spiaggia e ed è stato possibile ammirare uno splendido tramonto.

Il servizio è risultato informale ma cortese. Peccato che non abbiamo avuto modo di consultare il menù e, pertanto, abbiamo dovuto attenerci ai suggerimenti del cameriere. La cena è stata di qualità discreta:
spaghetti con telline (c'era un po' di sabbia e la pasta era molto al dente), il Pezzogna con patate al forno (non male) e frittura di pesce (non ho assaggiato), accompagnato con un vino bianco: totale del conto 160 euro circa!!! Una cifra decisamente alta.


Cenni storici di Fregene
Il nome Fregene deriva probabilmente da un insediamento di mercanti originari della Frigia, le cui navi facevano rotta verso la zona mineraria di fronte all’isola d’Elba.
La Fregene romana, non c’è dubbio che si trovava nella zona di Maccarese oggi denominata Primavera, dove sono stati trovati numerosi reperti e perfino una necropoli risalente al primo sec. dell’era volgare.
Per gli storici latini la città viene fondato nel 245 a.C. e, mentre per l’etrusca Veio, che aveva la giurisdizione su Fregene, l’interesse era di natura commerciale per i romani si trattava di costituire un avamposto militare a difesa della costa, misura quanto mai opportuna data la rivalità con Cartagine. Superfluo osservare che con la costruzione del grande scalo marittimo a Porto (Fiumicino), le cose cambiano per Fregene, la cui importanza ormai risiede in alcune ville sorte sulla riva del mare per iniziativa di alcune famiglie patrizie di Roma. Residenze che in seguito dovranno essere abbandonate, causa l’insalubrità del luogo.
Padrona del posto resta una fauna varia e ricca che esercita un forte richiamo su chi pratica la caccia e, in omaggio alla dea protettrice di questa attività, alla zona viene attribuita la denominazione di Litus Dianae, Lido di Diana. Per tutto il medioevo e fino al secolo scorso Fregene non è altro che la zona costiera della tenuta di Maccarese.
Rinasce come città moderna quando un gruppo di operatori, venuto a conoscenza della bonifica imminente, decide di acquistare la pineta con i terreni che si affacciano sul mare scorporandoli dalla tenuta di Maccarese che è proprietà dei Rospigliosi. Lo scopo dichiarato è quello di costruire su di essi "una decorosa stazione balneare e climatica con alberghi, stabilimenti e villini". Ma le cose non vanno nel senso desiderato e la società fallisce intorno al 1930, passando armi e bagagli alla Banca d’Italia con cui aveva debiti da saldare.
E’ in questa fase (la vegetazione stupenda, i villini ancora pochi) che la nobiltà romana al completo scopre Fregene e la frequenta dandole lustro e notorietà. Più avanti, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, sarà il cinema a rinverdire il mito di Fregene. Molti i cineasti che ci vengono ad abitare. Mentre Federico Fellini con Lo sceicco bianco, La dolce vita e Giulietta degli spiriti esporta ovunque le suggestive immagini della pineta che papa Clemente IX aveva fatto piantare nel 1666 con lo scopo di far assorbire l’acqua che stazionava in superficie.
Nel frattempo il comprensorio era passato (1952) per 540 milioni dalla Banca d’Italia alla società Financo, che, in base a una convenzione con il Comune di Roma, avrebbe dovuto realizzare i servizi essenziali (strade, fognature, acqua potabile, illuminazione pubblica) in cambio delle licenze di costruzione. Ma nel 1983 l’accordo entra in crisi per iniziativa delle forze ambientaliste che denunciano un’eccessiva distruzione del verde. E comincia una storia infinita. Il Comune di Fiumicino, che subentra nel 1992 a quello di Roma, ridisegna il piano di lottizzazione e riscrive la convenzione con la società proprietaria dei terreni. Ma alla Regione il piano non piace e si ferma tutto. Le strade non vengono riparate, il lungomare non viene costruito. E avanza il degrado.Per la pineta, invece, parte un progetto di recupero in seguito alla sua acquisizione da parte del comune (fino al 2001 apparteneva alla società lottizzatrice). Sarà sufficiente che si faccia lo stesso con le strade perché Fregene riacquisti il suo fascino.

mercoledì 13 agosto 2008

Per Maika


Magari Maika puoi confrontare la tua splendida ricetta con questa!!


