lunedì 15 settembre 2008

Week end a Napoli

Dopo un sabato intenso tra la Solfatare e l'anfiteatro di Pozzuoli, il ristorante e il parco Archeologico di Cuma la domenica è all'insegna della tranquillità: una veloce gita a Napoli.
Maria Luisa ha preferito rimanere a casa a riposare e per non lasciarla sola gli abbiamo lasciato i bambini, ben felici di passare una mattinata a casa con il Nintendo i maschietti e il monopattino la femminuccia.
Quindi dopo una bella colazione a base di cornetti autoctoni (buonissimi) io, Giuliana e Michele prendiamo il taxi per raggiungere piazza Plebiscito (ah dimenticavo in città c'era il blocco del traffico dalle 10,00 alle 13,00!!).
Prima tappa al Gran Caffé Gambrinus per uno spettacolare caffè (la storia del Caffè al prossimo post).

Iniziamo la gita prima con la galleria Umberto I, costruita tra il 1887 e 1890 in seguito a una grave epidemia di colera (1884). Sicuramente è una costruzione interessante ma mi ha lasciato un senso di sporco.
Continuando a passeggiare siamo arrivati a Piazza Municipio, una vasta piazza rettangolare, tra le più grandi della città, e la sua posizione la rende luogo di grande importanza; deve il suo nome alla presenza del municipio, avente sede in palazzo S.Giacomo, bell'edificio collocato di fronte al porto, sul lato nord della piazza. Un piccolo giardino fronteggia il palazzo, e poco più avanti, al centro della piazza, si trova la statua di Vittorio Emanuele II.

Di fronte alla piazza e vicino alla costruzione di periodo fascista della Stazione Marittima c'è l'imponente Maschio Angioino o Castel Nuovo.

La sua costruzione si deve all'iniziativa di Carlo I d’Angiò, che nel 1266, sconfitti gli Svevi, salì al trono di Napoli e Sicilia e stabilì il trasferimento della capitale da Palermo alla città partenopea.
I lavori per la costruzione del Castrum Novum presero il via nel 1279 per terminare appena tre anni dopo, un tempo brevissimo viste le tecniche di costruzione dell’epoca e la mole complessiva dell’opera. Il re tuttavia non vi dimorò mai: in seguito alla rivolta dei Vespri siciliani, che costò all’Angioino la corona di Sicilia, conquistata da Pietro III d'Aragona e ad altre vicende, la nuova reggia rimase inutilizzata fino al 1285, anno della morte di Carlo I.
Non scrivo tutta la storia, interessante, del castello per non annoiarvi ma vi riporto solo la leggenda della regina Giovanna II, ultima sovrana angioina, che, dipinta come una donna dissoluta, lussuriosa, sanguinaria, avrebbe ospitato nella sua alcova amanti di ogni genere ed estrazione sociale, addirittura rastrellati dai suoi emissari fra i giovani popolani di bell'aspetto. Per tutelare il suo buon nome, Giovanna non avrebbe esitato a disfarsi di loro appena soddisfatte le sue voglie. Proprio a questo proposito si è narrato per secoli che la regina disponesse, all’interno del castello, di una botola segreta: i suoi amanti, esaurito il loro compito, venivano gettati in questo pozzo e divorati da un coccodrillo, giunto dall'Africa fino ai sotterranei del castello dopo aver attraversato il Mediterraneo.

Dal Maschio Angoino, che non abbiamo potuto visitare perché chiuso, ripassiamo per piazza del Plebiscito. La Piazza (già Largo di Palazzo o Foro Regio) fu per secoli uno slargo irregolare, dove si svolgevano le feste popolari attorno alle cosiddette macchine da festa, che venivano periodicamente innalzate da grandi architetti.
Solo all'inizio dell'Ottocento, durante il periodo napoleonico, che la piazza fu interamente ridisegnata e ripensata. Fantastico è la sensazione di abbraccio che ti trasmette questo monumento voluto da Gioacchino Murat su disegno di Leopoldo Laperuta
Al centro del colonnato spicca la Basilica di San Francesco di Paola, che ne è l'elemento dominante e fu eretta da Ferdinando I, come ex voto per aver riconquistato il regno dopo il decennio di dominio francese.
Di fronte alla piazza come a bilanciarne la bellezza c'è il Palazzo Reale costruito nel 1600 da Domenico Fontana, su commissione dell'allora viceré conte di Lemos. Esso avrebbe dovuto ospitare il re Filippo III di Spagna, atteso a Napoli con la sua consorte per una visita ufficiale che non avvenne mai. Il palazzo divenne la residenza dei viceré spagnoli e poi di quelli austriaci ed, in seguito, dei re di casa Borbone. Dopo l'Unità d'Italia fu eletta residenza napoletana dei sovrani di Casa Savoia.

Dopo aver percorso il lungomare arriviamo al castel dell'Ovo.

Il suo nome deriva da un'antica leggenda secondo la quale il poeta latino Virgilio - che nel medioevo era considerato anche un mago - nascose nelle segrete dell'edificio un uovo che mantenesse in piedi l'intera fortezza. La sua rottura avrebbe provocato non solo il crollo del castello, ma anche una serie di rovinose catastrofi alla città di Napoli.
Il castello sorge sull'isolotto di tufo di Megaride , che era unito alla terraferma da un sottile istmo di roccia. Si ritiene che sia stato quello il punto d'approdo dei cumani che, giunti nel VII secolo a.C., avrebbero fondato il primo nucleo di Palepoli, la futura Napoli.
Nel I secolo a.C. Lucio Licinio Lucullo acquisì nella zona un fondo assai vasto e sull'isola costruì una splendida villa, che tra gli altri lussi era dotata - oltre che di una ricchissima biblioteca - di allevamenti di murene, e impreziosita da novità agroalimentari come i peschi importati dalla Persia e i ciliegi fatti arrivare da Cerasunto (ecco perché in napoletano si chiamano "cerasa")
La memoria di questa proprietà perdurò nel nome di Castellum Lucullanum che il sito mantenne fino all'età tardoromana.
In tempi più oscuri per l'Impero - metà del V secolo - la villa venne fortificata da Valentiniano III e le toccò la sorte di ospitare il deposto ultimo Imperatore di Roma, Romolo Augusto, nel 476.

Terminiamo la gita passeggiando per via Roma o via Toledo all'acquisto di paste e di una pianta....ma questa sarà un'altra storia.

2 commenti:

Blog su blogger di Tescaro ha detto...

Ciao Andrea ti ho inserito tra i miei blog amici (1 comment). Buona giornata

Andrea ha detto...

Ti ringrazio. Ciao e a presto

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