sabato 22 dicembre 2007

Cave Canem


L'arte romana ci ha lasciato in affreschi e sculture, mosaici e monete, testimonianze significative di immagini di cani molto simili al nostro cirneco. Nell’antica Roma i cani erano molto amati tanto che nelle provincie dell’impero venivano inviati i procuratores cinogiae cioè quegli ufficiali specializzati nella ricerca e raccolta di cani pregiati d’allevamento, cani che venivano trasportati a Roma per l’addestramento e la riproduzione.
I Romani classificavano i cani in venatici (i nostri cani da caccia), pastorales (da pastore) e villatici (cani da guardia di fattorie, case, campi e accampamenti). I cani da caccia venivano distinti ulteriormente in sagaces (che seguono le tracce della selvaggina), celeres (che rincorrono la selvaggina) e pugnaces (che attaccano la selvaggina).
A Roma il cane era simbolo di cattiveria e di aggressività tanto che l’oratoria aggressiva, fino a rasentare l’impudenza, veniva detta eloquentia canina, oggi diremmo eloquenza mordace. Non a caso all’ingresso delle case romane, nei cortili, nei corridoi d’accesso all’atrio gli ospiti venivano accolti da mosaici in bianco e nero raffiguranti grossi cani da guardia e molossi in atteggiamento ostile, pronti ad abbaiare e a saltare addosso agli sconosciuti. E non di rado accanto al monito figurativo si aggiungeva anche la scritta Cave canem!: attenti al cane, un avvertimento giustificato appunto dalla credenza che il cane da guardia, spesso proprio il mastino napoletano, fosse aggressivo o, comunque, addestrato ad esserlo. (Cave Canem: Mosaico pavimentale a tessere bianche-nere dalla casa del Poeta Tragico di Pompei, I sec. d.c.)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo che anche i gatti fossero animali mal visti nell'antica Roma oppure è solo una mia convinzione perchè a me non piacciono.
Angela

Andrea ha detto...

Nulla fa pensare questo nell'antica Roma.
Il popolo romano negli animali ammirava la forza e la mole. Appassionati di circhi e combattimenti importavano dall'Africa prevalentemente grossi felini e altri animali feroci di grossa taglia.
Ugualmente desiderarono avere i gatti come animali da compagnia.

Le importazioni dall'Egitto avvenivano in vari modi. I legionari romani di ritorno dall'Egitto spesso ne portavano uno con se correndo non pochi pericoli per le ire degli egiziani.

Durante le campagne di conquiste i romani li portarono con sé contribuendo alla sua diffusione in tutta Europa. Tracce della presenza del gatto sono state rinvenute in tutte le regioni conquistate dai romani.

Anonimo ha detto...

Quindi è solo una mia stupida convinzione!!!
Per fortuna ci sei tu con il tuo blog!

Anonimo ha detto...

I gatti, soprattutto quelli neri, sono stati oggetto di caccia indiscriminata dal medioevo.. perchè simboleggiavano, nella cultura cattolica, il simbolo del diavolo e dei suoi compagni.. vedi streghe etc etc....
Ma i gatti fin dall'antichità erano tenuti in grande considerazione, vedi Antico Egitto dove erano addirittura venerati.....
The Cat (nomen omen)

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

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