Le verdure grigliate sono un contorno salutare, vario e molto saporito, in quanto la semplice grigliatura ne preserva il gusto e ne esalta il sapore, cuocendole senza grassi. La cottura delle verdure, che vengono affettate o tagliate, può avvenire su di una piastra rigata o liscia e la verdura può indifferentemente essere cotta senza alcun condimento oppure essere spennellata con dell’olio, a seconda dei gusti.


Accendete il forno al massimo. Lavate ed asciugate i peperoni, poi metteteli in forno ponendoli in una teglia o sulla griglia del forno stesso, rigirandoli su tutte le loro parti fino a quando si saranno ammorbiditi e ben abbrustoliti, (dipende dalla loro grandezza). Estraete i peperoni dal forno e poneteli per 5 minuti dentro ad un sacchetto di plastica, che chiuderete; passati i 5 minuti estraete i peperoni e sbucciateli (la pelle verrà via agevolmente), poi tagliateli in filetti della larghezza che più vi piace.Nel frattempo riscaldate una piastra rigata o liscia.


Lavate e spuntate le zucchine e le melanzane, poi tagliatele a fettine dello spessore di circa ½ cm e ponetele sulla griglia o piastra ben calda rigirandole fino a cottura avvenuta.


Mondate e tagliate le cipolle in quattro parti uguali nel senso degli anelli, tagliate i radicchi in due parti nel senso della lunghezza e poneteli sulla griglia rigirandoli fino a cottura avvenuta.Le cipolle e le melanzane impiegheranno più tempo per cuocere rispetto alle zucchine; il radicchio cuocerà in minor tempo.

da Tonino e Anna

Ieri sera ho trascorso la serata con i colleghi (eravamo 14!) a casa di Tonino ed Anna a Cretone.
La cena è stata squisita e abbondante: melone e prosciutto, lasagna (Anna), maialino sardo (Roberta), tiramisù al caffè (Laura) , tiramisù ai frutti di bosco (Stefania), rotolo alla nutella cocomero e caffè, il tutto accompagnato da un ottimo Brunello di Montalcino del 2001 (Fausto)! Ah, dimenticavo le fantastiche verdure di Maika, nuora di Tonino.

Ma, nella mia immensa ripetitività, ricordo sempre la frase di Cicerone:

"Il piacere dei banchetti non si deve misurare dalle squisitezze delle portate ma dalla compagnia degli amici e dai loro discorsi".

Ieri è stata veramente una bellissima serata e devo sempre e soprattutto ringraziare per la loro ospitalità Tonino e la sua famiglia: Anna, Luca, Francesca e Maika.

Grazie amici






PS: a chi interessa riporto qualche cenno storico su Cretone

Le origini antiche dell'abitato sono documentate dai numerosi ritrovamenti archeologici e dagli scritti del passato. L'abitato di Cretone occupa un colle arenaceo-conglomeratico, sulla cui sommità sorge il paese medioevale.

La piana è il risultato della colmatura delle valli di due ruscelli provenienti dal versante Ovest dei monti Lucretili, lungo il fosso delle Grottoline-Molaccia si è rilevata interessante la necropoli dell'abitato. Questa restituisce preziosi oggetti di età che consentono di inserire il centro di Cretone nella facies della cultura sabina permeata di influssi etruschi.
La costruzione del castello e del borgo medioevale sec XIII, nelle cui murature sono inseriti frammenti ceramici. È possibile che l'abitato nel periodo arcaico si prolungasse dal pianoro verso l'estremità Nord del colle, coperta dall'espansione edilizia del novecento di piazza delle Carrette, l'altura si prestava ad essere isolata con un fossato nella strozzatura che la lega al gruppo meridionale dei Tre Colli.

martedì 12 agosto 2008

Re Laurino


La terza settimana di luglio sono stato con la mia famiglia in Val di Fassa, nel cuore delle Dolomiti.

La valle occupa l’estremità nord orientale del Trentino, ai confini con la provincia di Bolzano (Alto Adige) e di Belluno (Veneto).

Ho trascorso una settimana fantastica e tranquilla tra le montagne piene di leggende, di cultura e di tradizioni.

Ha molto divertito i miei due bimbi (Flavio e Claudia) la leggenda che narra quando sul Catinaccio, si trovava il giardino delle rose di Re Laurino: da questo il nome tedesco del Catinaccio: Rosengarten (giardino delle rose).

