lunedì 31 marzo 2008

Ara pacis


Ieri ho partecipato con la mia famiglia alla visita organizzata dall'Edesia al monumento dell' "Ara Pacis".

Il monumento l'avevo già visitato due volte ma non volevo perdermi le spiegazioni della nostra splendida guida Emilia!

Peccato per lo spiacevole fuoriprogramma che mi ha visto discutere con una coppia di anziani maleducata, ma non voglio farmi prendere dalla rabbia.......

L'Ara Pacis Augustae è un altare dedicato da Augusto nel 9 a.C. alla Pace, intesa come dea romana, e posto in una zona del Campo Marzio consacrata alla celebrazione delle vittorie, luogo emblematico perché posto a un miglio dal pomerium, limite della città dove il console di ritorno da una spedizione militare perdeva i poteri ad essa relativi (imperium militiae) e rientrava in possesso dei propri poteri civili (imperium domi).

Questo monumento rappresenta una delle più significative testimonianze dell'arte augustea ed intende simboleggiare la pace e la prosperità raggiunte come risultato della Pax Romana. Il 4 luglio del 13 a.C., infatti, il Senato decise la costruzione di un altare dedicato a tale raggiungimento in occasione del ritorno di Augusto da una spedizione pacificatrice di tre anni in Spagna e nella Gallia meridionale.
La dedica, cioè la cerimonia di consacrazione solenne, non ebbe però luogo fino al 30 gennaio del 9 a.C., data importante perché compleanno di Livia, moglie del princeps.
La scoperta dei primi blocchi scolpiti, appartenenti all'altare, risale alla metà del XVI secolo, in corrispondenza di Palazzo Fiano (già Peretti, ora Almagià). Solamente nel 1859 furono recuperati il rilievo di Enea e la testa di Marte del rilievo del Lupercale.

Nei primi anni del XX secolo furono intrapresi scavi regolari, conclusi nel 1938 quando, ricomposte tutte le parti, l'altare fu collocato presso il Mausoleo di Augusto, a ridosso del lungotevere e ad una certa distanza dal luogo in cui il reperto fu originariamente ritrovato.


La superficie interna del monumento reca nel registro superiore corone (festoni) sorrette da bucrani, cioè crani di buoi con ghirlande, ed in quello inferiore scanalature verticali simulanti uno steccato. Questo steccato rievocherebbe le recinzioni presenti attorno agli altari romani più antichi nelle foreste sui colli attorno alla città di Roma intorno al 7-6 secolo a.C.
L’altare è costituito da un podio di quattro gradini sul quale poggia un basamento che presenta altri quattro gradini solo su un fronte. Sopra di essi è collocata la mensa utilizzata per le offerte delle spoglie di animali, stretta tra due avancorpo laterali. Le due sponde laterali presentano vasi a volute vegetali e leoni alati. La mensa occupa tutto lo spazio interno del recinto dal quale è separato da uno stretto corridoio il cui pavimento è leggermente inclinato verso l’esterno. L'altare è decorato con personaggi femminili sullo zoccolo, mentre nel fregio superiore che gira all'interno ed all'esterno della mensa vi è la raffigurazione di un sacrificio con le Vestali ed il pontefice massimo.

I lati lunghi all'esterno, ai lati delle porte, i pannelli marmorei si possono dividere, come nell'interno, in lastre superiori e inferiori.
Nella parte bassa si ha un'ornamentazione naturalistica di girali d'acanto e, tra essi, piccoli animali (per esempio lucertole e serpenti). Possiamo notare un'eleganza che riconduce all'arte alessandrina e una finezza d'esecuzione. Nella sezione superiore dei lati lunghi troviamo la rappresentazione del Lupercale, la grotta dove la lupa avrebbe allattato Romolo e Remo, ed il sacrificio di Enea ai Penati, entrambi di importanza artistica ben minore rispetto agli altri fregi. Infatti sulla fronte opposta vi sono la Pace o Tellus e la dea Roma, delle quali la saturnia tellus è la parte scultoreamente più prestigiosa dell'Ara Pacis.

Sui lati brevi è raffigurata la processione per il voto dell'Ara, con la scena più importante sul fianco destro, con personaggi della famiglia imperiale (Augusto, Agrippa, Giulia, Tiberio, etc.): indossano tutti una toga (persino un bambino) e ciò rievoca le Panatenèe del fregio continuo del Partenone di Atene.
La profondità dello spazio è ottenuta mediante la gradualità del rilievo. In tutta la decorazione manca una logica strutturale (ad esempio non c'è una netta distinzione tra le decorazioni naturalistiche e la sovrastante figurazione).

Il monumento è conservato all'interno dell'edificio progettato da Richard Meier.

I lavori sono stati più volte interrotti a causa di polemiche riguardanti l'aspetto della struttura. Sono state quindi concordate varie modifiche del progetto originale tendenti ad alleggerire l'impatto visivo di alcune superfici originariamente previste in alluminio e successivamente realizzate in travertino. Questo non ha impedito che l'opera sia stata accolta con pareri contrastanti.

Il New York Times l'ha definita senza mezzi termini un "flop", il polemista Vittorio Sgarbi l'ha liquidata spregiativamente definendola "una pompa di benzina texana nel cuore di uno dei centri storici più importanti del mondo" - nonché il primo passo verso una "internazionalizzazione" della Città di Roma, mentre Giuseppe sul suo blog ne parla in modo entusiata!!

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