giovedì 26 maggio 2011

Villa Sciarra e il degrado

Quando il 18 maggio di 15 anni fa mi sono sposato , io e Giuliana andammo a fare il servizio fotografica ad una villa per me sconosciuta: villa Sciarra.

Ovviamente in questi anni mi ci sono molto affezionato ritenendola scaramanticamente un portartafortuna del mio felicissimo matrimonio e potete comprendere il mio scoramente quando ho letto lo stato di totale abbandono in cui si trova.


Cecilia Gentile su www.Repubblica.it è molto precisa nella sua denuncia.


Panchine rotte, cestini miseramente crollati a terra, rifiuti sparsi, fontane a secco. Statue dagli arti mozzati, scritte dei writer. E un esercito di topi e cornacchie che ha preso possesso del parco. Villa Sciarra, il romantico rifugio verde sul Gianicolo, è ormai diventata preda di incuria e abbandono. Non è per queste ragioni che l'amava tanto il decadente Gabriele D'Annunzio, che citò i suoi viali anche nel romanzo "Il piacere". Non è per questo che da sempre coppie di innamorati vengono qui mano nella mano, tra i fiori di magnolia e le cascate gialle del Gingko Biloba.

Ora che è estate e il sole abbacinante di mezzogiorno rende più evidente il degrado, sono davvero un triste spettacolo le fontane senz'acqua e le statue tardo settecentesche di arenaria mutilate che chiedono di essere restaurate. Le staccionate che chiudono i declivi sono in parte saltate, le scogliere di tufo che cingono i sentieri cominciano a cedere creando una antiestetica discontinuità. La grande voliera è vuota.
Ma quello che più di tutti angustia genitori e frequentatori della villa è l'esercito di topi che da qualche tempo domina l'area insieme alle cornacchie. "C'è una vera e propria invasione di topi - racconta la signora Bruna Brancone, che ha accompagnato figlia e nipotina - Sono soprattutto nell'area giochi dei bambini. Dopo ripetute proteste e segnalazioni, il Servizio giardini ha posizionato una serie di trappole, ma solo nello spazio dei giochi".

"Poi c'è il grande problema delle cornacchie - continua il signor Andrea Sabbatini - che sono diventate la specie egemone nel parco. Sono dappertutto. Si mettono a pescare nei cestini e buttano tutti i rifiuti in terra. Quelli che vedete fra le aiuole non sono il frutto della maleducazione dei visitatori, ma il risultato delle razzie delle cornacchie".
"Abbiamo segnalato la situazione al Comune, abbiamo chiesto di intervenire - riprende la signora Brancone - ma sembra che siano poco ricettivi. Hanno messo nuovi cestoni chiusi, ma con il contagocce, lasciando quelli aperti che creano degrado". "Ci sono anche perdite d'acqua - aggiunge la mamma della bambina - come si può vedere dalle pozzanghere sul sentiero che porta al palazzetto dell'Istituto germanico. E poi chiodi arrugginiti e escrementi di cane. Per questo ho paura a mandare mia figlia sui prati".

Eppure, negli anni passati, il Campidoglio ha investito notevoli somme per restaurare la villa. Una prima operazione partita nel 1999, durata un anno e mezzo e costata un miliardo di lire, ha ridisegnato i viali, definendoli con scogliere di tufo, e consolidato i pendii, soggetti all'erosione. Il secondo progetto, iniziato nel marzo 2004 e costato 110mila euro, ha riguardato il cosiddetto "restauro vegetazionale" davanti al Casino Barberini, ora sede dell'Istituto germanico. Vale a dire: ripristino delle aiuole, costruzione geometrica delle siepi, potatura delle varietà di esemplari del parco, come magnolie, cedri, palme, pini, tassi, lauri, cipressi, querce, lecci, varietà che tanto piacevano ai Wurts, la famiglia americana che per ultima possedette la villa prima di cederla allo stato italiano.

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