Re Laurino era il monarca di un popolo di nani che attraverso scavi nella roccia delle montagne, trovava oro e argento.

Oltre a queste ricchezze possedeva due armi magiche: una cintura che gli dava la forza pari a quella di 12 uomini e una cappa che lo rendeva invisibile. Un giorno il Re dell'Alto Adige decise di concedere la mano della sua bellissima figlia Similde, e per questo decise di invitare per una gita di maggio, tutti i nobili delle vicinanze.

Tutti, tranne Re Laurino, che decise, comunque, di partecipare come ospite invisibile. Quando sul campo del torneo cavalleresco vide, finalmente, la bellissima Similde, se ne innamorò all'istante. Istintivamente la caricò in groppa al suo cavallo e fuggì con lei.

Tutti i nobili invitati si lanciarono all'inseguimento del fuggiasco, schierandosi poi all'ingresso del Giardino delle Rose per bloccargli il passaggio. Re Laurino allora indossò la cintura, che gli dava la forza di dodici uomini e decise di combattere. Quando si rese conto che non poteva battere tutti quegli uomini e stava per soccombere, indossò la cappa che lo rendeva invisibile e si mise a saltellare da una parte all'altra del giardino, convinto del fatto di non essere visibile agli occhi altrui. Ma i cavalieri riuscirono ad individuarlo osservando il movimento delle rose sotto le quali Laurino cercava di nascondersi.

Lo catturarono, tagliarono la cintura magica e lo fecero loro prigioniero. Re Laurino, arrabbiato per ciò che gli stava accadendo, si girò verso il Rosengarten, che lo aveva tradito, e gli lanciò una maledizione: "né di giorno, né di notte alcun occhio umano potrà più ammirarti".

Ma nell'enfasi della rabbia Re Laurino si dimenticò dell'alba e del tramonto e così, da allora, accade che il Catinaccio, sia al tramonto che all'alba (né di giorno né di notte), si colori esattamente come un giardino di ineguagliabile bellezza.

lunedì 11 agosto 2008

benvenuta a ............




Un'altra lettrice (non rivelo il nome per privacy) ha dato alla luce, ieri 10 agosto 2008, una bellissima bambina i 3,325 kg.
Auguri di tutto cuore

venerdì 8 agosto 2008

l'Infernotto

Ieri sera Gianfranco e Lia mi hanno invitato a uscire insieme ad alcuni loro amici del quartiere Pigneto, ma considerato che avevo già preparato la cena (!!) ho preferito non andare. Non ho potuto, però, esimermi dal consigliargli un ristorantino che avevo recensito il 26 gennaio scorso: "Primo al Pigneto".
Al termine della cena Gianfranco mi ha richiamato ringraziandomi per l'ottimo consiglio.

Esprimendo la mia soddisfazione con i colleghi, Maria, grande intenditrice, mi ha consigliato anche "L'Infernotto", sempre al quartiere Pigneto, descrivendolo come un piccolo ristorante molto accogliente dove si può consumare un pasto veloce al bancone dell'entrata o sedersi nella piccola saletta. D'estate ci sono i tavolini all'aperto, sull'isola pedonale. Menù semplice ma buono, ottimi i dolci.

Dal sito http://www.infernotto.it/ leggiamo che "..........i nostri clienti possono scegliere tra una vasta selezione di vini autoctoni e di formaggi provenienti da tutte le regioni.

Non è un caso che il locale si chiami L’Infernotto, nome tradizionale della parte più profonda della cantina, dove si custodiscono i vini più pregiati e solo gli esperti possono accedere. È anche un indizio del calore che vi accoglierà quando ne varcherete la soglia. Calore accentuato dalla buona musica che accompagna le serate. L’Infernotto, nei suoi dodici anni di vita, ha sviluppato un menù particolare che esalta le diverse cucine del Mediterraneo: dal Marocco passando per la Spagna e poi attraverso la Francia per raggiungere l’Italia.

Il locale, recentemente ristrutturato, è diviso in due zone, una dedita alla degustazione di vini e spiriti specialmente selezionati, e l’altra dove si può godere la prelibata cucina dello chef Dario Santilli".

Ovviamente non credo alle descrizioni che trovo sui siti internet ma Maria me l'ha confermato parola per parola e di lei ci possiamo fidare.......


