Sono stato per due giorni a Torino per lavoro e mi sono documentato sulla sua storia, ovviamente di origine romana.
Per ritrovare le origini di Torino bisogna risalire nel tempo a prima della colonizzazione romana, a quando la pianura del Po fu punto di incontro tra le popolazioni Liguri e quelle celtiche.
Intorno alle modalità di fondazione ed all'etimologia del nome di Torino esistono varie leggende come quella che riporta dell'esistenza, nei pressi di un villaggio neolitico di un temibile drago. Un contadino dopo aver fatto inebriare il proprio toro con un otre di vino, avrebbe aizzato la bestia contro il grande rettile: la lotta tra i due animali fu cruenta, al punto che il toro, dopo aver sconfitto il mostro, morì per le ferite riportate. I popolani, in onore della vittima, decisero di chiamarsi Taurini.
Intorno alle modalità di fondazione ed all'etimologia del nome di Torino esistono varie leggende come quella che riporta dell'esistenza, nei pressi di un villaggio neolitico di un temibile drago. Un contadino dopo aver fatto inebriare il proprio toro con un otre di vino, avrebbe aizzato la bestia contro il grande rettile: la lotta tra i due animali fu cruenta, al punto che il toro, dopo aver sconfitto il mostro, morì per le ferite riportate. I popolani, in onore della vittima, decisero di chiamarsi Taurini.
La fondazione ufficiale della città avviene per opera di Augusto, che intorno al 28 a.C., deduce una seconda colonia, il cui impianto è quello che ancora adesso è rilevabile nel centro di Torino, con il nome di Julia Augusta Taurinorum.
Augusta Taurinorum ebbe il caratteristico impianto urbanistico a scacchiera derivato dalla sua origine militare, impianto mantenutosi ed ampliato fino ai giorni nostri, almeno nel centro cittadino.
La cinta muraria era composta da mura che superavano i cinque metri di altezza ed i due metri di spessore in cui si aprivano quattro porte (Decumana, Praetoria, Principalis dextra, Principalis sinistra); la cinta era rafforzata da cinque torri angolari e da quattro torri su ciascun lato, più o meno in corrispondenza dello sbocco delle vie cittadine; postierle si ritiene che fossero posizionate in corrispondenza di ciascuna torre.
Principale strada fu il decumano maximo che collegava la porta Praetoria con la porta Decumana lungo quella che attualmente è la Via Garibaldi; a circa un terzo della sua lunghezza il decumano incrociava il cardo maximo che collegava le porte Principalis dextra e Principalis sinistra sviluppandosi lungo le attuali vie S. Tommaso e Porta Palatina.
La cinta muraria era composta da mura che superavano i cinque metri di altezza ed i due metri di spessore in cui si aprivano quattro porte (Decumana, Praetoria, Principalis dextra, Principalis sinistra); la cinta era rafforzata da cinque torri angolari e da quattro torri su ciascun lato, più o meno in corrispondenza dello sbocco delle vie cittadine; postierle si ritiene che fossero posizionate in corrispondenza di ciascuna torre.
Principale strada fu il decumano maximo che collegava la porta Praetoria con la porta Decumana lungo quella che attualmente è la Via Garibaldi; a circa un terzo della sua lunghezza il decumano incrociava il cardo maximo che collegava le porte Principalis dextra e Principalis sinistra sviluppandosi lungo le attuali vie S. Tommaso e Porta Palatina.
Tranne che per il teatro, le cui fondazioni sono state rinvenute all'inizio del XX secolo nei pressi della Porta Principalis sinistra, i resti più importanti della Torino romana consistono appunto nella porta citata (ora nota con il nome di Porte Palatine) affiancata da tratti di mura e dalle fondamenta delle strutture interne alla porta stessa; nella porta Decumana inglobata nel castello di piazza Castello (torri verso Palazzo Madama); nelle fondamenta di una torre angolare in Via della Consolata ed in un tratto di muro visibile nelle sale sotterranee del Museo Egizio.
Torino poco si distinse nell'epoca romana, rimanendo una mera città di provincia. Le ultime notizie che possediamo su Torino prima della caduta dell'impero romano d'occidente sono il nome di un suo vescovo: Massimo II e la circostanza che ormai la città non è più nota come Augusta Taurinorum bensì come Taurinos/Taurinis/Taurinus.
3 commenti:
A tanti non piace.
Io, invece, la ricordo come una città molto graziosa e semplice nelle sue linee.
Sinceramente non conoscevo le sue origini...c'è sempre da imparare!
Angela
Ormai sono sei anni che ci vado e il centro l'ho visitato tutto. Le linee semplici sono dovute proprio al fatto che ha mantenuto le sue origini di castrum romano (quadrato e vie rette). Di torino mi piace osservare i segni evidenti del regno dei Savoia. Dovunque ti giri c'è una loro statua, un museo....che ricorda quell'epoca.
Certo, dopo tutti questi anni la conosci a fondo.
Io invece ci sono stata un solo giorno e, pur avendo visitato velocemente il suo centro, ho avuto quell'impressione.
Angela
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