sabato 7 novembre 2009

Er ponentino


Il Ponentino è il vento più noto fra quelli che spirano su Roma, sebbene nella concezione popolare si intenda con questo termine il vento di Ponente che si leva sul far della sera nella stagione calda.
« Che dilizia! Senti quer venterellosalato, quer freschetto fino finodell’onne, che le move er ponentino,che pare stiano a fa’ a nisconnerello! » (Cesare Pascarella, "Eppuro er mare..." )


Dati gli orari e le stagioni in cui lo si avverte questo vento è divenuto oggetto di una particolare percezione popolare, ben presto elemento di tradizione popolaresca istintiva, nella coincidenza del suo levarsi con l'ora del riposo, della cena (rito fra i più importanti della romanità) e dell'amore.
Dell'amore il Ponentino divenne nel tempo allusivo e romantico riferimento e custode, complice creatore di produttive atmosfere soprattutto per il corteggiamento, silenzioso messaggero delle note di fiduciosi stornelli, di amorosi versi cantati che questo vento, si riteneva, potesse rendere ammaliatori. Ed era, secondo proprio un antico stornello, la miglior scusa per poter assestare una ciocca di capelli dell'amata, forse davvero scomposta da qualche refolo, e per restare nei paraggi a provare una tenera incerta carezza.

« Prestame er Ponentinopiù malandrino che ciai »
(Armando Trovajoli, Renato Rascel: "Roma nun fa' la stupida stasera" (Rugantino))
Sottintesa cornice delle liturgie alimentari serali che Fellini descrisse in "Roma", e forse di Roma, er Ponentino è in realtà rinfrescante ragione e condizione dell'uso romano di cenare, quando possibile, all'aperto, trasportando fra le case aromi di cucinato e trasformando le stanche strade in profumate promesse del ristoro, unendo le singole abitazioni, i singoli nuclei familiari, nel rito della cena che si fa così distintamente collettivo, di rione.


D'intorno, intanto, svaniscono i fumi ed i vapori della giornata operosa, ed i monti lontani come il Terminillo o quelli più vicini come i Castelli, riguadagnano nitidezza nell'aria purificata, rassicurando a vista i Romani che i monti sono ancora là, a carpire da questo vento echi e fragranze del caput mundi. E se dopo la cena risoffiasse, vuole sempre la proverbialità degli stornelli, volano di nascosto le notizie, si sviluppano in segreto i progetti, si decidono sacralmente le cose di casa, tramano di traverso le spie e vitaminici si svegliano i pazzi.

« Vède passà er Ponentino»«vedere passare il Ponentino »
(Modo di dire romano riferito a persone di particolare acume o informatissime)

notizie prese da http://www.wikopedia.org/

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