sabato 29 marzo 2008

Numa Pompilio


Numa Pompilio, di origine sabina, regnò tra il 715 a.C. e il 674 a.C. (anno in cui morì ottantenne) succedendo come re di Roma a Romolo.

L'incoronazione di Numa non avvenne immediatamente dopo la scomparsa di Romolo, alla cui morte il governo della città passò invece ai Senatori (interrex), in un tentativo di sostituire la monarchia con una oligarchia. I Senatori, incalzati dal sempre maggiore malcontento popolare, furono però costretti ad eleggere un nuovo re.

Per l'elezione proposero Numa Pompilio, appartenente alla Gens Pompilia, che abitava nella città sabina di Cures Sabini ed era sposato con Tazia, figlia di Tito Tazio (nato addirittura nel giorno in cui Romolo fondò la città eterna), molto noto in città come uomo di provata fede ed esperto conoscitore delle leggi divine, da cui gli derivò l'appellativo di Pius.
Inizialmente contrario ad accettare la proposta dei senatori, Numa vi acconsentì solo dopo che furono presi gli auspici degli dei, che gli si dimostrarono favorevoli; Numa fu quindi eletto re per acclamazione da parte del popolo. Morirà ottantenne, ricordato con affetto dai romani, anche per non aver mai condotto alcuna guerra.

Il popolo gli dedicò un mausoleo sul Gianicolo. Dopo la bellicosa esperienza del regno di Romolo, Numa Pompilio seppe con la sua saggezza fornire un saldo equilibrio alla nascente città.
Nel Foro costruì la Regia e lungo la Via Sacra fece edificare il Tempio di Giano, le cui porte potevano essere chiuse solo in tempo di pace; affidò all'ordine sacerdotale dei Salii, da lui stesso istituito, il compito di dichiarare il tempo di pace e di guerra (per gli antichi romani il periodo per le guerre andava da marzo ad ottobre), mentre all'ordine dei flamini affidò il culto della Triade Capitolina.

Scelse le prime vergini Vestali della città, assegnando a queste uno stipendio e la cura del tempio in cui era custodito il fuoco sacro della città.

Nominò anche il primo pontefice di Roma, cui spettava il compito di vigilare sull'applicazione di tutte le prescrizioni di carattere sacro.
A lui viene ascritta anche una riforma del calendario, basato sui cicli lunari, che passò da 10 a 12 mesi (355 giorni), con l'aggiunta di gennaio, dedicato a Giano, e febbraio che furono posti alla fine dell'anno, dopo dicembre (l'anno iniziava con il mese di marzo). Il calendario contenenva anche l'indicazione dei giorni fasti e nefasti, durante i quali non era lecito prendere alcuna decisione pubblica.
Sempre secondo la tradizione antica, le decisioni più difficili, erano frutto di consigli fatti al re da parte della ninfa Egeria, sottolineando così il carattere sacrale di queste decisioni.

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