Articolo di Laura Larcan pubblicato su Repubblica.it
Una passeggiata attraverso la storia della Garbatella. Dal 1921, quando su una collina vicino alla basilica di San Paolo, a ridosso della ferrovia tra Roma e Ostia, l´Istituto case popolari - la prima pietra era stata posta nel 1920 - avviò i lavori di costruzione del primo nucleo della borgata, sperimentando la concezione urbanistica della città-giardino inglese. Ad oggi. Lo racconta la mostra "La Garbatella. Il moderno attraverso Roma", che si inaugura giovedì all´ex Gil, frutto di oltre 14 anni di ricerca sul quartiere ad opera dell´Osservatorio sul moderno a Roma del dipartimento di Architettura e progetto dell´università La Sapienza, col sostegno della Regione.
Una passeggiata attraverso la storia della Garbatella. Dal 1921, quando su una collina vicino alla basilica di San Paolo, a ridosso della ferrovia tra Roma e Ostia, l´Istituto case popolari - la prima pietra era stata posta nel 1920 - avviò i lavori di costruzione del primo nucleo della borgata, sperimentando la concezione urbanistica della città-giardino inglese. Ad oggi. Lo racconta la mostra "La Garbatella. Il moderno attraverso Roma", che si inaugura giovedì all´ex Gil, frutto di oltre 14 anni di ricerca sul quartiere ad opera dell´Osservatorio sul moderno a Roma del dipartimento di Architettura e progetto dell´università La Sapienza, col sostegno della Regione.
Come in un viaggio nel tempo, il percorso espositivo diventa una mappatura di possibili itinerari, a scoprire i tanti "cuori" di questo quartiere, da piazza Benedetto Brin a piazza Eugenio Biffi. Lungo una sequenza di un centinaio di pannelli, sfilano fotografie d´epoca abbinate a immagini di un presente più familiare, progetti originali degli architetti, come il marchigiano Innocenzo Sabbatini, e le planimetrie di lotti, cortili, piazze e edifici.
«La Garbatella viene raccontata attraverso due prospettive - spiega Gaia Remiddi, direttrice dell´Osservatorio - Da un lato, indaghiamo la complessità dei lotti, ossia gli interni degli edifici. Dall´altro lo spazio urbano, dalla casa alla strada». L´ambizione della mostra è quella di svelare al grande pubblico l´estrema modernità della Garbatella: «Sembra un´architettura pittoresca, ma ha gli attributi dell´architettura moderna - avverte Remiddi - Non esistono spazi chiusi, edifici e cortili rimandano a percorsi continui, fluidi, quasi ad un´osmosi come nel Bauhaus di Gropius. Ovunque spicca una libertà nel comporre le facciate, le scale, le finestre. I decori non si ripetono mai. Tutto è asimmetrico. Ci sono edifici perimetrali con grandi arcate, che fungono da ingressi, e dentro si sviluppano i lotti, le cosiddette "case rapide", i cortili e i giardini, dove la vita scorre vivace come una società vera e propria».
La ricerca, avviata nel 1997, ha prodotto materiale inedito che viene proposto in mostra. Come nel caso del cosiddetto "Albergo rosso" di Sabbatini: «Qui in origine c´era una mensa splendida, concepita come un Pantheon - racconta Remiddi - fu centrata e distrutta da una bomba nel ‘43. Durante il restauro delle facciate, nel 2000, abbiamo condotto degli scavi e sono riemerse le fondazioni della mensa, compresa l´originaria pavimentazione».
Per l´assessore regionale alla Cultura Fabiana Santini, «la mostra ha il pregio di offrire la ricostruzione storica di un quartiere unico e amatissimo dai romani, che rappresenta anche un modo ideale di abitare, specchio di un´epoca passata, lontana dalle dinamiche frenetiche della nascente città moderna». Alla mostra è abbinata la pubblicazione di un libro-guida edito da Palombi, e venerdì 18 gli autori organizzeranno una passeggiata guidata in occasione della ricorrenza della nascita della Garbatella: il quartiere compie 91 anni.
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