Ho finito oggi di leggere "La Mano di Ferro" di Lindsey Davis, scrittrice inglese, autrice della serie che vede impegnato l'investigatore romano Marco Didio Falco. I romanzi gialli sono ambientati precisamente nella seconda metà del I secolo d.C., durante l'imperodi Vespasiano.
Al termine del libro sono riportati due commenti di giornali inglesi:
- "una miscela perfetta di umorismo, storia e avventura"
- "forse la più bella storia di Lindsey Davis".
Cosa dire?
Non fidatevi, ovviamente, dei libri che riportano i commenti favolosi di recensioni espresse sui giornali per di più stranieri!
Lo stile adottato dalla scrittice è semplice e molto lineare. Sceglie di raccontare la storia dal punto di vista dell'investigatore (non c'è "la voce" fuori campo ma è il protagonista che racconta in prima persona) che all'inizio si permette anche battute apparantemente spiritose. Il difetto più grande è che la Davis sembra da presa da una frenesia incontrollabile di scrivere in 378 pagine tutto quello che può succedere ad un uomo sfortunato nel periodo sfortunato nel posto sfortunato ma che inspiegabilmente alla fine arriva al successo! Durante la lettura ho avuto proprio il senso di leggere qualcosa di forzato ed esagerato. Per quanto riguarda i riferimenti al periodo storico sono ripresi dalle "Storie" di Tacito e sono sostanzialmente corrette, ma il racconto, come già dettto, inverosimile discredita tutto il lavoro.
Se questa è la più bella storia che ha scritto non oso immaginare le altre!
CONSIGLIO: se vi piacciono romanzi leggeri da sfogliare sotto l'ombrellone quest'estate fatevelo prestare ma evitate di comprarlo: risparmierete 8,50 euro.
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