lunedì 16 marzo 2009

Casa di Bambola/L’altra Nora



Venerdì consueta serata teatrale con gli amici Ginafranco, Lia, Benny e Cristina.
Molto duro il rientro in città dopo una splendida settimana bianca ma con fatica siamo tornati alla routine.
Ritorniamo a parlare di teatro, lo spettacolo riprende il testo norvegese scritto da Henrik Ibsen nel 1879, la Casa di bambola (Et dukkehjem), ed è una pungente critica sui tradizionali ruoli dell'uomo e della donna. Infatti Ibsen credeva che "ci fossero due tipi di leggi morali, due tipi di coscienze, una in un uomo e un'altra completamente differente in una donna. L'una non può comprendere l'altra; ma nelle questioni pratiche della vita, la donna è giudicata dalle leggi degli uomini, come se non fosse una donna, ma un uomo".

Lo spettacolo in scena è stato rivisitato per adeguarlo ai nostri tempi, descrivendo una possibile donna di oggi, una donna della porta accanto, che agisce secondo gli impulsi e le bizzarrie di Ibsen, ma in un contesto più contemporaneo.
Il risultato non è molto convincente anche se devo sottolineare la perfetta interpretazione di Lunetta Savino, molto espressiva, soavemente lunatica, simpaticamente fuori di testa.

Con lei Paolo Bessegato nella parte del marito, un lieve Ruggero Dondi e una concreta Carlina Torta che però non riescono a lasciare il segno.
La rilettura di "Casa di Bambola/L’altra Nora” ad opera del regista Leo Muscato risulta molto pesante senza dare la possibilità allo spettatore di riflettere sugli spunti psicologi che l'opera principale dava: il contesto della donna nel periodo vittoriano è molto diverso da quello di oggi.

Comunque, si è potuto intravedere, grazie anche alla prestazione della Savino, le difficoltà delle donne di sostenere le complessità familiari, di subire i dolori, di essere strana ma vitale, nel suo sacrificarsi per il compagno di vita senza che questi sappia gratificarla!
Nei momenti di difficoltà lei è costretta a nascondere la verità al marito per non farlo soffrire e prende su di se tutto il tormento familiare ed economico, ma quando il marito lo scopre, reagisce in modo superbo ed arrogante. Questo comportamento fa più male di un macigno ed il dolore non smette di pulsare neanche quando un’ amica e gli eventi aggiustano ogni cosa!
L'epilogo porta alla delusione della protagonista farle scegliere il suicidio.


In conclusione lo spettacolo, nonostante la brava Savino, non mi è piaciuto!
n

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma che critica competente!!!

Hai studiato critica teatrale nel fine settimana?

Michele

autore ha detto...

sono fantastico nel copia e incolla ^_*

Anonimo ha detto...

Non so perchè ma l'avevo immaginato...

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