Non conoscendo la carta e non potendo usare il papiro o la pergamena per il costo troppo elevato i romani usavano per prendere appunti delle tavolette ricoperte di cera che veniva incisa dalla punta di uno stilo mentre per cancellare veniva utilizzata una piccola spatola posta all'altra estremità dello stilo stesso ripristinando lo strato di cera. Nel momento in cui quanto scritto non aveva più interesse alcuno, sempre con la spatola si rasava la cera su tutta la tavoletta rendendola riutilizzabile. Per traslato, la locuzione entrò nell'uso della terminologia filosofica ad indicare lo stato della mente umana che nasce vuota di idee che solo l'esperienza creerà tramite i sensi. Dall'uso filosofico a quello giornalistico: far "tabula rasa" equivale a rubare, sottrarre ogni cosa il passo è stato breve.
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