lunedì 2 maggio 2011

World Press Photo 2011


Articolo di Edoardo Sassi pubblicato su www.corriere.it

Tutto il mondo visto da vicino, un anno di cronaca e di piccoli o grandi fatti - dai disastri del terremoto ad Haiti al ritratto del fondatore di WikiLeaks Julian Assange - raccontati nella mostra «World Press Photo 2011», inaugurata giovedì nel Museo di Roma in Trastevere e aperta al pubblico fino al 22 maggio.
Un appuntamento ormai consueto con il meglio del foto giornalismo mondiale, attraverso le immagini premiate nel concorso 2011 e riferite all'anno precedente. La mostra quest'anno è dedicata alla memoria di Tim Hetherington, vincitore dell'edizione 2007 del World Press Photo, e al suo collega Chris Hondros, i due fotoreporter uccisi a Misurata lo scorso 20 aprile.
Comune di Roma, Contrasto e World Press Photo Foundation sono i soggetti promotori di questa rassegna, costruita con i materiali dell'omonimo Premio World Press Photo, tra i più importanti riconoscimenti del settore.

A selezionare le immagini, una giuria di esperti internazionali, che per questa edizione ha deciso di premiare come Foto dell'anno 2010 uno scatto della sudafricana Jodie Bibier per Time Magazine, già vincitrice in passato per otto edizioni.
Un'immagine cruda, la sua, che ritraendola racconta la storia di Bibi Aisha, ragazza diciottenne
dalla provincia Oruzgan, Afghanistan, fuggita via da un marito violento per tornare dalla sua famiglia. Il coniuge, talebano, l'ha poi rapita per consegnarla alla giustizia. Il verdetto, per lei, ha previsto che suo marito le amputasse orecchie e naso. Bibi è poi stata salvata da soldati americani. E dopo un breve periodo trascorso in un rifugio per donne a Kabul, si trova ora negli Usa, dove vive, dove ha ottenuto sostegno psicologico ed effettuato un'operazione di chirurgia plastica.
Nella mostra, e nel catalogo edito da Contrasto, sono state selezionate (sulle oltre centomila giunte alla giuria) tutte le foto vincitrici a vario titolo nelle diverse sezioni, un'occasione dunque per osservare o ripercorrere con lo sguardo le immagini più rappresentative che per un intero anno hanno illustrato gli accadimenti del pianeta sulle principali testate del mondo. Nove le categorie in cui è suddivisa la rassegna: Vita quotidiana, Protagonisti dell'attualità, Spot news, Notizie generali, Natura, Storie d'attualità, Arte e spettacolo, Ritratti, Sport. Cinquantasei in tutto i fotografi premiati in rappresentanza di 23 diverse nazionalità (otto gli italiani: Riccardo Venturi, Massimo Berruti, Marco Di Lauro, Ivo Saglietti, Davide Monteleone, Daniele Tamagni, Fabio Cuttica, Stefano Unterthiner).

Miserie, guerre, natura, cambiamenti climatici, fame, tragedie, usi e costumi: non c'è argomento che non sia affrontato in questa galleria di immagini piuttosto sensazionali, che prese tutte insieme restituiscono, nelle pieghe del bianco e nero o sempre più spesso del colore, un documento storico straordinario di vicende note e meno note. Notissima è la vicenda dei minatori cileni rimasti imprigionati per 69 giorni dopo il crollo di una galleria, a 700 metri di profondità. Dopo aver valutato le immagini in concorso, la giuria ha deciso di assegnare una menzione speciale a una serie di dodici foto scattate da alcuni minatori là dove neanche un fotogiornalista sarebbe potuto arrivare.

Tra i riconoscimenti andati all'Italia, Venturi - primo premio categoria foto singole - ha ritratto per l'agenzia Contrasto il volto di una ragazzina che assiste all'incendio divampato il 18 gennaio nel Marché Hyppolite a Port-au-Prince, sei giorni dopo il terremoto di magnitudo 7 che devastò Haiti. Primo premio (categoria Storie di attualità Foto singole) anche per Marco Di Lauro, in un reportage Getty Images. La foto raffigura interiora e scheletri di bestiame nella riserva di Gadabedji nella regione del Maradi, in Niger, dove commercianti di carne acquistano in blocco mandrie morenti, le macellano, le cuociono sul posto e le vendono nella vicina Nigeria.

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