sabato 30 agosto 2008
La buona fortuna
Seneca
giovedì 28 agosto 2008
Il Legato Romano

Mi ricordavo che i libri di Cervo erano stati avvincenti ma evidentemente mi sbagliavo almeno per quanto riguarda quest’opera.
Ammetto che è difficile per gli autori che si cimentano nei romanzi storici su Roma superare dei capolavori come i primi libri della McCullough e “L’ultima legione" di Valerio Massimo Manfredi.
Inoltre la parte narrativa e descrittiva a mio parere è decisamente carente. Mentre nei libri scritti da McCullough e Manfredi riesco a vivere "realmente" insieme ai loro protagonisti le storie e l’immagino immersi nella loro epoca (fantastica la descrizione di Manfredi per quanto riguarda l’impero in decadenza) le descrizioni dei personaggi e dei luoghi di Cervo sono superficiali e rendono il tutto freddo e inanimato. Esempio eclatante sono le battaglie che si svolgono in un lampo senza neanche soffermarsi sull’animo e i sentimenti dei protagonisti.
Su un blog ho letto una recensione di una lettrice che condivido: in un romanzo è fondamentale entrare nella storia e riuscire a immaginare nella mente il piccolo mondo di cui si narra, qua abbiamo un uomo rincorso dai suoi fantasmi che tutto un tratto diventa felice e non si sa bene il perché; una schiava che viene amata solo per la sua bellezza perché sinceramente è proprio antipatica e arrivista; tre barbari crocerossini. Ma insomma, dov'è finita la virtus romana, il mondo fatto d'onore, classi e nobiltà?
Negativo anche l’affollarsi di protagonisti (ovvio poi la superficialità) e la conclusione che prelude a un seguito che lo stesso autore richiama nell'epilogo.
Peccato ma forse i successivi libri saranno migliori……..
giovedì 14 agosto 2008
Auguri
Rio a Fregene


Cenni storici di Fregene
Padrona del posto resta una fauna varia e ricca che esercita un forte richiamo su chi pratica la caccia e, in omaggio alla dea protettrice di questa attività, alla zona viene attribuita la denominazione di Litus Dianae, Lido di Diana. Per tutto il medioevo e fino al secolo scorso Fregene non è altro che la zona costiera della tenuta di Maccarese.
E’ in questa fase (la vegetazione stupenda, i villini ancora pochi) che la nobiltà romana al completo scopre Fregene e la frequenta dandole lustro e notorietà. Più avanti, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, sarà il cinema a rinverdire il mito di Fregene. Molti i cineasti che ci vengono ad abitare. Mentre Federico Fellini con Lo sceicco bianco, La dolce vita e Giulietta degli spiriti esporta ovunque le suggestive immagini della pineta che papa Clemente IX aveva fatto piantare nel 1666 con lo scopo di far assorbire l’acqua che stazionava in superficie.
Nel frattempo il comprensorio era passato (1952) per 540 milioni dalla Banca d’Italia alla società Financo, che, in base a una convenzione con il Comune di Roma, avrebbe dovuto realizzare i servizi essenziali (strade, fognature, acqua potabile, illuminazione pubblica) in cambio delle licenze di costruzione. Ma nel 1983 l’accordo entra in crisi per iniziativa delle forze ambientaliste che denunciano un’eccessiva distruzione del verde. E comincia una storia infinita. Il Comune di Fiumicino, che subentra nel 1992 a quello di Roma, ridisegna il piano di lottizzazione e riscrive la convenzione con la società proprietaria dei terreni. Ma alla Regione il piano non piace e si ferma tutto. Le strade non vengono riparate, il lungomare non viene costruito. E avanza il degrado.Per la pineta, invece, parte un progetto di recupero in seguito alla sua acquisizione da parte del comune (fino al 2001 apparteneva alla società lottizzatrice). Sarà sufficiente che si faccia lo stesso con le strade perché Fregene riacquisti il suo fascino.
mercoledì 13 agosto 2008
Per Maika

Magari Maika puoi confrontare la tua splendida ricetta con questa!!
da Tonino e Anna

La costruzione del castello e del borgo medioevale sec XIII, nelle cui murature sono inseriti frammenti ceramici. È possibile che l'abitato nel periodo arcaico si prolungasse dal pianoro verso l'estremità Nord del colle, coperta dall'espansione edilizia del novecento di piazza delle Carrette, l'altura si prestava ad essere isolata con un fossato nella strozzatura che la lega al gruppo meridionale dei Tre Colli.
martedì 12 agosto 2008
Re Laurino


lunedì 11 agosto 2008
benvenuta a ............
venerdì 8 agosto 2008
l'Infernotto

