sabato 15 dicembre 2007

Domus Aurea




La Domus Aurea ("Casa Dorata" in latino) era un grande palazzo costruito dall'imperatore Nerone dopo il grande incendio che devastò Roma nel 64 d.C..
Costruita (in mattoni, non in marmo come talvolta si immagina), nei pochi anni tra l'incendio e il suicidio di Nerone nel 68 d.C., gli estesi rivestimenti in oro che le diedero il suo nome non erano gli unici elementi stravaganti dell'arredamento: vi erano soffitti stuccati incrostati di pietre semi-preziose e lamine d'avorio.
La domus dell'imperatore giunse a comprendere il Palatino, le pendici dell'Esquilino (Oppio) e parte del Celio, per un estensione di circa 2,5 km quadrati. La maggior parte della superficie era occupata da giardini, con padiglioni per feste o di soggiorno. Al centro dei giardini, che comprendevano boschi e vigne, nella piccola valle tra i tre colli, esisteva un laghetto, in parte artificiale, sul sito del quale sorse più tardi il Colosseo.
La vera residenza di Nerone rimase comunque nei palazzi imperiali del Palatino e la Domus Aurea era essenzialmente una villa per feste, con 300 stanze e non una camera da letto, cucine o latrine.
Dopo la morte di Nerone, il terreno della Domus Aurea venne "restituito al popolo romano" dagli imperatori successivi. In circa un decennio la dimora neroniana venne spogliata dei suoi rivestimenti preziosi: i cantieri per le terme di Tito erano già avviati nel 79 d.C. Vespasiano utilizzò lo spazio in cui era stato scavato il lago artificiale per costruire l'Anfiteatro Flavio, col Colossus Neronis nei suoi pressi. Anche le terme di Traiano ed il Tempio di Venere e Roma risiedono nel terreno occupato dalla Domus. In quarant'anni, la Domus Aurea fu completamente obliterata, sepolta sotto nuove costruzioni, ma paradossalmente questo fece in modo che i "grotteschi" dipinti potessero sopravvivere; la sabbia funzionò come le ceneri vulcaniche di Pompei, proteggendoli dal loro eterno nemico, l'umidità. Quando un giovane romano cadde accidentalmente in una fessura sul versante del colle Oppio alla fine del XV secolo, si ritrovò in una strana grotta, piena di figure dipinte. Ben presto i giovani artisti romani presero a farsi calare su assi appese a corde per poter vedere loro stessi. Gli affreschi scoperti allora sono ormai sbiaditi in pallide macchie grigie sul gesso, ma l'effetto di queste decorazioni "grottesche," per l'appunto, furono elettrizzanti per l'intero Rinascimento.



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The Domus Aurea was a large landscaped portico villa, designed to take advantage of artificially created landscapes built in the heart of Ancient Rome by the Roman emperor Nero after Great fire of Rome, which devastated Rome in 64 AD, had cleared away the aristocratic dwellings on the slopes of the Esquiline Hill.[
The Golden House was a party villa, as shown by the presence of 300 rooms without any sleeping quarter. Nero's own palace remained on the Quirinal Hill. Strangely, no kitchens or latrines have been rediscovered yet either. Rooms sheathed in dazzling polished white marble were given richly varied floor plans, shaped with niches and exedras that concentrated or dispersed the daylight. There were pools in the floors and fountains splashing in the corridors. Nero took great interest in every detail of the project, according to Tacitus' Annals, and oversaw the engineer-architects, Celer and Severus, who were also responsible for the attempted navigable canal with which Nero hoped to link Misenum with Lake Avernus[13]
Some of the extravagances of the Domus Aurea had repercussions for the future. The architects designed two of the principal dining rooms to flank an octagonal court, surmounted by a dome with a giant central oculus to let in light.[1] It was probably the first use of a dome that was not in a temple dedicated to the gods, such as the Pantheon, and an early use of concrete construction. One innovation was destined to have an enormous influence on the art of the future: Nero placed mosaics, previously restricted to floors, in the vaulted ceilings. Only fragments have survived, but that technique was to be copied extensively, eventually ending up as a fundamental feature of Christian art: the apse mosaics that decorate so many churches in Rome, Ravenna, Sicily and Constantinople.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai mantenuto la promessa!!
A.

Anonimo ha detto...

Se i miei ricordi non mi ingannano quella nella foto dovrebbe essere la sala ottagonale.
Correggimi se baglio.
Comunque grazie per il post.
Angela

Andrea ha detto...

Avevi dubbi sulla mia promessa!!
Si hai ragione è la sala ottagonale e se ne vuoi sapere di più puoi visitare http://www.romasotterranea.com/index.php?option=com_content&task=view&id=99&Itemid=113&lang=it
Buonanotte

Anonimo ha detto...

Non avevo alcun dubbio!
Visiterò il sito...
Buonanotte

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