lunedì 10 marzo 2008

Il ratto delle Sabine


Le vicende più antiche della storia di Roma sono avvolte dalla leggenda.
Lo storico Tito Livio (59 a.C. - 17 d.C.), nella sua monumentale storia di Roma, raccoglie molti di questi racconti tradizionali, in cui mito, rituali arcaici ed eventi storici sono spesso intimamente legati. Uno degli episodi più celebri è costituito dal "Ratto delle sabine".

"Romolo, dopo aver fondato Roma, si rivolge alle popolazioni vicine per stringere alleanze e ottenere delle donne con cui popolare la nuova città. Al rifiuto dei vicini risponde con l'astuzia; organizza un grande spettacolo per attirare gli abitanti della regione e rapirne le donne.

Arrivò moltissima gente, tra cui i Sabini che vennero al completo, con tanto di figli e consorti.

Quando arrivò il momento previsto per lo spettacolo e tutti erano concentratissimi sui giochi, allora, come convenuto, scoppiò un tumulto e la gioventù romana, a un preciso segnale, si mise a correre all'impazzata per rapire le ragazze.

Molte finivano nelle mani del primo in cui si imbattevano: quelle che spiccavano sulle altre per bellezza, destinate ai senatori più insigni, venivano trascinate nelle loro case da plebei cui era stato affidato quel compito.

Finito lo spettacolo nel terrore, i genitori delle fanciulle fuggono affranti, accusandoli di aver violato il patto di ospitalità e invocando il dio in onore del quale eran venuti a vedere il rito e i giochi solenni, vittime di un'eccessiva fiducia nella legge divina.
Romolo in persona si aggirava tra di loro e le informava che la cosa era successa per l'arroganza dei loro padri che avevano negato ai vicini la possibilità di contrarre matrimoni; le donne, comunque, sarebbero diventate loro spose, avrebbero condiviso tutti i loro beni, la loro patria e, cosa di cui niente è più caro agli esseri umani, i figli.
Che ora dunque frenassero la collera e affidassero il cuore a chi la sorte aveva già dato il loro corpo. Spesso al risentimento di un affronto segue l'armonia dell'accordo. Ed esse avrebbero avuto dei mariti tanto migliori in quanto ciascuno di par suo si sarebbe sforzato, facendo il proprio dovere, di supplire alla mancanza dei genitori e della patria.
A tutto questo si aggiungevano poi le attenzioni dei mariti (i quali giustificavano la cosa con il trasporto della passione), attenzioni che sono l'arma più efficace nei confronti dell'indole femminile. "

Tito Livio, Ab Urbe condita libri , lib. I, capoverso 9


In seguito i popoli vicini combatterono contro Roma per riprendere le proprie donne, ma furono sconfitti; i sabini, invece, guidati da Tito Tazio, agirono con più calma ed astuzia e alla fine la guerra fra romani e sabini fu fermata dalle stesse donne rapite, che intervennero pregando le parti di non versare il sangue dei parenti dei propri figli (nonni e zii i sabini, padri i romani).
In seguito a questo nacque un'alleanza ed i sabini si stabilirono sul colle del Quirinale. Così per un periodo, Roma ebbe due Re: Romolo e Tito Tazio (che stranamente non viene contato fra i "sette" Re di Roma).

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