martedì 3 giugno 2008

La Garbatella

Un'altra bella serata in compagnia di Gianfranco e Lia.
Dopo aver cenato dal Panonto (vedi post) insieme a Eugenio e due amici di Gianfranco, li ho invitati a fare una passeggiata nel mio quartiere, la Garbatella.

Non è stato difficile convincere i bambini e i genitori visto la bella serata quasi estiva e la pubblicità fatta al quartiere dalla serie TV "I Cesaroni".

Il quartiere fu fondato negli anni venti sui colli che dominano la Basilica di San Paolo fuori le mura e prende il nome, secondo un'ipotesi abbastanza leggendaria (e maliziosa), dall'appellativo dato alla proprietaria (particolarmente "garbata e bella") di un'osteria
La Garbatella è un quartiere popolare e popoloso, ma le abitazioni sono collocate, almeno nel nucleo storico, in graziosi villini o palazzine di tre piani al massimo
Inoltre, il quartiere è tradizionalmente suddiviso in lotti, occupati da costruzioni che circondano cortili e giardini che, soprattutto in passato, erano punti di ritrovo per la popolazione: lavatoi e stenditoi, botteghe e cantine, sedie e muretti.
Con l’avvento del fascismo il quartiere diviene luogo di sistemazione per tutte quelle persone, non necessariamente povere, che si trovavano senza una casa. In questo periodo, infatti, viene presa la decisione di ridisegnare il volto del centro della città, attraverso l’abbattimento di molti edifici con conseguente necessità di trovare nuova sistemazione agli inquilini sgomberati.

La realizzazione dei necessari complessi abitativi venne affidata ancora una volta all’Istituto per le case popolari (ICP), il quale attuò uno sviluppo edilizio basato sull’utilizzo di materiali molto economici, e caratterizzata da una notevole velocità di esecuzione, gli elementi ornamentali erano marginali e gli spazi verdi non erano più giardini privati ma luoghi collettivi.

A partire dal 1928 alla Garbatella venne sperimentata un’altra tipologia di struttura abitativa, gli Alberghi suburbani, realizzati tra il 1928 e il 1929. Al loro interno dovevano ospitare momentaneamente le famiglie sfollate dal centro della città e, per evitare che si stabilissero definitivamente all’interno degli edifici, furono fatti funzionare come case albergo, strutturate in modo tale da dividere gli spazi riservati alla sfera privata (stanze da letto, camerate usate come dormitori e divise per sesso) con gli spazi comuni in cui si espletavano le altre attività (servizi igienici sanitari, sale da pranzo, asili nido e scuole, l’ambulatorio medico, etc).

Nel 1929 le case albergo subirono una trasformazione molto importante per coloro che ci vivevano. Infatti le sistemazioni provvisorie costituite dalle parti comuni vennero divise e furono creati dei veri e propri alloggi familiari.

La Garbatella cresceva, dunque, come un vero e proprio quartiere e bisogna citare la Scuola (ex Mario Bianchi) Cesare Battisti, il Teatro Palladium alto sette piani e ideato come edificio di testa del lotto 12 verso la piazza (Piazza Bartolomeo Romano) .

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