sabato 9 febbraio 2008

Sant'Alessio


Se vi capita di fare una passeggiata sull'Aventino non potete non visitare le due splendite chiese. Sant'Alessio e Santa Sabina.

La prima è antichissima, forse del III o IV secolo. Fu dedicata in origine a S.Bonifacio, il patrizio romano martirizzato a Tarso di Cilicia e il racconto la vuole costruita sulla casa del padre di Alessio, Eufemiano.

L'oratorio, successivamente ingrandito ed elevato a basilica, venne dedicato ai due santi: il nome di Alessio vi comparve associato dopo ben sei secoli. In seguito il nome di Bonifacio cadde ed eponimo della chiesa rimase il solo Alessio.

Nel XII secolo il monastero, ormai abitato dai Benedettini, venne ricostruito dai Crescenzi. Altri restauri interessarono il complesso nel corso dei secoli successivi: nel 1216 da Onorio III, nel 1431 dai Gerolimini, alla fine del Cinquecento quando papa Sisto V elevò la chiesa a titolo cardinalizio, nel Seicento dal cardinale Guido di Bagno ed infine nel 1750 dal cardinale Andrea Querini che commissionò a Tommaso de Marchis l'ampliamento del convento e la nuova facciata della chiesa.

Il portico presenta eleganti colonne inserite nei pilastri con un timpano situato sopra il fornice centrale maggiore; il piano superiore è costituito da cinque finestre alternate da lesene con capitelli corinzi, sopra il quale corre una balaustra con vasi marmorei.

Nell'abside possiamo ammirare 2 delle 19 colonne che ornavano l'antica chiesa del Duecento e che oggi incorniciano l'iscrizione che ricorda le reliquie dei Ss.Bonifacio e Alessio. La cripta conserva invece le spoglie di S.Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury, e una colonna tradizionalmente ritenuta quella sulla quale fu martirizzato S.Sebastiano.

Molto bello il chiostro realizzato nel corso del Cinquecento, a pianta rettangolare con sette arcate nei lati lunghi e sei nei lati corti con un pozzo ottagonale del 1570 al centro: notare il pesante coperchio in legno consumato dalle mani dei fedeli perchè ritenuto il pozzo al quale attingeva il santo durante la sua permanenza finale nella casa.

Questo aspetto ci introduce alla nota leggenda secondo la quale S.Alessio, contrario alle nozze volute dal padre, il senatore Eufemiano, fuggì dal palazzo che sorgeva dove oggi è la chiesa e visse in esilio, in Siria, ben 17 anni. Tornato alla propria dimora povero ed invecchiato, non fu riconosciuto da nessuno ed il padre, credendolo un povero pellegrino, gli concesse alloggio in un sottoscala dove Alessio visse i restanti giorni della sua vita: nel momento stesso in cui morì, tutte le campane di Roma suonarono miracolosamente da sole.

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