Uno dei quartieri più belli e antichi di Roma è Testaccio. Molti non sanno che monte Testaccio è una collina artificiale, infatti il nome deriva dal latino testa, ossia coccio, in riferimento al materiale con il quale fu artificialmente costituito, cioè le anfore scartate dal limitrofo insediamento annonario.
La calce è l'unico materiale che tiene insieme i detriti fittili, sui quali la presenza di uno strato di terra ha permesso il consolidamento di vegetazione, che conferisce alla collina stabilità e aspetto di rilievo naturale.
Le datazioni consolari consentono di situare la maggior parte degli scarichi fra il 140 d.C. e la metà circa del III secolo.
La memoria del monte e del sito circostante è legata soprattutto alle feste del carnevale, il ludus Testaccie, documentato per la prima volta nel 1256 durante il pontificato di Alessandro IV e rinnovato ogni anno fino al 1470 circa, allorché Paolo II lo trasferì in via Lata, l'attuale via del Corso.
I giochi che vi si svolgevano, assai movimentati e cruenti, consistevano, tra l'altro, nel lancio di maiali, tori e cinghiali giù dal monte dove i lusores se li contendevano per ucciderli con la spada e venirne in possesso.
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