martedì 27 marzo 2007

Storia del Palatino

La posizione del Palatino, al centro delle sette colline, vicino al fiume, ma non adiacente a esso come il Campidoglio e l'Aventino, è forse la più adatta ad un insediamento umano. La fondazione di Roma a opera di Romolo sarebbe avvenuta alla metà dell'VIII secolo a.C., secondo Varrone. L'abitazione di Romolo era identificata in una capanna, continuamente ricostruita e restaurata, situata nell'angolo sud-ovest della collina, dove più tardi sorse la casa di Augusto.
Tradizioni antichissime sono legate al Palatino: in particolare quella della dea Pales, il cui nome proviene evidentemente dalla stessa radice Palatium. La festa della divinità, le Parilia del 21 aprile, era considerata come il giorno della fondazione della città. Altra festa importante era quella dei Lupercalia: i sacerdoti lupi, vestiti di pelli caprine, che partendo dal satuario, collocata in una grotta ai piedi del Palatino, verso il Tevere, facevano il giro della collina, frustando quanti incontravano, e specialmente le donne. I limiti della città (Roma Quadrata) fondata da Romolo vengono riportati da Tacito: essa era di forma quadrangolare , con i vertici all'ara massima di Ercole (Foro Boario); all'Ara di Conso (valle del Circo Massimo); alle Curiae Veteres (angolo nord orientale della collina); al santuario dei Lari (ai piedi del Velia). Tre porte sarebbero aperte nella cinta: la Mugonia (via Sacra), la Romanula (Velabro) e quella corrispondente alle Scaleae Caci.
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