Prima della visita alla mostra sul teatro romano "In Scaena", allestita fino al prossimo 17 febbraio al Colosseo, sarebbe meglio togliersi dalla testa la fortunata espressione di Giovenale "Panem et circenses" diventata emblema di quanto sia utile a chi governa dispensare facili divertimenti al popolo per distrarlo dai problemi reali. Una formula che ha diffuso nell'immaginario comune l'idea che nell'antica Roma non esistessero altri tipi di spettacolo che i combattimenti gladiatori, le cacce di animali e le lotte tra fiere. Niente di più erroneo. Perché i ludi (alla lettera "giochi"), termine che comprendeva tutte le forme di svago o piacere collettivo (tra cui feste, corse di cavalli, cortei, processioni, e anche il circo), non escludevano certo gli spettacoli teatrali, sebbene queste rappresentazioni furono all'inizio tenute alla larga e guardate con sospetto. Le attitudini di un popolo bellicoso come quello dei romani mal si conciliavano con l'attività teatrale, considerata immorale.
Si tende a vedere il teatro romano come la continuazione e il compimento di quello greco. In realtà le due concezioni di teatro sono difficilmente assimilabili e soprattutto non si possono accomunare sotto la stessa insegna di "teatro classico", come generalmente si fa. Nel mondo romano il teatro non ebbe mai l'impronta religiosa e civile di quello greco; la sua natura era piuttosto quella di un rito festoso, di un passatempo più colto del circo. E neanche la professione di attore godeva dello stesso rispetto. La mostra del Colosseo insiste molto su questi aspetti, che trovano riscontro visivo in molti reperti in mostra e accenna a moltissimi aspetti del teatro e sceglie di farlo attraverso un percorso "per icone", settanta opere che coprono l'intero arco cronologico di nove secoli del teatro romano, Nel percorso che si snoda tra vasi, lastre di terracotta, statue, bronzetti, mosaici, affreschi e plastici di alcuni teatri, grande importanza assumono le imponenti maschere marmoree del chiostro michelangiolesco delle Terme di Diocleziano,
Si tende a vedere il teatro romano come la continuazione e il compimento di quello greco. In realtà le due concezioni di teatro sono difficilmente assimilabili e soprattutto non si possono accomunare sotto la stessa insegna di "teatro classico", come generalmente si fa. Nel mondo romano il teatro non ebbe mai l'impronta religiosa e civile di quello greco; la sua natura era piuttosto quella di un rito festoso, di un passatempo più colto del circo. E neanche la professione di attore godeva dello stesso rispetto. La mostra del Colosseo insiste molto su questi aspetti, che trovano riscontro visivo in molti reperti in mostra e accenna a moltissimi aspetti del teatro e sceglie di farlo attraverso un percorso "per icone", settanta opere che coprono l'intero arco cronologico di nove secoli del teatro romano, Nel percorso che si snoda tra vasi, lastre di terracotta, statue, bronzetti, mosaici, affreschi e plastici di alcuni teatri, grande importanza assumono le imponenti maschere marmoree del chiostro michelangiolesco delle Terme di Diocleziano,
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