giovedì 9 agosto 2007

Il gioco del calcio



Ho trovato spunto da un programma radiofonico per ricercare l'origine del gioco del Calcio.
Da una ricerca su internet ho scoperto che nell’antica Grecia venivano comunemente effettuate ludiche ricreazioni con la palla, organizzando gare dai nomi di "Feninda", di "Episciro", e, più conosciuto, di "Sferomachia" (che traeva il nome proprio dalla sfera in gioco), nel quale due gruppi di pari numero di giocatori, contendendosi accanitamente la palla, offrivano uno spettacolo più vario ed agonistico che, al tempo stesso, comprendeva l’esercizio della corsa, del salto e della lotta.

Dai Greci, questo ludo, passò ai Romani i quali, con il nome di Harpastum (strappato a forza) lo giocavano sui terreni sabbiosi (per cui il nome harpastum era spesso aggettivato con pulveruleotum) praticando precise regole alle quali le due squadre, sempre di uguale numero di giocatori, dovevano attenersi.
La competizione aveva carattere virile e aspro. Lotte serrate e continui "corpo a corpo" per il possesso della palla (che sollevavano un gran polverone) tempravano lo spirito e sviluppavano il fisico dei giocatori. Soprattutto per queste caratteristiche fu il divertimento preferito dai legionari dell’esercito romano, i quali abitualmente lo praticavano. Quindi gioco che potremo definire "militare" per eccellenza e pertanto volutamente introdotto nell’addestramento dei reparti. E proprio l’harpastum, radicato nel costume di vita dei romani, venne sicuramente "esportato" da quei legionari che stanziarono nella colonia Florentia da loro fondata l’anno 59 avanti l’era cristiana. Sull’Arno poi, dal divertimento militare capitolino, come oramai tutti concordano, prese vita il "calcio fiorentino". Infatti l’Arpasto divenne più tardi il gioco tipico della città, come affermato dagli scrittori che ne hanno narrato usi e costumi.
A Firenze l’antico gioco romano cambiò nome da "arpasto" a quello di "calcio" (termine che indica chiaramente uno dei modi con cui veniva colpita la palla) e, con il nome, anche alcune regole fondamentali. Si mantenne però inalterata la disposizione in campo dei giocatori come l’ordine dei reparti in battaglia dell’unità tattica della legione romana, suddiviso in quattro linee orizzontali parallele: i "Veliti" (fanti armati alla leggera e perciò molto veloci), gli "Astati" (armati di lancia che dovevano ostacolare l’avanzata dei nemici), i "Principi" (componenti forti e robusti armati pesantemente, considerati i migliori soldati di protezione) ed infine i Trian che rappresentavano 1 ultima riga di difesa, scelti fra i più anziani e valorosi. Queste quattro linee di battaglia furono esattamente mantenute nel Calcio Fiorentino dagli "Innanzi" o "Corridori" (in numero di quindici), dagli "Sconciatori" (cinque), chiamati così perché spintonavano gli avversari per frenarne l’impeto, dai "Datori innanzi" (quattro) e dai "Datori addietro" (tre) che poi erano gli estremi difensori sui quali ricadeva l’ultima speranza di respingere o bloccare il pallone degli avversari nell’intento di segnare la "caccia" (goal) vincente.
Gli stessi Romani diffusero il gioco in Britannia dove divenne lo sport principale durante il medioevo per poi trovare il 23 Ottobre 1863 la consacrazione con la prima federazione calcistica che stabilì le regole che ancora attualmente vigono.

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