venerdì 8 maggio 2009

Torre dell'Arco

A completamento del post di ieri vorrei concludere con la Torre che sembra essere sprofondata sul lato est del Circo Massimo.

Il suo nome è la Turris in Capite Circi o Turris de Arco, detta anche Torre della Moletta, perché sorgeva vicino a un mulino azionato dall’acqua del Fosso di San Giovanni.

Questo corso d’acqua attraversava la valle tra Palatino e Aventino fin dai tempi più remoti e prese vari nomi: Acqua Iulia, Acqua Circuli, Acqua Crabra, Marrana Mariani e poi semplicemente Marrana, termine che sarebbe passato a indicare i piccoli corsi d’acqua della campagna romana. I Romani ne convogliarono le acque nella Cloaca Massima, il cui tratto finale scorreva sotto la spina del circo.

In epoca medioevale tutta l’area del circo si coprì di vigne e orti, mentre il corso d’acqua tornava a scorrere in superficie e – come si vede ancora in una stampa cinquecentesca del Du Perac – veniva utilizzato per l’irrigazione.
La torre, almeno dal 1145 di proprietà dei Frangipane, è a pianta quadrata e presenta uno sporto, coronato da una merlatura parzialmente tamponata, poggiante su archetti ciechi impostati su beccatelli, e coperto da tetto a quattro falde. La sua muratura è in tufelli con inclusioni di schegge di calcare, selce e ricorsi irregolari di mattoni. Nella parte più alta presenta uno sporto poggiante su archetti ciechi impostati su beccatelli. Il tetto ha quattro falde. Secondo la tradizione, proprio in questa torre, nel 1223, la vedova di Graziano Frangipane, Iacopa dei Normanni, terziaria francescana, che vi abitava, avrebbe ospitato San Francesco d'Assisi, a cui era legata da devota amicizia, durante il suo ultimo soggiorno romano.

La torre non sorgeva isolata come oggi, ma era circondata da modeste costruzioni e doveva far parte del sistema di fortificazioni della potente famiglia dei Frangipane.


Le casupole medioevali che sorgevano intorno alla torre, il molino e alcune abitazioni di barboni vennero abbattuti nel 1943, quando si pensava di ripristinare il Circo. Gli eventi bellici fecero abbandonare l’ambizioso progetto e almeno la torre si salvò dalla rovina. In quell’occasione era stato anche demolito il primo gasometro di Roma, sorto sul circo e rimasto attivo fino ai primi del Novecento.

Alla metà degli anni ’50, nel corso degli scavi per la realizzazione della linea B della Metropolitana, venne raggiunta la falda acquifera che si riversò in superficie, formando un laghetto di acqua pura e trasparente.

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