Inaugurato, dopo mesi di lavori e battute d'arresto per i ritrovamenti archeologici, il parco pubblico di via Giovannipoli (Garbatella-San Paolo).
Noto anche come parco Serafini (dal nome del proprietario della vigna che un tempo si trovava sul posto), misura circa un ettaro e include nel sottosuolo le catacombe di Commodilla, del III secolo dopo Cristo.
La zona dell’Ostiense, in epoca romana, era zona cimiteriale. Col passare dei secoli, in epoca cristiana, cambiarono le sepolture ma non la zona. Fu così che lungo la Via delle Sette Chiese, sorsero numerose catacombe.
Nel sottosuolo della Garbatella, in quella zona, che in epoca antica si trovava a ridosso della Rupe di San Paolo, si trova la Catacomba di Commodilla, dedicata ai Santi Felice ed Adautto.
La storia dei due martiri si mescola alla leggenda.
Felice, un prete o un diacono che si occupava del soccorso ai poveri durante l'impero di Diocleziano, quando le persecuzioni contro i cristiani, si fecero più feroci.
Gli aguzzini, per fargli abiurare la sua fede lo condussero, per una specie di esorcismo, davanti al tempio di Serapide, poi davanti ad un tempio di Mercurio, infine davanti al tempio di Diana sull’Aventino.
Felice restò fermo nella sua fede, mentre i suoi aguzzini non si fermarono neanche davanti al prodigio che li avrebbe dovuti distogliere dal martirio: le statue dei tre templi, racconta la storia, in sua presenza precipitarono.
A questo punto per niente impressionati, presero il prigioniero e si incamminarono verso una collina che si trovava nell’attuale Via delle Sette Chiese e lungo la strada si era formato un mesto corteo, dal quale si staccò un giovane che volontariamente si affiancò a Felice.
L’atto gli costò la vita. Nessuno seppe quale fosse il suo nome, così fu chiamato Adauctus, cioè aggiunto.
I due furono decapitati e i loro resti, seppelliti nel sottosuolo di quello che ora è il Parco di via Giovannipoli, che a quel tempo era proprietà di una certa Commodilla, dalla quale la catacomba prese il nome.
Attorno alle sepolture dei due martiri, pian piano nacque il cimitero cristiano.
Col tempo nel luogo sorge una piccola basilica ipogea e si sviluppa un culto importante, che prosegue anche nell’alto Medioevo. Esso viene inserito negli itineraria che i pellegrini, provenienti prima dall’Italia, poi da tutta Europa, percorrevano a Roma e nel suburbio romano visitando, oltre alle tombe degli apostoli, anche i sepolcri dei martiri.
La stagione più fortunata di questi pellegrinaggi si situa tra VI e VII secolo, un’epoca in cui le catacombe non sono più, se non eccezionalmente, luoghi di sepoltura, ma sono ormai trasformate in veri e propri luoghi di culto.
I sepolcri in quest’epoca furono spesso arricchiti con affreschi che rappresentano i martiri venerati, ma anche altri soggetti di devozione. Questo avviene anche nella Basilica di Commodilla, tra questi affreschi, ce n’è anche uno, di particolare bellezza, che rappresenta san Luca, situato proprio vicino alle tombe dei martiri.
Col passare dei secoli, la catacomba fu dimenticata e sul tuo terreno sorsero le vigne e la campagna caratteristiche della zona nei secoli XVII e XIX.
I lavori nel parco – che ora si chiama "parco di Commodilla" – sono stati condotti dal Dipartimento Periferie del Comune, nell'ambito del contratto di quartiere per la Garbatella.
Ora il giardino ha nuova pavimentazione, nuovi arredi, nuova vegetazione, un'area giochi e una per i cani.
Ora il giardino ha nuova pavimentazione, nuovi arredi, nuova vegetazione, un'area giochi e una per i cani.
Al centro una piazza con lastre di pietra serena evidenzia il tracciato delle catacombe.
Il nuovo viale centrale, pure realizzato in pietra, collega i due ingressi (via Giovannipoli e via delle Sette Chiese) e divide il parco in due zone distinte.
La parte pianeggiante, destinata al gioco dei bambini, è caratterizzata da nuovi alberi (lecci e aceri) e da un pergolato di rose rampicanti. Su quella collinare si trovano invece i reperti archeologici emersi durante i lavori, ora sistemati con apposito percorso: resti di fondazioni, muri, contrafforti, absidi. Forse una villa romana, ma al momento l'area è al vaglio degli esperti.
Il nuovo viale centrale, pure realizzato in pietra, collega i due ingressi (via Giovannipoli e via delle Sette Chiese) e divide il parco in due zone distinte.
La parte pianeggiante, destinata al gioco dei bambini, è caratterizzata da nuovi alberi (lecci e aceri) e da un pergolato di rose rampicanti. Su quella collinare si trovano invece i reperti archeologici emersi durante i lavori, ora sistemati con apposito percorso: resti di fondazioni, muri, contrafforti, absidi. Forse una villa romana, ma al momento l'area è al vaglio degli esperti.
per approfondimenti sul parco visita il blog "La mia Garbatella"
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