domenica 28 settembre 2008

Villa Celimontana

Domenica tranquilla dedicata alla famiglia e ai vecchi amici. Nel pomeriggio, infatti, ci vediamo con Gianluca, Andrea e le rispettive famiglie per una passeggiata a Villa Celimontana.
Andrea è diventato da poco padre di una magnifica bambina che portava orgogliosamente con la carrozzina.

La Villa si trova sulla sommità occidentale del colle Celio ed ha il suo ingresso monumentale sulla via Celimontana, all'altezza della piazza della Navicella, a fianco alla chiesa di Santa Maria in Domnica, uno dei primi templi cristiani della Capitale.

Il sito ha un posto importante tra i miei ricordi in quanto ad un centinaio di metri ho frequentato l'Istituto tecnico commerciale "Vilfredo Pareto" dal 1984 al 1989. Lì ho trascorso le mattinate degli scioperi, le prime ore della mattina per saltare la lezione di francese.......

Asciughiamoci gli occhi dalle lacrime dei ricordi e continuiamo nello spiegare la rilevanza storica del complesso.
La villa copre un sito di età Flavia e Traianea del quale restano cinte murarie ora coperte dai livellamenti del terreno e parzialmente visibili solo dal lato Sud. Nell'epoca imperiale ospitava i castra della V coorte dei Vigiles.
Nella prima metà del Cinquecento l'area era occupata da una vigna di proprietà della famiglia Paluzzelli, i quali avevano fatto eseguire scavi che avevano portato all'estrazione di pregiati marmi colorati (probabilmente appartenenti ad un tempio) ed utilizzati per la Sala Regia che il Sangallo stava in quegli anni sistemando in Vaticano.
Nel 1553 Giacomo Mattei acquistò la vigna per 1000 scudi d'oro, ma fu Ciriaco Mattei a trasformarla in villa nel 1580, incaricando l'architetto Giacomo Del Duca, discepolo di Michelangelo, della costruzione dell'edificio e della prima sistemazione del parco, arricchito con la notevole collezione di opere d'arte dei Mattei.

Appuntamento al portale d'ingresso attuale.
La porta principale, una volta, si trovava invece a Nord, sulla piazza SS.Giovanni e Paolo.
Abbiamo percosso il viale d'ingresso che conduce al "casino", o "Palazzetto Mattei", opera di Jacopo Del Duca, attuale sede della Società Geografica Italiana e, per il tramite di questa, anche della Società Geografica Europea (EUGEO) e del segretariato permanente dell'Unione Geografica Internazionale.
Al piazzale antistante il palazzo abbiamo disceso il viale sulla destra dove alcuni scavi archeologici hanno portato alla luce nel 1889 la Basilica Hilariana, eretta da Manius Publicius Hilarus, ed i suoi singolari mosaici dei quali si è supposto che contenessero iscrizioni di superstizione.

Ci siamo fermati con i bimbi al parco giochi, mentre noi maschietti parlavamo del calcio e di scommesse (!!). Dopo più di un'ora decidiamo di andarcene.
Peccato che non siamo passati davanti al reperto, a mio avviso, più importante: l'obelisco egizio di Ramsete II, popolarmente detto "spiedino", proveniente dalla spoliazione del Tempio del Sole a Eliopoli.

L'obelisco si accompagna ad una sinistra leggenda: durante i lavori di posa in opera del nuovo basamento un canapo si ruppe ed un povero operaio vi rimise le mani e parte di un braccio, amputati d'urgenza e rimasti da allora sotto l'obelisco. Da allora, nessuna proposta di ulteriore miglior sistemazione è stata mai più seguita. Secondo un'altra leggenda, la sfera alla sua sommità conterrebbe le ceneri di Augusto.
Le cronache raccontano di un'enorme spoliazione dei prezzi pregiati già iniziata nel 1770 con la vendita di 10 statue al Vaticano (tra cui l'Amazzone, la Pudicizia, il Traiano seduto, ora al Louvre) e nel 1802 con la testa di Augusto sempre al Vaticano.
Usciamo dalla villa che è quasi sera...............

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Parlami della Navicella: in settimana vado per un matrimonio (non il mio) e voglio fare bella figura.
Giuseppe

Andrea ha detto...

sarà fatto!

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