Masada

Ho finito di leggere "Masada" di Maria Grazia Siliato.

Già in un precedente post vi avevo raccontato la storia interessante e affascinante del racconto. La trama e i personaggi si alternano in parti uguali, da una parte gli ebrei di Masada durante l'ultima notte di assedio prima che i romani invadano la fortezza, e dall'altra una giovane ragazza svizzera che incontra a Gerusalemme un anziano e ricco ebreo, Michel, che le racconta nei pochi giorni in cui lei si ferma in quella città i misteri della storia degli Ebrei partendo dal ritrovamento di alcuni rotoli di pergamena molto antichi.

Lo stile è noioso e lento e le due storie, quasi identiche, non trasmettono quella curiosità che dovrebbe avere il lettore nel proseguire velocemente per ritornare alla trama precedente.

Per esempio la stessa tipologia di racconto su due binari diversi, ma decisamente con migliori risultati, l'abbiamo trovata ne "La morte del Papa" di Rocha ma in quel caso una parte era dedicata alle notizie storiche e la seconda al romanzo di avventura che venivano tenute insieme da un sottile filo narrativo.

Invece, nell'opera di Siliato tutte e due i protagonisti raccontano a qualcuno la storia degli ebrei e l'unica differenza deriva dal tempo in cui vive il raccontatore.

Solo nel finale la scrittrice sembra svegliare la sua verve creativa e riesce almeno a ben coniugare la storia con le emozioni che un romanzo dovrebbe trasmettere.

Un ulteriore difetto: utilizza sempre i nomi originali sia per i personaggi (Flavio Giuseppe diventa Flavius Joseph) che per i luoghi, come se volesse dar forza al rigore storico del racconto, mettendo confusione nel lettore meno pratico.

In conclusione, personaggi deboli e ripetitivi, ma storia "forte", che fa si che se siete appassionati alla storia potete leggere il libro apprezzando il modo con cui la Siliato ha reperito le notizie, ma se privilegiate il romanzo... bé cercate un altro libro.

A presto