mercoledì 28 gennaio 2009

I sassi di Matera


Sono tornato da poco da Matera dove ho effettuato la seconda missione dell'anno.

Non immaginavo neanche lontanamente quanto potesse essere bella e affascinante la seconda provincia lucana, certo difficile da raggiungere ma vale la pena qualche scomodità.

Premetto la perfetta scelta di Sonia dell'albergo "Locanda di San Martino", nel cuore dei Sassi di Matera, e quella del ristorante "le lucanerie" trovata sulla guida di Michele, Osterie d'Italia.

Storicamente Matera non lascia tracce degne di nota durante l'epoca romana le testimonianze sono scarse, e consistono principalmente in una discussa torre (la torre Metellana); in questo periodo la città, situata vicino alla via Appia, funge soprattutto come centro di passaggio e di approvvigionamento di frumento.

Matera, invece, è famosa per il suo eccezionale centro storico, in particolare per i suoi rioni più caratteristici, il Sasso "Caveoso" ed il Sasso "Barisano", che assieme al rione "Civita" formano un complesso nucleo urbano, oggi indicato come I Sassi di Matera, dal 1993 inclusi dall' U.N.E.S.C.O. nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità.

Per il racconto della storia di questa meravigliosa cittadina ho preso molti spunti dal sito http://www.sassiweb.it/ che vi invito a visitare per maggiori approfondimenti.

A rendere unico questo enorme complesso abitativo è prima di tutto il territorio (promontorio roccioso a ridosso di un profondo canyon, circondato da due ampie valli convogliatici di acque a forma di anfiteatro, al centro di fertili altipiani).

La roccia è costituita in prevalenza di calcarenite, localmente denominata tufo, una roccia sedimentaria, che risulta tenera e facilmente modellabile.
Questa ha permesso la formazione di numerose grotte, ha facilitato lo scavo e il reperimento di materiale da costruzione, ed ha consentito l'escavazione di canali e cisterne.
Le grotte naturali, numerose nel territorio di Matera, sono state le prime dimore per gli uomini, che non subivano passivamente le forme della natura ma se ne appropriavano, determinando nella grotta percorsi ed architetture.
Cominciava così una laboriosa opera di scavo, e parte del materiale di risulta veniva utilizzato anche per chiudere l'entrata della grotta, tamponandola.
Per le zone più a valle lo scavo avveniva quasi in piano, ma per tutte le altre lo scavo è avvenuto in discesa, con più piani, seguendo un'inclinazione tale per cui gli alti raggi solari estivi non superassero l'entrata della grotta. In inverno invece l'inclinazione era tale da permettere ai bassi raggi di giungere sino al fondo della grotta , portando luce e calore.
Naturalmente più cavità esistono l'una sull'altra, disposte in modo geniale e caotico, e si arriva a contare fino a dieci piani scavati gli uni sugli altri.

Il tetto di una casa è, al di sopra, una strada, una scalinata, un giardino, o il pavimento per un'altra casa.

L'ecosistema dei Sassi, che aveva retto per secoli, con l'intelligente sistema di raccolta delle acque, un buono stoccaggio dei rifiuti ed un livello di vita accettabile cominciò a declinare a partire dalla fine del Settecento.
La maggiore densità urbana, la crisi della pastorizia, il contesto periferico svolto dall'intero meridione portarono ad un continuo peggioramento della qualità di vita degli abitanti.

Il clamore del libro di Carlo Levi spinse numerosi uomini di cultura e politici a visitare i Sassi. Palmiro Togliatti nel '48 e poi Alcide De Gasperi nel '52 visitarono la città e lo stesso De Gasperi nel 1954 firmò la prima Legge Speciale per lo sfollamento dei Sassi.

Concluso il totale svuotamento negli anni '60, per i Sassi cominciano decenni di abbandono e degrado nella completa e vergognosa assenza di interventi politici, sia locali che nazionali atti a tutelare questo immenso patrimonio.
E' stato deciso di fermare l'abbandono recuperando le case e le chiese dei Sassi con una cooperazione fra pubblico e privato e grazie agli ultimi interventi legislativi basta una semplice richiesta al comune per ottenere gratuitamente in concessione per 99 anni un immobile nei Sassi, a condizione che lo si ristrutturi, e dei soldi per la ristrutturazione, una cifra che va dal 40 al 60 % (a seconda se si tratti di prima abitazione, seconda casa o attività commerciale) è data dallo Stato a fondo perduto.

Oggi i Sassi, quindi, ricominciano a vivere e dal 1993 sono stati inseriti dall'UNESCO nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità.

Finisco ringraziando i colleghi Donato ed Eustacchio che ci hanno accompagnati in una veloce e suggetiva visita in questa affascinate città lucana.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sapevo che matera era bellissima; vorrei visitarla anch'io perchè non ci sono mai stato.

Sono contento che "Osterie" abbia dato un buon consiglio.

Michele

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