martedì 25 marzo 2008

Oracoli caldaici

Esiste un Intellegibile che bisogna concepire con il fiore dell'intelletto.
Perché se tu inclini verso di lui il tuo intelletto e cerchi di concepirlo come se tu concepissi un oggetto determinato non lo concepiresti.
Perché egli è la forza irradiante che brilla con lampi intellettivi.
Non bisogna dunque concepire questo Intellegibile con veemenza, ma tramite la fiamma sottile di un sottile intelletto, che misura tutte le cose salvo questo Intellegibile.
Non bisogna concepirlo con intensità, ma portandovi lo sguardo puro della tua anima allontanata dal sensibile.
Tendere verso l'Intellegibile un intelletto vuoto di pensiero. Infine apprendere a conoscere l'Intellegibile, perché egli sussiste fuori dalle capacità di comprensione dell'intelletto umano.
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Oracoli caldaici, fr. 1 Des Places = p.1 Kroll = Damascius, I, 154, 16-26
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Gli Oracoli caldaici furono composti verso la fine del II secolo d.C. L'autore è sconosciuto, forse Giuliano il Caldeo o suo figlio Giuliano il Teurgo. Dell'opera sono rimasti solo pochi frammenti.

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