martedì 18 marzo 2008

Sant'Andrea della Valle

Un'altra settimana un'altra chiesa da commentare: Santa'Andrea della Valle, che si affaccia sull'omonima piazza di Roma.

La nobile Costanza Piccolomini d'Aragona donò, nel 1582, un turrito edificio di proprietà già dei suoi avi ai Chierici Regolari di S.Gaetano da Thiene: dall'unione di questo edificio con le antiche chiesette di S.Sebastiano e di S.Ludovico sorse la grande chiesa di S.Andrea apostolo, protettore di Amalfi, in onore del titolo feudale della famiglia Piccolomini.

L'appellativo "della Valle" deriva dalla vasta depressione della zona (pressappoco dalla chiesa di S.Andrea fino alla chiesa di S.Eustachio), che raccoglieva le acque che scendevano dal Quirinale e dal Pincio e che formavano un grande stagno: tutta la località veniva chiamata "la Valle" e il toponimo rimase nonostante la successiva livellazione.



La chiesa (situata lungo Corso Vittorio Emanuele II, in piazza di S. Andrea della Valle) fu iniziata nel 1591 da Pietro Paolo Olivieri e, dopo mutamenti e indecisioni, affidata al Maderno, che si propose di farne una chiesa rivaleggiante con S.Pietro, a cominciare dalla cupola, che, per bellezza e ampiezza, è seconda soltanto a quella di S.Pietro.
Nel 1665, Rainaldi ne compiva la facciata, ponendovi alcune statue, tra cui quella di S.Sebastiano, per ricordare la preesistente chiesa, e quella dell'angelo che tuttora si vede sulla sinistra, quasi puntellasse la facciata. A quest'angelo è legato un simpatico aneddoto: quando la statua venne innalzata, fu ampiamente criticata. Lo scultore Ercole Ferrata, avendo saputo che anche papa Alessandro VII si era unito alle critiche, esclamò: "Se vuole l'altro angelo, se lo faccia da solo!". Difatti, con una nota di asimmetria, questo rimase solo, senza il corrispondente angelo sul lato destro della facciata.

L'interno della chiesa accoglie le spoglie di Pio II e di Pio III Piccolomini.

Vi è la bellissima Cappella del Barberini, conosciuta anche come la "Cappella della Tosca", per la poetica leggenda, magistralmente musicata dal Puccini, che vuole la celebre cantante e la bellissima marchesa Attavanti prostrate a pregare proprio in questa cappella.


Da vedere anche gli affreschi del Domenichino e di Giovanni Lanfranco, al quale, dopo l'affresco della cupola "Gloria del Paradiso", venne assegnata la maggior parte dell'opera, scatenando la gelosia del Domenichino, che, si dice, tentò persino di ucciderlo.

La cappella Strozzi, con le sue linee michelangiolesche, accoglie le copie di "Lia" e "Rachele", due opere di Michelangelo che si trovano in S.Pietro in Vincoli.

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