giovedì 7 agosto 2008
La Scala a Trastevere
Le prime due settimane di agosto, come ormai di consuetudine, rimango solo a Roma mentre la mia famiglia soggiorna al fresco sulle colline reatine.
Per movimentare un po' le serate decido di organizzare con Antonella, mia sorella, all'insegna della cultura: quindi prima cena e poi visita a Castel Sant'Angelo.
Per il ristorante andavo sul sicuro ovviamente: ovviamente Bir & Fud a trastevere, ma dopo una giornata passata a provare a prenotare telefonicamente ho letto sul blog che quest'anno sono chiusi fino al 24 agosto. Che si fa? Non ci siamo persi d'animo e siamo andati a passeggio per Trastevere in cerca di un ristorante che ci ispirasse.
Abbiamo avuto una buona impressione dal ristorante pizzeria La Scala, nell'omonima piazza. I tavoli esterni erano pieni, quale miglior biglietto da visita?
Sul loro sito internet ho trovato la seguente descrizione:
"Nel cuore di Trastevere, in una dele strade più amate dai romani e dai turisti, è aperto, sin dal 1982, il caratteristico ristorante-pizzeria La Scala. La nuova gestione, curata da Nicodemo Greco, reduce dalla felice esperienza dell'Accademia 90, va rinnovando stile e spirito del locale. L'organizzazione, il servizio giovane, brillante e dinamico, fedele ad un concetto nuovo di ristorazione, ben rappresentato dall'accoglienza, dalla cortesia e dall'affabilità di uno staff under 40, va rispettando i dettami di un progetto che si va attuando con grande intelligenza. Il menu, mediterraneo rivisitato, è fondamentalmente basato su carne danese e pesce fresco; mostra sensibilità nei confronti delle primizie di stagione; potrete, naturalmente, gustare al contempo le classiche insalate e i notevoli dolci fatti in casa. Aperto a pranzo e cena tutti i giorni con menu alla carta., ben rappresentato dall'accoglienza, dalla cortesia e dall'affabilità di uno staff under 40, va rispettando i dettami di un progetto che si va attuando con grande intelligenza. Il menu, mediterraneo rivisitato, è fondamentalmente basato su carne danese e pesce fresco; mostra sensibilità nei confronti delle primizie di stagione; si possono, naturalmente, gustare al contempo le classiche insalate e i notevoli dolci fatti in casa. E possibile gustare anche delle ottime pizze ma la specialità del ristorante sono i Tagliolini cacio e pepe con fiori di zucca e pachino che sono semplicemente divini e per secondo la Coda alla vaccinara; ben fornita la cantina che offre un ampia scelta di vini suddivisi per regione. Aperto a pranzo e cena tutti i giorni con menu alla carta".
Quale miglior auspicio e fiduciosi siamo entrati.
Il locale all'interno è molto spazioso e, ad una prima occhiata ben tenuto; si ha la possibilità di scegliere fra due sale con diverso livello di aria condizionata (consiglio quella alta!). Il servizio effettivamente è stato puntuale e rapido e i due ragazzi, che si alternavano al nostro tavolo, erano simpatici e cortesi, nulla da dire un buon inizio.
I problemi sono arrivati con la qualità delle portate. Le nostre scelte:
1. fettuccine con i frutti di mare: molto al dente, conditissime e con un retrogusto dolciastro che copriva il sapore di tutto (il cuoco pensava fosse il sapore dei pachino). Inoltre le quattro cozze erano rigorosamente vuote;
2. orata in crosta di patate: porzione piccolissima e il pesce non era ricoperta da una crosta ma da semplici patate al forno molto dure, accanto a guarnire il piatto c'era un puré palesemente di "bustina";
3. insalata alla nizzarda (tonno, olive e parmigiano): abbondante e difficilmente poteva essere cattiva;
4. millefoglie con crema chantilly e nutella: non era millefoglie e la crema sicuramente non era chantilly;
5. sorbetto al limone con frutti di boschi: non era al limone, sui frutti di bosco non mi pronuncio per la modica quantità presente nella coppa.
In conclusione dei piatti che non avevano il sapore, né il contenuto preventivato. Un peccato !
Alla fine del pasto è arrivato il momento dell'esame, per me, decisivo: controllo del bagno!! Per avere almeno la sufficienza i servizi devono essere puliti.
Ahi ahi, sporchi e mal tenuti!! Dopo l'ennesima delusione della serata chiedo il conto: 44,50 euro, un po' troppo per la qualità, ma, ahimé, abbiamo pagato la posizione del locale (trastevere).
In conclusione, nonostante i camerieri simpatici e precisi, mi vedo costretto a bocciare il ristorante per la qualità medio bassa del cibo e per la non pulizia dei servizi/locali.
Ciao ciao
mercoledì 6 agosto 2008
La Garbatella all'alba

lunedì 4 agosto 2008
La Lupa e la Sfinge

sabato 2 agosto 2008
Benvenuta a una futura lettrice
venerdì 1 agosto 2008
Passetto o corridoio di Borgo

Il Passetto, noto anche come Corridoio di Borgo o, in gergo romanesco, "Coridore de Borgo", è il più lungo tratto rimasto delle mura che Leone IV fece erigere tra l'848 e l'852 d.C. per difendere l'area vaticana dalle eventuali invasioni saracene, creando una cittadella fortificata che dal nome del pontefice stesso prese il nome di Civitas Leoniana, ovvero Città Leonina. Soltanto nei secoli successivi, nel momento in cui le mura ebbero bisogno di restauri, fu realizzato all'interno del Corridore il lungo passaggio coperto che fila diritto dai palazzi apostolici alla fortezza di Castel S.Angelo.

Per maggiori informazioni http://www.romasegreta.it/borgo/passetto.htm