Il mio amico Paolo mi ha chiesto informazioni sul monumento situato ai piedi della discesa di via del Velabro.
Caro Paolo, ti ringrazio per la domanda (hihi): quel grande arco quadrifronte è il cosiddetto Arco di Giano, fatto costruire da Costanzo II nel IV secolo d.C..
L'arco è formato da quattro piloni in opera a sacco rivestiti di lastre marmoree (materiale di riutilizzo, come tutte le opere costruite in questo periodo) che sostengono al centro una volta a crociera, ornati sui lati esterni, al di sopra dell'alto zoccolo, da due file di tre nicchie semicircolari con calottine a conchiglia. Sui blocchi di chiave degli archi sono riprodotto le figure, ormai quasi irriconoscibili, di Giunone, Roma, Minerva e Cerere. Non rimangono più nulla dell'attico, il cui nucleo in mattoni venne demolito nel 1830 (pensavano che fosse medioevale!!), e del coronamento finale.
3 commenti:
Ehilà! Che sorpresa! Mi sono quasi commosso quando mi sono visto nominato nel tuo blog che, a onor del vero, non mi stancherei mai di leggere... ma a questo punto ritorno sulla domnda: questo arco di giano (quadrifronte, anche se giano me lo ricordavo bifronte) si chiama anche velabro? se si perchè? E visto che giano non risulta raffigurato perchè si chiama arco di giano? infine, questo arco aveva una funzione particolare o solo celebrativa di una divinità? Ciao e complimenti per il tuo blog! Paolo
L'arco è comunemente detto di Giano, l'erronea denominazione deriva dal termine latino Ianus, indicante passaggio coperto con quattro porte.
Sembrerebbe che il vero nome dell'arco sia probabilmente "Arcus Divi Constantini".
Velabro è il nome della zona che può avere due significati: 1. "velum aureum", ovvero palude aurea dovuto alla sabbia dorata depositata lungo le sponde del Tevere 2. vehendis ratibus.
Sono a disposizione epr altre domande.
Sei magnifico quando scrivi queste cose.
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