Buona cena


giovedì 7 agosto 2008

La Scala a Trastevere



Le prime due settimane di agosto, come ormai di consuetudine, rimango solo a Roma mentre la mia famiglia soggiorna al fresco sulle colline reatine.
Per movimentare un po' le serate decido di organizzare con Antonella, mia sorella, all'insegna della cultura: quindi prima cena e poi visita a Castel Sant'Angelo.
Per il ristorante andavo sul sicuro ovviamente: ovviamente Bir & Fud a trastevere, ma dopo una giornata passata a provare a prenotare telefonicamente ho letto sul blog che quest'anno sono chiusi fino al 24 agosto. Che si fa? Non ci siamo persi d'animo e siamo andati a passeggio per Trastevere in cerca di un ristorante che ci ispirasse.
Abbiamo avuto una buona impressione dal ristorante pizzeria La Scala, nell'omonima piazza. I tavoli esterni erano pieni, quale miglior biglietto da visita?
Sul loro sito internet ho trovato la seguente descrizione:
"Nel cuore di Trastevere, in una dele strade più amate dai romani e dai turisti, è aperto, sin dal 1982, il caratteristico ristorante-pizzeria La Scala. La nuova gestione, curata da Nicodemo Greco, reduce dalla felice esperienza dell'Accademia 90, va rinnovando stile e spirito del locale. L'organizzazione, il servizio giovane, brillante e dinamico, fedele ad un concetto nuovo di ristorazione, ben rappresentato dall'accoglienza, dalla cortesia e dall'affabilità di uno staff under 40, va rispettando i dettami di un progetto che si va attuando con grande intelligenza. Il menu, mediterraneo rivisitato, è fondamentalmente basato su carne danese e pesce fresco; mostra sensibilità nei confronti delle primizie di stagione; potrete, naturalmente, gustare al contempo le classiche insalate e i notevoli dolci fatti in casa. Aperto a pranzo e cena tutti i giorni con menu alla carta., ben rappresentato dall'accoglienza, dalla cortesia e dall'affabilità di uno staff under 40, va rispettando i dettami di un progetto che si va attuando con grande intelligenza. Il menu, mediterraneo rivisitato, è fondamentalmente basato su carne danese e pesce fresco; mostra sensibilità nei confronti delle primizie di stagione; si possono, naturalmente, gustare al contempo le classiche insalate e i notevoli dolci fatti in casa. E possibile gustare anche delle ottime pizze ma la specialità del ristorante sono i Tagliolini cacio e pepe con fiori di zucca e pachino che sono semplicemente divini e per secondo la Coda alla vaccinara; ben fornita la cantina che offre un ampia scelta di vini suddivisi per regione. Aperto a pranzo e cena tutti i giorni con menu alla carta".
Quale miglior auspicio e fiduciosi siamo entrati.


Il locale all'interno è molto spazioso e, ad una prima occhiata ben tenuto; si ha la possibilità di scegliere fra due sale con diverso livello di aria condizionata (consiglio quella alta!). Il servizio effettivamente è stato puntuale e rapido e i due ragazzi, che si alternavano al nostro tavolo, erano simpatici e cortesi, nulla da dire un buon inizio.
I problemi sono arrivati con la qualità delle portate. Le nostre scelte:
1. fettuccine con i frutti di mare: molto al dente, conditissime e con un retrogusto dolciastro che copriva il sapore di tutto (il cuoco pensava fosse il sapore dei pachino). Inoltre le quattro cozze erano rigorosamente vuote;
2. orata in crosta di patate: porzione piccolissima e il pesce non era ricoperta da una crosta ma da semplici patate al forno molto dure, accanto a guarnire il piatto c'era un puré palesemente di "bustina";
3. insalata alla nizzarda (tonno, olive e parmigiano): abbondante e difficilmente poteva essere cattiva;
4. millefoglie con crema chantilly e nutella: non era millefoglie e la crema sicuramente non era chantilly;
5. sorbetto al limone con frutti di boschi: non era al limone, sui frutti di bosco non mi pronuncio per la modica quantità presente nella coppa.



In conclusione dei piatti che non avevano il sapore, né il contenuto preventivato. Un peccato !
Alla fine del pasto è arrivato il momento dell'esame, per me, decisivo: controllo del bagno!! Per avere almeno la sufficienza i servizi devono essere puliti.
Ahi ahi, sporchi e mal tenuti!! Dopo l'ennesima delusione della serata chiedo il conto: 44,50 euro, un po' troppo per la qualità, ma, ahimé, abbiamo pagato la posizione del locale (trastevere).


