Ben ritrovati cari amici, sono tornato ieri dalle mie "meritate" vacanze passate a Maratea, ospite dei miei amici Michele e Maria Luisa.
Abbiamo trascorso, nonostante gli orari "pazzeschi" di Michele, cinque giorni divertenti e spensierati tra le varie spiagge della località balneare lucana.
Per quanto riguarda il luogo la tradizione storica attribuisce al paese diverse interpretazioni della sua origine.
Ma le due più probabili vedono il primo segno di vita dell'antica città ai tempi dei greci , nell'VIII secolo a.C., quando i colonizzatori avrebbero fondato un nucleo abitato sulla cima dell'attuale monte di San Biagio. Altri sostengono invece che Maratea sia in realtà l'antica città di Blanda, importante centro cristiano con sede vescovile scomparso nell'VIII secolo d.C.. Quel che sembra più probabile è che gli abitanti della prima Maratea siano stati raggiunti da quelli di Blanda, formando così un solo nucleo.
Anche l'origine del suo nome non mette d'accordo gli storici: alcuni sostengono che derivi da "Thea - maris", dea del mare, altri da "Mar-an-thà", Dio è venuto, altri ancora da "Marathus", terra dei finocchi.
L'antica Maratea fu sin dall'età greca un luogo di culto cui facevano riferimento le città greche della costa come Blanda, Vibona e Laos, edificata alle foci del fiume Noce e localizzata dagli storici sulla collina di Palestro tra Castrocucco e l'abitato di Tortora, dove ancora oggi vengono alla luce resti di antiche costruzioni e arredi di natura sepolcrale.
Anche l'origine del suo nome non mette d'accordo gli storici: alcuni sostengono che derivi da "Thea - maris", dea del mare, altri da "Mar-an-thà", Dio è venuto, altri ancora da "Marathus", terra dei finocchi.
L'antica Maratea fu sin dall'età greca un luogo di culto cui facevano riferimento le città greche della costa come Blanda, Vibona e Laos, edificata alle foci del fiume Noce e localizzata dagli storici sulla collina di Palestro tra Castrocucco e l'abitato di Tortora, dove ancora oggi vengono alla luce resti di antiche costruzioni e arredi di natura sepolcrale.
Il fiume Noce e la sua valle erano la porta attraverso la quale gli uomini della costa commerciavano con le zone interne del Lagonegrese i prodotti che approdavano sulla costa di Maratea, come l'ossidiana delle Eolie, le anfore, le coppe di stile ionico, i vasi a vernice nera, che sono stati ritrovati a Rivello e a Capo la Timpa di Maratea.
Ai greci si sostituirono a partire dal II secolo a.C. i Romani, e l'importanza di Maratea e della sua costa è testimoniata dagli importanti giacimenti marini presenti lungo tutto il tratto di costa da Castrocucco al Capo di Santavenere. Sono state ritrovate infatti numerosi frammenti di anfore (Castrocucco e Secca della Giumenta), un relitto di nave, marne e numerosi ceppi d'ancora in pietra o di metallo. A Castrocucco sono state individuate anche tombe del IV - V sec. d.C. da con frammenti di anfore cilindriche del basso impero; a Massa invece una tomba con una moneta e una lucerna frammentaria.
Sempre a Castrocucco, nella zona di Capo la Secca accanto al palazzo baronale Labanchi vi sono i resti di una struttura in due vani molto probabilmente destinata alla produzione di “garum”, la celebre salsa di pesce che Apicio nel suo famoso ricettario, rimasto l'unico manuale di cucina di età romana pervenuto sino a noi, propone come indispensabile completamento di quasi tutte le ricette presentate.
Ma cos'è in effetti il "garum"? Per farlo si alternano strati di pesce azzurro ( sgombri, sardine ecc.) e strati di erbe aromatiche (santoreggia, aneto, menta ecc.) con l'aggiunta su ciascun strato di molto sale e mettendo tutto sotto pressa: nell'arco di qualche giorno si raccoglie sul fondo un liquido di colore bruno chiaro, che si conserva per lunghissimo tempo e si presta a condire ogni tipo di pietanza.
Le caratteristiche di conservazione del "garum" lo resero ideale anche per le lunghe spedizioni che da Maratea via mare lo trasportavano sulle tavole di Roma.
Dal punto di vista olfattivo il "garum' è una salsa dal sapore delicato, da usare in piccolissime quantità, a gocce, anche come sostituto del sale.
Le caratteristiche di conservazione del "garum" lo resero ideale anche per le lunghe spedizioni che da Maratea via mare lo trasportavano sulle tavole di Roma.
Dal punto di vista olfattivo il "garum' è una salsa dal sapore delicato, da usare in piccolissime quantità, a gocce, anche come sostituto del sale.
Ringrazio Michele e Maria Luisa per la loro gentile ospitalità.
7 commenti:
Bentrovato Andrea.. per uno che trona uno che parte.... che filosofo.....
Se si riesce ad organizzare qualche sgambata io ci sono dal 4 agosto.... Torre dell'Orso(Salento) mi aspetta....
Tha Cat
che torna.. tastiera dislessica.... sarà stanca pure lei.....
The Cat
Bentornato.. anche se pensavo che le tue vacanze durassero un pò di più in quel di Maratea.... saluti e ancora complimenti al nostro "Funzionario Secchione".... ciao
Laura L.C.
Ciao Laura, le mie vacanze ricominciano sabato prossimo. Mi aspetta una settimana sulle montagne.
Per the Cat, Ripartiamo insieme, io nord e tu sud.
Per le sgambate sto organizzando!
Intanto vai a fare il fiato su in montagna.. Bravo....
a presto... ma non tanto presto.....
The Cat
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