lunedì 26 marzo 2007

sintesi della storia del Palatino (I puntata)


Il Palatino, uno dei mitici sette colli di Roma insieme a Campidoglio, Viminale, Quirinale, Aventino, Celio ed Esquilino, aveva una posizione (al centro dei sette colli e vicino, ma non adiacente, al Tevere) sicuramente adatta ad un insediamento umano, anche in considerazione del fatto che doveva controllare e organizzare il sottostante punto di approdo e di passaggio, ma anche di ritrovo e di mercato, che fu il Porto Tiberino con l'annesso Foro Boario. La sommità centrale, il Palatium, digradava verso il Foro Boario e il Tevere con un pendio, che prese il nome di Germalus; il Palatium era collegato al retrostante colle Esquilino tramite una sella ed una seconda, meno sensibile, eminenza, la Velia. Secondo la leggenda, Romolo e Remo furono allevati da una lupa in una caverna su questo colle e la fondazione della città ad opera di Romolo, la cui abitazione è identificata in una capanna situata nell'angolo sud-ovest della collina, sarebbe avvenuta intorno alla metà dell'VIII secolo: in effetti, scavi avvenuti nell'anno 1946 hanno riportato alla luce resti di capanne dell'età del Ferro, appunto risalenti all'VIII secolo a.C., che confermano pienamente la tradizione. Tradizioni religiose antichissime erano connesse con la collina: in particolare, quella della dea Pales, il cui nome deriva evidentemente dalla stessa radice di Palatium. La festa della divinità, le Palilia o Parilia del 21 aprile, era considerata come il giorno stesso di fondazione della città. Ma la repubblica segnò la trasformazione della collina in un quartiere residenziale della classe dirigente romana: tra coloro che vi abitarono possiamo ricordare M.Valerio Massimo, console nel 505 a.C., Tiberio Sempronio Gracco, padre dei famosi tribuni, Licinio Crasso, console nel 95, Cicerone, il poeta lirico Catullo, Q.Ortensio Ortalo, famoso oratore, la cui casa fu poi acquistata da Augusto. Questo fu un episodio fondamentale per la storia del colle, perché dopo che l'imperatore elesse a propria dimora il Palatino, altri imperatori seguirono la sua strada: sorsero così, uno dopo l'altro, i palazzi di Tiberio, di Nerone (la Domus Transitoria e la Domus Aurea si estendevano fin qui), dei Flavi (la Domus Flavia e la Domus Augustana), di Settimio Severo (Domus Severiana). Alla fine dell'età imperiale, la collina era ormai un unico, immenso edificio, che nel suo insieme costituiva l'abitazione degli imperatori: il nome di Palatium, o Palatino, passò così ad indicare il palazzo per eccellenza, quello dell'imperatore appunto. Nel Medioevo il Palatino subì le sorti del resto di Roma e tutto decadde a pascolo per armenti. Bisogna arrivare al XVI secolo per vedere risorgere il Palatino a nuova bellezza con i famosi Horti Palatini Farnesiorum, i Giardini Farnese. Nel 1542 infatti il cardinale Alessandro Farnese, nipote di Paolo III, acquistò le rovine del palazzo di Tiberio, le riempì di terra e incaricò il Vignola di disegnargli un giardino: sorsero così i famosi Horti Palatini Farnesiorum. Il portale principale (nella foto a destra) fu opera dello stesso Vignola che lo realizzò nel 1577. Il risultato fu uno dei primi orti botanici in Europa, con le terrazze, unite da scalinate, che andavano dal Foro Romano al Palatino. I giardinieri vi introdussero piante nuove per l'Italia e l'Europa, tra cui l'Acacia farnesiana....segue

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