(lett. "L'amico certo si riconosce nella sorte incerta") Viene citata da Cicerone nel Laelius De Amicitia (64, 8) e dovrebbe essere una frase del poeta Ennio (fr. 210 Vahlen), proveniente dalla sua Hecuba a noi non pervenuta.
1 commento:
Anonimo
ha detto...
Bellissima questa idea delle citazioni correlate di spiegazione... Complimenti per l'idea! Partecipo anch'io seguendo la materia trattata(l'Amicizia): DONEC ERIS FELIX, MULTUS NUMERABIL AMICOS; TEMPORA SI FUERINT NUBILA,SOLUS ERI. (Molti ti saranno amici finchè sarai felice ma quando verrà il brutto tempo, resterai solo). Questa frase ci è stata donata da Ovidio e la troviamo nell'opera Tristia che lui scrive negli anni dell'esilio. Infatti l'imperatore Augusto, e il motivo è dubbio, nell'8 d.C. con un editto lo costringe a lasciare l'Italia per Tomi,odierna Costanza. Qui Ovidio rimane fino alla sua morte, 18 d.C., sebbene più volte avesse pregato l'imperatore di farlo rientrare. In questo periodo, dunque,scrive, oltre ad altre opere, i cinque libri del sopracitato Tristia (tristezza), non molto apprezzati dalla critica essendo giudicati "noiosi e lamentosi". Certo dopo i capolavori Ars Amatoria e le Metamorfosi il suo piangere la sorte avversa ci coglie impreparati. Ma essendo io una malinconica cronica lo apprezzo...
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Bellissima questa idea delle citazioni correlate di spiegazione... Complimenti per l'idea!
Partecipo anch'io seguendo la materia trattata(l'Amicizia):
DONEC ERIS FELIX, MULTUS NUMERABIL AMICOS; TEMPORA SI FUERINT NUBILA,SOLUS ERI. (Molti ti saranno amici finchè sarai felice ma quando verrà il brutto tempo, resterai solo).
Questa frase ci è stata donata da Ovidio e la troviamo nell'opera Tristia che lui scrive negli anni dell'esilio. Infatti l'imperatore Augusto, e il motivo è dubbio, nell'8 d.C. con un editto lo costringe a lasciare l'Italia per Tomi,odierna Costanza. Qui Ovidio rimane fino alla sua morte, 18 d.C., sebbene più volte avesse pregato l'imperatore di farlo rientrare. In questo periodo, dunque,scrive, oltre ad altre opere, i cinque libri del sopracitato Tristia (tristezza), non molto apprezzati dalla critica essendo giudicati "noiosi e lamentosi". Certo dopo i capolavori Ars Amatoria e le Metamorfosi il suo piangere la sorte avversa ci coglie impreparati. Ma essendo io una malinconica cronica lo apprezzo...
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