In conclusione, nonostante i camerieri simpatici e precisi, mi vedo costretto a bocciare il ristorante per la qualità medio bassa del cibo e per la non pulizia dei servizi/locali.

Ciao ciao

mercoledì 6 agosto 2008

La Garbatella all'alba



Questa mattina prima del'alba ho effettuato la mia consueta corsetta. Considerato la stanchezza ho deciso un percorso alternativo, sicuramente più difficile per i dislivelli ma molto più affascinante. Il tragitto attraversava la Garbatella!

Il quartiere alle 5,30 del mattino è una cosa indescrivibile, sembra fare un salto nel passato in una città fantasma, immobile, con queste case basse, i cortili interni e le strade strette deserte.

Ma è stato un momento veloce, come la vita, il tempo passa rapidamente e mentre correvo affascinato dallo spettacolo, il sole nasceva inesorabile illuminando prima i tetti delle case e poi le finestre con le loro persiane di legno che, come fiori che sbocciano in primavera, si aprivano e mostravano il viso di persone ancora assonnate.

Mi dispiace non saper scrivere bene per trasmettervi ile mie sensazioni ma è stata un'esperienza indimenticabile.


La storia del quartiere la potete leggere su un altro post che ho pubblicato il 3 giugno scorso

lunedì 4 agosto 2008

La Lupa e la Sfinge



Il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo ospita (fino al 9 novembre 2008) l’eccezionale mostra La Lupa e la Sfinge. Roma e l’Egitto, dalla storia al mito.

Il percorso illustra l’ampio arco cronologico che va dal I secolo a.C. sino alla Età dei Lumi, durante il quale l’Egitto da “storia” diventa mito e da “Egittomania” si trasforma in “Egittofilia”…
Statua del Tevere (II sec. d.C.).(Museo Archeologico di Villa Adriana, Tivoli)


Per maggiori informazioni visitate il sito archeologiaviva

sabato 2 agosto 2008

Benvenuta a una futura lettrice


Tantissimi auguri a una mia assidua lettrice che il 31 luglio scorso ha dato alla luce una bellissima bambina i 3,3 kg.


Auguri da tutto lo staff de "il Tempio di Minerva" (cioè solo io!!)

venerdì 1 agosto 2008

Passetto o corridoio di Borgo


Fino al 28 agosto prossimo sarà possibile ripercorrere il tratto iniziale del lungo corridoio che collega Castel Sant’Angelo ai Palazzi Vaticani.

Il Passetto, noto anche come Corridoio di Borgo o, in gergo romanesco, "Coridore de Borgo", è il più lungo tratto rimasto delle mura che Leone IV fece erigere tra l'848 e l'852 d.C. per difendere l'area vaticana dalle eventuali invasioni saracene, creando una cittadella fortificata che dal nome del pontefice stesso prese il nome di Civitas Leoniana, ovvero Città Leonina. Soltanto nei secoli successivi, nel momento in cui le mura ebbero bisogno di restauri, fu realizzato all'interno del Corridore il lungo passaggio coperto che fila diritto dai palazzi apostolici alla fortezza di Castel S.Angelo.
Il passetto serviva a dare ai pontefici, in vista del pericolo che avrebbero corso durante un assedio, la possibilità di rifugiarsi rapidamente e ben protetti fra le munitissime mura della fortezza, anche se spesso venne utilizzato per condurre nella prigione di Castello personaggi dei quali non si doveva conoscere né la permanenza né la carcerazione. Inoltre ebbe anche importanza strategica perché, potendo scagliare frecce ed altri proiettili sulle strade e sugli edifici circostanti dagli archi aperti nel cammino di ronda, fu usato anche per controllare l'area di Borgo. La funzionalità del Passetto fu provata naturalmente nei momenti particolarmente difficili e tragici per la Chiesa e per Roma: nel 1494 papa Alessandro VI Borgia lo utilizzò per rifugiarsi in Castello quando Roma fu invasa da Carlo VIII di Francia, ma anche papa Clemente VII nel 1527 se ne servì per sfuggire alle bombarde dei lanzichenecchi che davano inizio al Sacco di Roma.
Per maggiori informazioni http://www.romasegreta.it/borgo/passetto.htm

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