Preghiera a Cibele
Ave, Grande Madre dell'Ida, Madre degli Dei!Ave, O piu'antica Sacra Dea!io ti offro preghiere devote, O Cibele,Berecinziana Madre di Dindymus!Accoglici sotto la Tua protezioneChe Tu possa difenderci!A Te offro questa supplicaPer garantire pace, sicurezza,E salute alla nostra famiglia.Possa tu essere benevolente e a noi propiziae non abbandonare mai la Tua progenie.se si presenta un'offerta di vino:Per queste cose sii Tu onorata da questa libagione.Sii Tu benevola e a noi propizia!
Ave, Grande Madre dell'Ida, Madre degli Dei!Ave, O piu'antica Sacra Dea!io ti offro preghiere devote, O Cibele,Berecinziana Madre di Dindymus!Accoglici sotto la Tua protezioneChe Tu possa difenderci!A Te offro questa supplicaPer garantire pace, sicurezza,E salute alla nostra famiglia.Possa tu essere benevolente e a noi propiziae non abbandonare mai la Tua progenie.se si presenta un'offerta di vino:Per queste cose sii Tu onorata da questa libagione.Sii Tu benevola e a noi propizia!
Cibele,
l’origine è da rintracciare nelle popolazioni prelleniche dell’Asia Minore, dove veniva adorata come madre feconda degli dei e degli uomini; dea della natura e dell’agricoltura, madre terra che genera dal suo seno la vegetazione e che contiene doni preziosi, tra cui l’oro. Il culto venne introdotto a Roma nel 205 a.C. I Romani le eressero un tempio sul Palatino e le dedicarono i Ludi Megalenses ma fu durante il periodo di Augusto che si sviluppò enormemente: veniva invocata quale protettrice delle coltivazioni di grano e della vite, oltre che della vita umana condotta in maniera ordinata; era anche la protettrice dell’edificazione delle città (mater tuttita o turrigera – attributo della corona turrita). La raffigurazione della dea, munita di timpano in mano, era sempre abbinata a due leoni. Il simulacro veniva portato in processione con un rituale che preveda il bagno della statua in mare (nelle acque di Vindicio?); il culto, prettamente orgiastico, si rinnovava dal 4 al 10 aprile di ogni anno.
l’origine è da rintracciare nelle popolazioni prelleniche dell’Asia Minore, dove veniva adorata come madre feconda degli dei e degli uomini; dea della natura e dell’agricoltura, madre terra che genera dal suo seno la vegetazione e che contiene doni preziosi, tra cui l’oro. Il culto venne introdotto a Roma nel 205 a.C. I Romani le eressero un tempio sul Palatino e le dedicarono i Ludi Megalenses ma fu durante il periodo di Augusto che si sviluppò enormemente: veniva invocata quale protettrice delle coltivazioni di grano e della vite, oltre che della vita umana condotta in maniera ordinata; era anche la protettrice dell’edificazione delle città (mater tuttita o turrigera – attributo della corona turrita). La raffigurazione della dea, munita di timpano in mano, era sempre abbinata a due leoni. Il simulacro veniva portato in processione con un rituale che preveda il bagno della statua in mare (nelle acque di Vindicio?); il culto, prettamente orgiastico, si rinnovava dal 4 al 10 aprile di ogni anno.
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