domenica 11 novembre 2007

Lucio Anneo Seneca


Mia sorella Antonella visto che avevo riportato sul mio blog alcuni versi del suo filosofo più stimato, Seneca, ha pensato bene di regalarmi un libro con alcuni suoi scritti.

Prima di iniziare a leggere il libro, intitolato "La Serenità" mi sono informato su chi era Seneca:


Lucio Anneo Seneca, nato a Cordova, era il più prestigioso intellettuale del suo tempo (prima metà del I secolo d.C.). Filosofo della scuola stoica, era diventato popolarissimo fra i romani grazie al piglio agile, accattivante, si potrebbe dire giornalistico, con cui, nei sui scritti, trattava problemi di vita quotidiana e di attualità. Entrato in Senato nel 39 col rango di questore ne era diventato ben presto il più brillante ed eminente oratore, nonostante l'imperatore Caligola definisse il suo stile, non senza qualche ragione, "pura sabbia senza calce".


La grande chance l'ebbe quando Agrippina lo scelse come precettore del figlio Nerone, futuro imperatore.


Seneca era un provinciale che, grazie alle sue indubbie doti intellettuali, aveva fatto fortuna nella Roma imperiale e si era inserito nell'elite senatoria e aristocratica. Come spesso avviene per gli uomini che fanno questo tipo di percorso, Seneca era attaccato ai privilegi dello status sociale che aveva raggiunto più di quegli stessi che vi appartenevano da tempo. Ma, essendo due spanne sopra gli altri per intelligenza e cultura, sapeva dissimulare meglio le sue tendenze conservatrici e reazionarie.

Seneca predicava il distacco dai beni materiali, dalle ricchezze, dall'avidità, dall'ambizione, la necessità di darsi una vita parca e frugale, ma nella realtà razzolava male, malissimo, o, per dirla con Dione Cassio, "fu pescato a compiere l'esatto contrario di quanto andava predicando".

Figura, secondo alcuni storici, moralmente ripugnante, Seneca è il prototipo dell'intellettuale al servizio del potete, una maschera che ha attraversato tutti i tempi. Se il personaggio di Seneca ci suona ancor oggi all'orecchio con un'eco favorevole lo si deve una volta di più alla storiografia cristiana che ne ha fatto il più benigno dei ritratti perché la sua filosofia contiene alcune concezioni, relative alla morale e alla divina provvidenza, che si ritrovano nell'etica e nella teologia del cristianesimo.

Nonostante queste premesse mi accingo a leggere gli scritti di Seneca e spero di potervi scrivere qualcosa di interessante le prossime volte.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho appena comprato l'ultimo libro di V.M. Manfredi "L'armata perduta".. Immagino tu conosca la storia... E' basato sulle Anabasi di Senofonte.. Ossia la marcia dei diecimila mercenari greci dopo la battaglia di Cunaxa o Cunassa per rientrare in patria....
Già pregusto una discreta lettura.. Fino ad oggi non ha mai deluso il MANFREDI....
Mimmo

Andrea ha detto...

L'ho visto in libreria, fammi sapere come è!

Anonimo ha detto...

Ti dedico un altro pensiero di Seneca:
"Continua ciò che hai cominciato e forse arriverai alla cima, o almeno arriverai in alto ad un punto che tu solo comprenderai non essere la cima".

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