giovedì 7 febbraio 2008

Traiano

Marco Ulpio Nerva Traiano , (Marcus Ulpius Nerva Traianus), più noto semplicemente come Traiano (Italica, 18 settembre 53 – Selinus, 9 agosto 117) è stato un imperatore romano dal 98 al 117. Fu il secondo dei così detti "Cinque buoni imperatori" dell'Impero romano e tra i più grandi in assoluto. Sotto il suo regno l'Impero raggiunse la sua massima estensione territoriale.

Diventava Imperatore il 27 gennaio 98, all’età di 45 anni. Fu il primo Imperatore non-Italico perché nato in Hispania, ma fu un vero romano per diritto di sangue (ius sanguinis) visti i suoi antenati. Il popolo di Roma saluto il suo nuovo imperatore con grande entusiasmo, ed egli seppe essere riconoscente e degno di tale onore governando bene e senza i bagni di sangue che avevano caratterizzato il regno di Domiziano.

Il dominio romano rivelava così una nuova svolta: la penisola italica stava perdendo il suo ruolo centrale nella politica romana.

Una volta divenuto Imperatore non si recò subito nella capitale, ma preferì rimanere ancora sul limes del Reno e del Danubio per arginare le incursioni che si riversavano di tanto in tanto dai confini dell’Impero. Entrò in Roma due anni dopo, ma non in lettiga o in portantina, come un Re orientale o come un imperatore ellenizzante (Nerone), ma a piedi, come un qualunque cittadino. Scelse come magione un palazzo di modeste proporzioni,e vi visse da uomo morigerato.
Liberò molta gente che era stata ingiustamente imprigionata da Domiziano e restituì una gran quantità di proprietà private che Domiziano aveva confiscato; procedura già iniziata da Nerva prima della sua morte. La sua popolarità fu tale che il senato gli concesse il titolo onorifico di optimus, "il migliore".
Era un conservatore, convinto che il progresso derivasse più da una oculata amministrazione che da imponenti riforme.


L'impero, che fino a quel momento si era in continuazione ampliato, sotto Traiano finalmente impegnò le sue risorse per il miglioramento delle condizioni di vita piuttosto che sulle nuove conquiste. Infatti Traiano restaurò le principali strade, costruì ex novo il celeberrimo porto esagonale di Traiano nella zona di Fiumicino (i cui resti sono ancor oggi imponenti) per collegare Roma con le regioni occidentali dell'Impero; ampliò il porto di Ancona con la costruzione di un molo per facilitare la navigazione verso l'Oriente, molo che fu ornato da un arco; curò un nuovo tragitto per la via Appia verso il porto di Brindisi, che partiva da un altro arco edificato a Benevento. A Roma rinnovò il centro cittadino con la costruzione di un immenso foro e di edifici in laterizio ad esso contigui, destinati alla pubblica amministrazione, che si appoggiavano al taglio delle pendici del Quirinale e della sella montuosa tra questo e il Campidoglio; eresse nel suo foro la Colonna Traiana come celebrazione delle sue conquiste militari, ancor oggi uno dei simboli dell'eternità di Roma. Promulgò ottime leggi, tra le quali famose quella a favore delle vedove e degli orfani di guerra e quella a favore degli indigenti

Nonostante ciò Traiano è più conosciuto nella storia come conquistatore. Nel 101, lanciò una spedizione verso il regno di Dacia, sulla riva settentrionale del Danubio, e, l'anno seguente, costrinse il re Decebalo a sottomettersi a lui dopo essersi accampato a pochi km dalla capitale, Sarmizegetusa Regia. Traiano quindi tornò a Roma in trionfo e gli fu accordato il titolo di Dacicus maximus.

Per i successivi sette anni, Traiano non si occupò di imprese militari cogliendo però ugualmente molti successi.

Più tardi, nel 116, mentre era in Cilicia preparando un'altra guerra contro la Partia, Traiano si ammalò. La sua salute declinò durante la primavera e l'estate del 117, finché il 9 agosto morì a Selinus (Seliki) in Cilicia.

Per il resto della storia dell'Impero romano e per buona parte di quella dell'Impero Bizantino, ogni nuovo imperatore dopo Traiano veniva salutato dal senato con l'augurio: possa tu essere più fortunato di Augusto e migliore di Traiano (Felicior Augusto, melior Traiano!). In epoca medievale, si diffuse la leggenda secondo la quale papa Gregorio Magno, colpito dalla bontà dell'imperatore, avrebbe ottenuto da Dio la sua resurrezione per il tempo necessario ad impartirgli il battesimo. Dante riporta questa leggenda nella Divina Commedia, ponendo Traiano in Paradiso, nel cielo di Giove, e precisamente fra i sei spiriti giusti che formano l'occhio della mistica aquila.
Diversamente da quanto avvenne per molti apprezzati governanti nella storia, la reputazione di Traiano è rimasta intatta per 1900 anni fino ad oggi.

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